Arriva la bozza tanto attesa del nuovo decreto firmato Draghi sulle riaperture, l’Italia si prepara a ripartire: del comparto degli eventi e dei matrimoni non c’è traccia neanche in zona gialla. “Il Decreto Riaperture penalizza i matrimoni e gli eventi privati e aziendali, a prescindere dall'indice di contagio regionale, dimenticandosi ancora una volta di una fetta importante delle imprese del nostro Paese. Le aziende del settore degli eventi non possono contare su una data certa di riapertura che permetterebbe loro di ricominciare a sperare in una futura normalità.
Siamo stanchi di promesse mai mantenute. ORA BASTA! INCONTRO URGENTE O FINE DEL DIALOGO! Arrivati a questo punto gli associati sono disposti a tutto poiché non hanno nulla da perdere! https://t.co/QVYRoQHGVd @nzingaretti @GiorgiaMeloni @GiuseppeConteIT @matteosalvinimi
— FEU Filiera Eventi Unita (@FEUitalia) March 6, 2021
La manifestazione
Questo il manifesto che gli operatori economici del settore wedding and events, unici dimenticati dal decreto riaperture pubblicato ieri sera in Gazzetta ufficiale illustreranno lunedì prossimo dalle 11 in dodici piazze d’Italia (Milano, Torino, Trieste, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Campobasso, Bari, Palermo, Cagliari) in altrettanti flash mob organizzati da Unanime, la confederazione che raccoglie 15 associazioni del comparto, in collaborazione con Federmep, Assoeventi e FEU. Una delegazione delle associazioni parteciperà alla manifestazione di Roma indetta da Insieme per il Wedding. «Oltre 50mila operatori economici e oltre mezzo milione di lavoratori sono fermi per decreto da 14 mesi. Imprese e professionisti che fino al 2019 con la loro attività creavano un giro di affari da circa 60 miliardi all’anno, drammaticamente ridotto del 90 percento. Nonostante le garanzie a tutela della salute pubblica contenute nel protocollo che abbiamo presentato alle istituzioni – spiegano Serena Ranieri, Michele Boccardi e Adriano Ceccotti, in rappresentanza di Federmep, Assoeventi e FEU - Il governo ha inspiegabilmente deciso di non indicare nessuna data per la ripresa dei matrimoni e degli altri eventi privati, cancellando di fatto anche la stagione estiva. Una scelta irragionevole che tradotta in numeri porterà ad un calo del fatturato di circa il 40 percento sul già devastante 2020 e una perdita sul 2019 di circa il 95 percento». Da qui la richiesta al governo di riaperture in sicurezza, e accanto ad essa un adeguamento del fondo per il settore e una accelerazione nella liquidazione dei ristori contenuti nel decreto Sostegni, ancora arenato al Senato.
Le incongruenze della road map
La road map del calendario delle riaperture presentata dal presidente Draghi e approvata in Consiglio dei Ministri scatena la rabbia dei professionisti del settore degli eventi. Il comparto, che ha un impatto diretto sul Pil nazionale del 2,5% e che dà lavoro a oltre 570.000 persone, si trova quindi ancora una volta fermo: spettatore incredulo della ripartenza di altri settori che come il loro creano aggregazione. Non si spiega come eventi privati, aziendali e matrimoni restino ancora oggi costretti a rimanere in attesa, nonostante svolgano attività equiparabili a quelle di ristoranti, teatri e cinema che dal 26 aprile ripartiranno. Una disuguaglianza dalle conseguenze gravissime che allontana sempre di più la possibilità di ricominciare a lavorare a un settore fermo da oltre un anno. Gli eventi garantiscono un controllo assoluto degli ospiti, a partire dalla fase di preparazione fino alla conclusione. Tracciabilità degli invitati, spazi esterni ampiamente disponibili ed interni adattabili ai distanziamenti dati dai protocolli sicurezza, misurazione temperatura in loco, uso di dispositivi di protezione ed igienizzazione, assegnazione controllata dei posti a tavola. Elementi che garantirebbero il rispetto del contenimento del virus come richiesti per le categorie pronte a ripartire. «L’event industry si conferma ancora una volta il fantasma del governo. Tutto ciò - per gli addetti - non è più accettabile».