Marò, Tribunale internazionale dà ragione all'Italia. Girone: «Felici dopo 8 anni di limbo»

Giovedì 2 Luglio 2020
Marò, Tribunale arbitrale internazionale dà ragione all'Italia
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«Sui marò ha ragione l'Italia». Così ha stabilito il Tribunale arbitrale internazionale. I giudici hanno riconosciuto «l'immunità» dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in relazione ai fatti accaduti il 15 febbraio 2012 e all'India viene pertanto precluso l'esercizio della propria giurisdizione nei loro confronti.

Il Tribunale ha riconosciuto che i militari erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nell'esercizio delle loro funzioni. Lo rende noto la Farnesina. La giurisdizione del caso Lexie è dunque dell'Italia. «È finita una lunga agonia», ha commentato Luigi Di Maio. «Mi sembra una buona notizia», ha sottolineato ilnvece il premier Giuseppe Conte.

«Sono stato quasi incredulo. Aspettavamo da tempo il verdetto. Il primo pensiero è stato di esclamare un 'finalmentè liberatorio, ma poi volevo conoscere il verdetto nel merito», ha detto all'ANSA il fuciliere di Marina Salvatore Girone dopo il verdetto del Tribunale. «Posso adesso riottenere la mia libertà personale - aggiunge -, purtroppo fino ad oggi vincolata dalle procedure lunghissime determinate dalla giurisdizione indiana». «Adesso so di essere un uomo libero. Mia figlia mi chiedeva sempre di andare a Disneyland, e non potevo mai accontentarla. Adesso potrò farlo», ha aggiunto. «L'immunità riconosciuta mostra che avevamo dunque l'immunità funzionale dal primo giorno di questa querelle. L'India ha fatto quello che non doveva fare, limitando le nostre libertà e tenendoci anche in prigione. Ho subito una grande ingiustizia da parte degli indiani», ha concluso.

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Secondo il Tribunale «l'Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l'India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all'imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell'equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony», a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala. «Al riguardo, il Tribunale ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti». 


Sul caso dei due marò, «l'Italia dovrà esercitare la propria giurisdizione e riavviare il procedimento penale sui fatti occorsi il 15 febbraio 2012, a suo tempo aperto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma», riferisce la Farnesina rendendo note le disposizioni del Tribunale arbitrale internazionale.
 

«Non abbiamo mai smesso di seguire questo caso, ma voglio ringraziare anche chi mi ha preceduto per la costanza e la determinazione impiegate su questa vicenda. L'Italia naturalmente rispetterà quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione. Oggi si mette un punto definitivo a una lunga agonia. Un abbraccio ai nostri due marò e alle loro famiglie», scrive il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.


 

I familiari


  «Finalmente questa storia si conclude», «non festeggeremo perché è ancora presto, ma facciamo un sospiro di sollievo. Un giorno qualcuno chiederà scusa a questi uomini che hanno portato avanti una storia da ben 8 anni con dignità e onore, non pronunciando mai una parola fuori posto»: così Giulia Latorre, figlia del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre commenta su Fb il verdetto il Tribunale internazionale che ha assegnato all'Italia la giurisdizione sulla vicenda che riguarda il padre e il marò Salvatore Girone.


 

Le reazioni
 

«Un risultato che accogliamo con soddisfazione, che mette fine a una vicenda che andava avanti da anni, particolarmente gravosa anche per i suoi aspetti umani. Per questo rivolgo un affettuoso pensiero ai nostri due marò e alle loro famiglie per i difficili momenti che hanno vissuto». Questo il commento del ministro della Difesa Lorenzo Guerini sul verdetto del Tribunale dell'Aja.

Anche il commissario europeo Paolo Gentiloni, su Twitter, sottolinea: «Il Tribunale internazionale riconosce la giurisdizione italiana nei confronti dei due Maro. Nel 2015 fu giusto affidare la controversia alla Corte dell'Aja. Grazie alla Farnesina e a tutti coloro che in questi anni hanno difeso le nostre ragioni».

Giorgia Meloni a Skytg24, ha sottolineato:«Siamo contenti di questa sentenza, che però lascia una grande rabbia e l'amaro in bocca. Lo sapevano tutti che la giurisdizione era dell'Italia. In dieci anni abbiamo subito un
sopruso».

Ultimo aggiornamento: 19:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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