IL BOSS

Messina Denaro, prima chemioterapia in carcere. Gip: «L'autista Luppino strategico in Cosa Nostra». Georadar della polizia nell'ultimo covo del boss

Venerdì 20 Gennaio 2023

Messina Denaro, prima chemioterapia in carcere

Primo ciclo di chemioterapia per il boss mafioso Matteo Messina Denaro questa mattina nell'ambulatorio realizzato ad hoc nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila.

Il 60enne non ha avuto reazioni collaterali e, secondo quanto si è appreso, è in buone condizioni.

Nel pomeriggio atteso georadar nell'ultimo covo

È atteso nel pomeriggio di oggi un georadar della Polizia che sarà utilizzato nel covo del boss Matteo Messina Denaro trovato ieri sera dalla Polizia. Gli uomini della Polizia scientifica entreranno con il georadar nell'appartamento di Campobello di Mazara (Trapani) che fu abitato da Messina Denaro fino al giugno del 2022, come scoperto dagli investigatori. Nel giugno, come hanno scoperto gli investigatori, il capomafia ha lasciato quella abitazione per andare nell'appartamento di vicolo San Vito.

Campobello di Mazara, proseguono le perquisizioni a tappeto

Perquisizioni a tappeto a Campobello di Mazara e non solo da parte delle forze dell'ordine, nell'ambito delle indagini sull'arresto del boss Matteo Messina Denaro. Stamane sono stati controllati l'abitazione di un legale, l'avvocato Antonio Messina, che si trova in via Selinunte, di fronte la casa di Salvatore Messina Denaro, fratello del boss, già perquisita lunedì scorso. L'abitazione estiva del legale a Torretta Granitola, sul litorale di Mazara del Vallo, nei pressi della sede dello Ias Cnr e un altro immobile in via Galileo Galileri a Campobello di Mazara.

Il Gip: "L'autista del boss arrestato con il capomafia era consapevole su sua identità"

«La versione dei fatti fornita dall'indagato, l'autista Luppino, è macroscopicamente inveritiera, non essendo credibile che qualcuno, senza preavviso, si presenti alle cinque del mattino a casa di uno sconosciuto per chiedergli la cortesia di accompagnarlo in ospedale per delle visite programmate, in assenza di una situazione di necessità e urgenza». Ecco perché il gip di Palermo Fabio Pilato ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare a carico di Giovanni Luppino, l' autista del boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato con il capomafia lunedì mattina alla clinica Maddalena. «È noto che il ruolo di autista costituisce compito estremamente delicato e strategico nell'organizzazione interna di cosa nostra, soprattutto per le esigenze di cautela e protezione dei capi mafia. Ne consegue che l'incarico viene assegnato a persone di massima fiducia, in grado di garantire segretezza, sicurezza ed affidabilità degli spostamenti - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare visionata dall'Adnkronos - Una simile funzione tocca il massimo livello di accortezza se poi il soggetto accompagnato sia addirittura il vertice assoluto dell'organizzazione criminale, costretto a destreggiarsi in un trentennale stato di latitanza». «Nel caso di specie, non v'è dubbio che Luppino abbia consapevolmente e diligentemente adempiuto a tale mansione fiduciaria, poiché in tal senso depongono le acquisizioni investigative - scrive ancora il gip - Invero, basterebbero le semplici qualità soggettive di messina Denaro ad escludere la versione che questi possa essersi affidato ad un ignaro quisque de populo, incontrato di sfuggita sei mesi addietro, ed avvalorare la tesi accusatoria che Luppino sia stato prescelto per uno spostamento ad alto rischio, proprio in virtù della massima fiducia che il capo mafia riponeva in lui». 

Subito dopo l'arresto ha detto all'autista: "E' finita"

Subito dopo il suo arresto, lunedì mattina, alla clinica Maddalena di Palermo, il boss Matteo Messina Denaro avrebbe detto al suo autista, Giovanni Luppino «È finita». A raccontarlo, come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare visionata dall'Adnkronos, è lo stesso commerciante di olive finito in carcere con il capomafia. Luppino «ha dichiarato di ignorare la vera identità di Messina Denaro - scrive il gip - specificando che, circa sei mesi addietro, il suo idraulico di fiducia, Andrea Bonafede, glielo aveva presentato indicandolo come un suo cognato, di nome Francesco. Dopo quel brevissimo incontro, durato appena una manciata di minuti, non lo aveva più visto né incrociato, fino alla mattina del 16.1.2023 quando il tale Francesco, sedicente cognato di Andrea Bonafede, si era presentato all'alba (ore 5,45 del mattino) per chiedergli la cortesia di accompagnarlo a Palermo, dovendo sottoporsi a delle cure mediche in quanto malato di cancro». «Luppino ha concluso le sue dichiarazioni sostenendo di essersi reso conto della vera identità di Messina Denaro soltanto a seguito dell'intervento dei Carabinieri, quando aveva chiesto al tale Francesco se cercassero lui, ottenendo in risposta le testuali parole: »si, è finita«.

Il gip: Luppino teneva in tasca pizzini e numeri di telefono

Al momento dell'arresto Giovanni Luppino, l'autista fidato di Matteo Messina Denaro, aveva in tasca, oltre a due telefoni cellulari in modalità aerea, anche dei "pizzini", «una lunghissima serie di biglietti e fogli maoscritti con numeri di telefoni, nominativi e appunti di vario genere, dal contenuto oscuro e di estremo interesse investigativo». A scriverlo, come apprende l'Adnkronos, è il gip di Palermo Fabio Pilato nella ordinanza di custodia cautelare a carico dell'autista del boss appena emessa, 24 ore dopo la convalida dell'arresto del commerciante di olive. Nell'interrogatorio l'uomo ha detto di non sapere che si trattasse del boss Messina Denaro. Ma il gip non gli ha creduto.

Resta in carcere l'autista del boss

Dopo avere convalidato l'arresto di lunedì, il gip di Palermo Fabio Pilato ha appena emesso l'ordinanza di custodia cautelare per Giovanni Luppino, 59 anni, l'autista del boss mafioso Matteo Messina Denaro. L'uomo, un commerciante di olive, è stato fermato insieme con il boss alla clinica Maddalena.

Spuntano due abitazioni che potrebbero essere riconducibili a Matteo Messina Denaro: gli inquirenti hanno individuato altri due appartamenti proprio nel centro di Campobello di Mazara, dove erano già stati trovate due case e un covo-bunker dal quale si accedeva dal fondo di un armadio blindato. Le due nuove abitazioni sospette si trovano in via Selinunte e via del Faro.

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Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 15:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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