Matrimoni ed eventi, lunedì 26 associazioni in piazza. «Quali differenze tra noi e i ristoranti?»

Sabato 24 Aprile 2021
Matrimoni ed eventi, i dimenticati dal Drecreto Riaperture : lunedì 26, in tutta italia, la manifestazione delle associazioni

Arriva la bozza tanto attesa del nuovo decreto firmato Draghi sulle riaperture, l’Italia si prepara a ripartire: del comparto degli eventi e dei matrimoni non c’è traccia neanche in zona gialla. “Il Decreto Riaperture penalizza i matrimoni e gli eventi privati e aziendali, a prescindere dall'indice di contagio regionale, dimenticandosi ancora una volta di una fetta importante delle imprese del nostro Paese. Le aziende del settore degli eventi non possono contare su una data certa di riapertura che permetterebbe loro di ricominciare a sperare in una futura normalità.

Anzi, queste realtà non sono state proprio citate nel decreto. L’attenzione del governo continua ad essere spostata su settori, come la ristorazione, che comunque aggregano persone e in alcuni casi senza i rigidi protocolli a cui il settore degli eventi è già stato abituato. Una disparità ancora una volta inspiegabile che gli addetti ai lavori non riescono più a giustificare: «Quale è la differenza tra un pranzo al ristorante ed un banchetto di nozze? - si chiede Adriano Ceccotti presidente di FEU l'associazione a difesa di tutta la filiera degli eventi - Quale tra un meeting di 200 persone ed una proiezione cinematografica dello stesso numero di partecipanti?» . Le imprese del settore non ci stanno più e le associazioni di categoria lunedì 26 aprile scenderanno in piazza. Le richieste: ripartenza immediata e ristori adeguati. Sposi e addetti ai lavori vogliono risposte. 

La manifestazione

Questo il manifesto che gli operatori economici del settore wedding and events, unici dimenticati dal decreto riaperture pubblicato ieri sera in Gazzetta ufficiale illustreranno lunedì prossimo dalle 11 in dodici piazze d’Italia (Milano, Torino, Trieste, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Campobasso, Bari, Palermo, Cagliari) in altrettanti flash mob organizzati da Unanime, la confederazione che raccoglie 15 associazioni del comparto, in collaborazione con Federmep, Assoeventi e FEU. Una delegazione delle associazioni parteciperà alla manifestazione di Roma indetta da Insieme per il Wedding. «Oltre 50mila operatori economici e oltre mezzo milione di lavoratori sono fermi per decreto da 14 mesi. Imprese e professionisti che fino al 2019 con la loro attività creavano un giro di affari da circa 60 miliardi all’anno, drammaticamente ridotto del 90 percento. Nonostante le garanzie a tutela della salute pubblica contenute nel protocollo che abbiamo presentato alle istituzioni – spiegano Serena Ranieri, Michele Boccardi e Adriano Ceccotti, in rappresentanza di Federmep, Assoeventi e FEU - Il governo ha inspiegabilmente deciso di non indicare nessuna data per la ripresa dei matrimoni e degli altri eventi privati, cancellando di fatto anche la stagione estiva. Una scelta irragionevole che tradotta in numeri porterà ad un calo del fatturato di circa il 40 percento sul già devastante 2020 e una perdita sul 2019 di circa il 95 percento». Da qui la richiesta al governo di riaperture in sicurezza, e accanto ad essa un adeguamento del fondo per il settore e una accelerazione nella liquidazione dei ristori contenuti nel decreto Sostegni, ancora arenato al Senato.

Le incongruenze della road map

 La road map del calendario delle riaperture presentata dal presidente Draghi e approvata in Consiglio dei Ministri scatena la rabbia dei professionisti del settore degli eventi. Il comparto, che ha un impatto diretto sul Pil nazionale del 2,5% e che dà lavoro a oltre 570.000 persone, si trova quindi ancora una volta fermo: spettatore incredulo della ripartenza di altri settori che come il loro creano aggregazione. Non si spiega come eventi privati, aziendali e matrimoni restino ancora oggi costretti a rimanere in attesa, nonostante svolgano attività equiparabili a quelle di ristoranti, teatri e cinema che dal 26 aprile ripartiranno. Una disuguaglianza dalle conseguenze gravissime che allontana sempre di più la possibilità di ricominciare a lavorare a un settore fermo da oltre un anno. Gli eventi garantiscono un controllo assoluto degli ospiti, a partire dalla fase di preparazione fino alla conclusione. Tracciabilità degli invitati, spazi esterni ampiamente disponibili ed interni adattabili ai distanziamenti dati dai protocolli sicurezza, misurazione temperatura in loco, uso di dispositivi di protezione ed igienizzazione, assegnazione controllata dei posti a tavola. Elementi che garantirebbero il rispetto del contenimento del virus come richiesti per le categorie pronte a ripartire. «L’event industry si conferma ancora una volta il fantasma del governo. Tutto ciò - per gli addetti - non è più accettabile»

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 01:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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