Mes, ok Camera a risoluzione maggioranza. Conte: «L'Italia non ha nulla da temere»

Mercoledì 11 Dicembre 2019
Mes, accordo chiuso nella maggioranza: oggi il voto sulla risoluzione
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Via libera della Camera alla risoluzione unitaria di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Al centro il Mes, altrimenti detto Salva Stati.

Il testo è stato approvato a Montecitorio con 291 voti a favore, e 222 contrari. L'Assemblea di Montecitorio ha successivamente bocciato la risoluzione del centrodestra e quella di +Europa, su cui il governo aveva espresso parere contrario. Su quest'ultimo documento i deputati di Fi si sono astenuti. «Non è il momento di dividersi in Europa», ha detto Conte nelle sue comunicazioni sottolineando che l'Italia «non ha nulla da temere» e invitando a evitare un dibattito confuso che rischia solo di attirare «sospetti» sul Paese. 

Noi e l’Europa/Quel Trattato nasconde troppi rischi per il Paese

La risoluzione è il risultato di lunghe trattative nella maggioranza, approdate a un accordo solo a notte fonda, intorno alle 2,30. «Ci sarà un nuovo round in parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo», hanno fatto sapere fonti M5S garantendo che «ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere, non firmeremo nulla al buio».



Salva Stati, i magnifici 7 anti-Mes

Gli scontenti nel Movimento, tuttavia, non mancano e ora si incrociano le dita per superare la «trappola» del Senato dove i margini numerici sono strettissimi. Per l’ok alla risoluzione sul Mes basta la maggioranza semplice ma se sì scendessero sotto la soglia della maggioranza assoluta (161 senatori), il governo pure con il via libera in tasca potrebbe subire dei contraccolpi politici. 

LA RISOLUZIONE
La maggioranza impegna il governo a «proporre nelle prossime tappe del negoziato sull'Unione bancaria l'introduzione dello schema di assicurazione comune dei depositi (Edis), di un titolo obbligazionario europeo sicuro (cosiddetto common safe asset - ad esempio eurobond) e di una maggiore ponderazione di rischio delle attività di livello 2 e livello 3 (strumenti maggiormente illiquidi), che sia legata al loro grado di concentrazione sul totale degli attivi del singolo istituto di credito». 

Nel testo della risoluzione di maggioranza sul Mes, 8 pagine in tutto, si rimarca anche l'impegno ad «assicurare la coerenza della posizione del Governo con gli indirizzi definiti dalle Camere, e il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato sul futuro dell'unione economica e monetaria e sulla conclusione della riforma del Mes». In particolare, si prevede «il pieno coinvolgimento del Parlamento in un'eventuale richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità con una procedura chiara di coordinamento e di approvazione».

Nella risoluzione di maggioranza sul Mes, si chiede di «escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale», oltre a «escludere qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico».

CONTE ALLA CAMERA
Sul Mes «l'Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile, come dimostrano le valutazioni delle principali istituzioni internazionali, inclusa la Commissione, e come confermano i mercati», ha detto Giuseppe Conte riferendo alla Camera. 

«Bisogna stare attenti a insinuare dubbi e paure nei cittadini italiani, tanto più che quantomeno alcune delle posizioni che si sono delineate nel corso del dibattito pubblico hanno disvelato il malcelato auspicio di portare il nostro Paese fuori dall'euro-zona o, addirittura, dall'Unione europea. Se questo è l'obiettivo allora converrebbe chiarirlo in modo esplicito, affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé».

«La revisione del trattato sul Mes non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e - in particolare - non introduce, ed è nostra ferma intenzione che questo non accada, alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri». 

«Il Governo continuerà a operare secondo una logica
«di pacchetto», assicurando l'«equilibrio complessivo». Conte giudica «negativi interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e, comunque, la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale, come pure le disposizioni che prevedano una contribuzione degli istituti finanziari all'Edis in base al rischio di portafoglio dei titoli di Stato».

«La posizione del Governo in sede europea sarà sempre coerente con gli indirizzi definiti dalle Camere». «Non posso che ribadire quanto già auspicato nelle Comunicazioni alle Camere il 2 dicembre scorso, ovvero che il Parlamento con la sua autorevolezza, in virtù della sua legittimazione democratica, contribuisca a portare in Europa la voce di un Paese forte, di un Paese coeso, che si impegna a rafforzare le istituzioni europee».


DI MAIO
Luigi Di Maio saluta l'accordo di maggioranza sul Mes secondo «una logica di pacchetto» ma ribadisce che per quanto riguarda l'approvazione della riforma «finché non avremo un quadro chiaro della situazione non si firma e non si approva niente». Abbiamo ottenuto, ha detto, che prima dei prossimi passaggi sul Mes a gennaio o febbraio «si torni in Parlamento e che questo venga pienamente coinvolto. E anche questo è dentro la risoluzione» di maggioranza. «L'Italia deve essere sicura al 200% e come ministro degli Esteri mi accerterò di questo prima di qualsiasi firma».

Sul Mes «è evidente che noi avevamo chiesto tre cose importanti: la prima è che non possiamo mettere i soldi in banca degli italiani, per usare una metafora, senza aver letto tutte le carte, quindi logica di pacchetto. Finché non avremo il quadro chiaro della situazione non si firma e non si approva nulla. La logica di pacchetto è dentro la risoluzione di maggioranza che voteremo oggi in Parlamento», ha spiegato Di Maio a margine del comitato Schengen. «La seconda cosa importante che avevamo chiesto è che prima dei prossimi passaggi sul Mes che ci saranno a gennaio o febbraio, dipenderà dalle date, si ritorni in Parlamento e venga coinvolto pienamente il Parlamento. E anche questo è dentro la risoluzione», ha proseguito Di Maio. «Poi ci sono dei dettagli tecnici che riguardano l'unione bancaria che ci preoccupano, quindi abbiamo messo clausole importanti che riguardano tecnicismi che non vadano a vantaggio di altri Paesi», ha concluso il leader M5s.


 

Ultimo aggiornamento: 20:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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