Manovra: pensioni, flat tax, cartelle, bollette e superbonus
stipendi più alti, sostegni per le famiglie. Le novità

Sabato 24 Dicembre 2022 di Luca Cifoni
Manovra: pensioni, flat tax, cartelle, bollette e superbonus stipendi più alti, sostegni per le famiglie. Le novità

Le novità nell'ultima versione della Manovra: pensioni e stipendi più alti, sostegni per le famiglie, giù l'Iva per il pellet, cartelle stracciate fino a mille euro, superbonus 110% e Pos.

Tutto quello che c'è da sapere.

Manovra 2023, ok della Camera con 197 sì. Pensioni, smart working, reddito di cittadinanza: tutte le misure

Natalità

Assegno più alto nel primo anno di vita del bimbo

Viene potenziato con la manovra l’assegno unico e universale (Auu), entrato in vigore nel marzo di quest’anno in sostituzione di varie forme di sostegno alle famiglie. Le modifiche sono quattro. Per i figli di età inferiore a un anno scatta una maggiorazione del 50 per cento dell’importo stabilito dalle tabelle (175 euro mensili che si riducono al crescere dell’Isee del nucleo). Stesso aumento del 50 per cento è previsto per le famiglie in cui ci sono tre o più figli per ciascun bimbo di età compresa tra uno e tre anni. In questo caso però l’incremento del beneficio si applica solo in presenza di un Isee fino a 40 mila euro. Se nel nucleo ci sono quattro o più figli la maggiorazione già prevista e pari a 100 euro sarà elevata a 150. Infine la manovra renede strutturale la maggiorazione delle somme per le famiglie con disabili, che in precedenza si applicavano solo per il 2022.
La legge interviene poi sul congedo parentale fino al sesto anno di vita del bambino, prevedendo che per una mensilità la relativa indennità sia riconosciuta nella misura dell’80 per cento invece che del 30. Questa misura era originariamente prevista solo per le mamme ma è stata poi corretta con un emendamento: ora il congedo “arricchito” potrà essere sfruttato, alternativamente, da entrambi i genitori.

Reddito di cittadinanza

Perde il sussidio chi rifiuta un’offerta anche “non congrua”

Si accorcia di un mese l’erogazione del Reddito di cittadinanza agli “occupabili”, ovvero i beneficiari tra i 18 e i 59 anni abili al lavoro, non fragili e che non hanno a carico figli minori: riceveranno il sussidio fino al mese di luglio compreso (era fino ad agosto nella versione varata precedentemente dal Consiglio dei ministri). Arriva anche un’altra importante novità: il sussidio sarà revocato alla prima offerta di lavoro rifiutata, qualunque essa sia. Di fatto scompare la dicitura “congrua”, che stabiliva alcuni parametri (competenze e distanza dalla residenza) per rendere valida l’offerta ai fini di un eventuale rifiuto o meno. Con la modifica, quindi, la prima proposta potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità, e se non accettata porterà al termine della percezione del reddito di cittadinanza. Un’altra novità sul Rdc riguarda i giovani beneficiari tra i 18 e i 29 anni: a decorrere dal 1 gennaio 2023 l’erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo. In attesa della riforma complessiva della misura, nel 2023 non cambierà nulla invece per anziani e fragili: «Lasciamo la massima tutela a tutti coloro che non possono lavorare, agli over 60 e a chi è senza reddito e ha minori a carico» ha spiegato Giorgia Meloni. 

Luce e gas

Aiuti per le bollette fino a marzo, scende l’Iva per il pellet

 

l capitolo energia, intesa come contrasto al caro-bollette, assorbe i due terzi della manovra, ovvero 21 miliardi di euro. Le ultime novità inserite nel maxiemendamento che ha avuto l’ok della Camera riguardano la riduzione dell’aliquota Iva dal 22 al 5% per le fatture dei consumi dei servizi di teleriscaldamento, per il primo trimestre 2023, e dal 22% al 10% sulla cessione dei pellet per tutto il prossimo anno. 
Per tutelare famiglie e imprese dal caro-energia la manovra prevede, per il primo trimestre 2023, una serie di interventi sulla scia di quanto fatto dal governo precedente: il taglio degli oneri impropri delle bollette per tutti, il bonus sociale (con soglia Isee alzato a 15mila euro), il credito d’imposta rafforzato per le imprese. In arrivo anche la stop fino al 31 gennaio 2023 dei distacchi del gas. 
Le società con almeno il 75% di ricavi da energia, dovranno pagare un contributo straordinario per il 2023 sugli extraprofitti, pari un’aliquota al 50% sul reddito 2022 che eccede per almeno il 10% la media del 2018-21. 
Intanto tra pochi giorni, Il 29 dicembre, l’Arera determinerà le tariffe trimestrali per l’energia elettrica nel mercato tutelato, mentre il 3 gennaio la stessa Authority per l’energia fissera i prezzi, sempre per il mercato tutelato, del gas.Si attendono delle riduzioni.

