Il Vaticano vieta la messa in latino, tradizionalisti sul piede di guerra (e contro gli incontri Lgbtq): la lettera che fa discutere su Whatsapp

Una catena via web fa presente (minacciosamente) ai vescovi che tra poco ci sarà la scelta dell'8 per mille

Lunedì 15 Maggio 2023 di Franca Giansoldati
Il Vaticano vieta la messa in latino, tradizionalisti sul piede di guerra (e contro gli incontri Lgbtq): la lettera che fa discutere su Whatsapp

Città del Vaticano - Due pesi e due misure: perchè le porte delle chiese italiane nel mese di maggio si sono spalancate alle associazioni cattoliche gay e si sono chiuse ai tradizionalisti che vorrebbero la messa in latino? La domanda sta facendo discutere. A sollevarla è la minoranza della comunità di fedeli tradizionalisti che vorrebbe continuare a seguire la messa in latino (con il sacerdote rivolto all'altare) ma ormai è stata praticamente messa al bando da Papa Francesco con un recente motu proprio.

In questi giorni i tradizionalisti si stanno attivando su tutto il territorio nazionale per fare emergere una anomala disparità di trattamento. Mentre le diocesi italiane hanno dato il via libera a momenti di preghiera comuni per fare conoscere la cultura Lgbt e promuovere incontri capaci di rafforzare la pastorale verso le persone omosessuali, hanno di fatto chiuso le porte a chi fino a poco tempo fa aveva ancora la possibilità di frequentare i riti secondo il messale del 1962. Riti ormai esiliati persino a San Pietro, fatto rarissime eccezioni e previa decisione del vescovo locale che visto l'orientamento dall'alto preferisce uniformarsi.

Papa Bergoglio ha di fatto confermato quanto stabilito nel suo motu proprio Traditionis custodes del 2021, criticatissimo dai tradizionalisti, nel quale è stata drasticamente ridotta la possibilità di celebrare la messa in latino. Una norma opposta alla liberalizzazione del rito antico che era stata, invece, decisa da Benedetto XVI con il suo motu proprio Summorum pontificum del 2007.  Al cardinale Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il Culto Latino il Papa ha ribadito che le celebrazioni in latino «sono dispense riservate in modo speciale alla Sede Apostolica: l’uso di una chiesa parrocchiale o l’erezione di una parrocchia personale per la celebrazione eucaristica usando il Missale Romanum del 1962;­ la concessione della licenza ai presbiteri ordinati dopo la pubblicazione del motu proprio Traditionis custodes di celebrare con il Missale Romanum del 1962». Francesco, inoltre, ha confermato anche che il Dicastero per il culto divino esercita nei casi sopra menzionati l’autorità della Santa Sede, «vigilando sull’osservanza di quanto disposto. Qualora un vescovo diocesano avesse concesso dispense è obbligato ad informare il Dicastero che valuterà i singoli casi».

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Da tempo i provvedimenti papali sono frutto di maldipancia interni. In questi giorni sta persino girando sul web e via whatsapp una lunga lettera. Il testo sta rimbalzando velocemente e sta attivando di conseguenza una micidiale catena di Sant'Antonio. Si tratta di una circostanziata denuncia in cui affiora l'evidente trattamento inspiegabile con accluso l'elenco delle numerose diocesi che hanno programmato iniziative pastorali per aprire le parrocchie ai gay. Si tratta di veglie per il superamento dell'omotransfobia sotto l'ombrello della frase evangelica: "chi accoglie voi accoglie me". 

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 Genova, Lecce, Firenze, Parma, Agrigento Roma, Lucca, Mestre Bergamo: la  lista redatta da http://blog.messainlatino.it è davvero lunghissima e termina con una strana postilla in cui si dice che nell’approssimarsi della scelta dell’otto per mille, sarà inevitabile riflettere sulla sua destinazione anche alla luce di questi comportamenti. Interpellati dal Messaggero gli estensori di questa lista spiegano che non si tratta di una minaccia sull'8 per mille, piuttosto un invito ai vescovi a fare attenzione, a ragionare sullo stato in cui versa la Chiesa italiana con chiese vuote, seminari vuoti, diminuzione drastica delle offerte. Un quadro talmente grave da imporre a tutti una riflessione. Da qui la domanda che si fanno i tradizionalisti se sia mai possibile che proprio nel mese di maggio  dedicato alla madonna vi siano vescovi che si preoccupano di più di appoggiare organizzazioni pro-gay e mettere al bando i fedeli che vogliono la messa in latino? 

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Ultimo aggiornamento: 17:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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