Fisco

Dodici sanatorie, cartelle stralciate fino a 1.000 euro

Complessivamente sono dodici le forme di sanatoria fiscale introdotte nel nostro ordinamento: a quelle presenti nel testo originario della legge di Bilancio si è aggiunta la possibilità per le società sportive di dilazionare il versamento di imposte per quasi 900 milioni di euro. L’idea di fondo espressa dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo è quella di dare più tempo ai contribuenti colpiti prima dalla pandemia poi dalla crisi energetica. Di fatto le sanatorie accompagnano le varie fasi del rapporto tra cittadini e fisco, dalla formazione del debito fiscale fino alla riscossione. Viene prevista una forma di regolarizzazione anche per coloro che possiedono criptovalute. Normalmente non si tratta di condoni, nel senso che andrà sempre pagato il dovuto, mentre il risparmio sarà su interessi e sanzioni previste. Fa eccezione lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, relative al periodo che va dal 2000 al 2015: in questo caso è possibile a certe condizioni cancellare completamente il debito. Nel passaggio parlamentare sono state introdotte su questo punto alcune correzioni: il termine per l’operazione viene fissato al 31 marzo invece che al 31 gennaio e per quanto riguarda i versamenti da fare ad enti locali (come quelli relativi alle multe stradali) saranno i Comuni stessi a decidere se dare o meno questa possibilità ai propri cittadini.

Pos

Tornano le multe per chi rifiuta il bancomat per i micro-pagamenti 

Più che le polemiche è stato il “no” di Bruxelles a prevalere: nella manovra non c’è più la norma sul Pos, quella che cancellava le sanzioni per chi non accettava pagamenti elettronici sotto la soglia di 60 euro. Nell’approvare la legge di bilancio 2023 Bruxelles, infatti, aveva sollevato critiche sulla norma. Il rischio vero però era la perdita della tranche di aiuti del Pnrr in arrivo a fine dicembre (19 miliardi) visto che la lotta all’evasione fiscale fa parte degli impegni del governo e la norma sul Pos è stata considerata in contrasto con il principio. Il governo quindi ha deciso di cancellare la norma, promettendo fondi compensativi ai commercianti per le commissioni sulle carte di credito e bancomat per i micropagamenti. In definitiva si ritorna a quanto deciso dal governo Draghi: l’obbligo di accettare pagamenti elettronici anche per un caffè. Ovviamente il consumatore è libero, se vuole, di pagare in contanti. E, a proposito di contanti, la manovra innalza la soglia dei contanti da duemila a cinquemila euro. In questo caso le polemiche di chi è contrario perché teme un aiuto al riciclaggio non sono servite a nulla, e Bruxelles non ha potuto chiedere una riduzione del tetto, visto che ha appena deciso, a sua volta, una soglia massima al contante nell’Ue a diecimila euro. Ovvero il doppio di quanto stabilito dal governo Meloni.

Previdenza

Agli over 75 minime a 600 euro. Tagliata la rivalutazione 

Il pacchetto pensioni è articolato e nel complesso porta ad un risparmio di spesa che solo per il taglio alle rivalutazioni automatiche arriva a 2,1 miliardi nel 2023 e 10 miliardi complessivamente nel triennio. Le novità del maxiemendamento riguardano le pensioni minime degli over 75 che da gennaio 2023 salgono a 600 euro. Cambiano anche gli scaglioni della rivalutazione automatica all’inflazione: viene confermata la rivalutazione al 100% (7,3% inflazione 2022) per i trattamenti fino a 4 volte il minimo (l’incremento arriverà già con l’assegno pensionistico del 3 gennaio prossimo); nella fascia tra quattro e cinque volte il minimo la rivalutazione sarà dell’85% (nella prima versione era 80%); per gli assegni tra 5 e 6 volte il minimo la percentuale di rivalutazione scende dal 55 al 53%; nella fascia successiva (6-8 volte il minimo) si passa dal 50 al 47%; per la fascia tra 8 e 10 volte il minimo, la percentuale scende da 40 a 37%; per gli assegni superiori a 10 volte il minimo la rivalutazione sarà del 32% del parametro. Per quanto riguarda i pensionamenti anticipati entra in scena Quota 103 (62 anni d’età e 41 di contributi) e la stretta su Opzione Donna: il requisito anagrafico sale a 60 anni (58 se con due figli, 59 se con uno) ed è consentito soltanto a lavoratrici che assistono familiari disabili, licenziate o invalide.

Superbonus

Ultime possibilità per avere il 110% pieno

 

Molte novità sul superbonus, tra decreto Aiuti quater e manovra vera e propria. Dal primo gennaio il 110% generalizzato andrà in pensione. Per i condomini la detrazione scenderà al 90% a meno che l’assemblea non abbia deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas non sia stata presentata entro il 31 dicembre, o abbia deliberato dal 19 al 24 novembre 2022 ma presentando la Cilas entro il 25 novembre. Per le case unifamiliari (le cosiddette villette) nelle quali al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo, varrà ancora il 110% fino al 31 marzo 2023. Al di là dell’avanzamento dei lavori, le villette rigorosamente prima casa il cui proprietario abbia un «reddito di riferimento» non superiore a 15.000 euro potranno invece usufruire del bonus al 90% fino al 31 dicembre 2023. Sono state inserite anche norme per sbloccare i crediti fiscali relativi ai vari bonus edilizi.

Ultimo aggiornamento: 12:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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