Lucia Annunziata addio alla Rai, al suo posto ipotesi Luisella Costamagna. Tg e direzioni: tutte le nomine

Venerdì 26 Maggio 2023 di Francesco Bechis
Lucia Annunziata addio alla Rai, al suo posto ipotesi Luisella Costamagna. Tg e direzioni: tutte le nomine

Ora è ufficiale: la Rai dei patrioti è nata. Da un parto lungo e travagliato. Si è chiusa ieri mattina la partita per le nomine nella tv pubblica. Il via libera alla "Raivoluzione" del governo Meloni è arrivato da un voto a maggioranza del Consiglio di amministrazione, spaccato sulle scelte dei direttori dei tg. E intanto un nuovo addio eccellente agita le acque di viale Mazzini: dopo Fabio Fazio, anche Lucia Annunziata lascerà Rai 3 e la sua trasmissione "Mezz'ora in più" perché, ha scritto in una lettera ai dirigenti, «non condivido nulla di questo governo».

 

Cda diviso sulle nomine

Nessuno alla vigilia delle nomine si attendeva una transizione soft. E in effetti soft non è stata la riunione che ieri ha tenuto a battesimo la nuova Rai al settimo piano di viale Mazzini. Sul tavolo del Cda è atterrato il pacchetto completo: tg da una parte, direzioni di genere dall'altra. Sul primo fronte nessuna novità. Gian Marco Chiocci, giornalista esterno e di lunghissimo corso, prenderà il timone del Tg1 e lascerà l'Adnkronos, Antonio Preziosi guiderà il Tg2, Mario Orfeo resterà in sella al Tg3. Tutto bene dunque? Non proprio. Sulle nomine Tg si è infatti aperta una crepa in consiglio. A servire il colpo di scena la presidente Marinella Soldi, che si è accodata alla consigliera dem Francesca Bria e all'indipendente Riccardo Laganà votando un secco no. La ragione, almeno quella ufficiale, è che la Rai sovranista non brilla per parità di genere e tra le new entry alcune, come Chiocci, che avrà un contratto di un anno, sono a breve termine. Tant'è. Le nomine hanno comunque ottenuto il semaforo verde del Cda grazie ai voti dell'ad Roberto Sergio, dei due consiglieri di maggioranza Simona Agnes (Fi) e Igor De Biasio (Lega) e l'astensione del consigliere in quota M5S Alessandro Di Majo.

Il minimo sindacale.

L'addio dell'Annunziata

A rovinare la festa della Rai meloniana l'addio al veleno di Lucia Annunziata, che della Rai è stata presidente e a lungo volto di punta sul terzo canale. In una lettera spedita all'ad la giornalista spiega le ragioni della decisione. «Non condivido nulla dell'operato dell'attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi - scrive - in particolare non condivido le modalità dell'intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell'azienda». È questo il secondo addio illustre in casa Rai 3, dopo l'uscita di scena di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto diretti a Discovery. Un vero e proprio caso che ieri ha fatto accapigliare maggioranza e opposizioni. «Mi spiace, non sapevo fosse dipendente Rai» è il commento caustico del ministro della Difesa meloniano Guido Crosetto, «il mondo va avanti» punge il forzista Maurizio Gasparri. Mentre il senatore dem in Vigilanza Rai, Francesco Verducci, parla di «clima di epurazione».

L'ipotesi Costamagna

Sul futuro della giornalista si rincorrono i rumors. Tra questi, crescono le quotazioni di una sua candidatura alle elezioni europee del 2024 fra le file del Pd. Per il suo posto, nel pomeriggio Rai 3 della domenica, si fa il nome di Luisella Costamagna. Dell'addio comunque si dice «dispiaciuto» Sergio, che nel primo consiglio da ad aveva rinnovato per il prossimo anno la scheda programma di Mezz'Ora in più. In una lunga lettera ai dipendenti il nuovo timoniere della Rai ha cercato di calmare le acque. Le nomine, spiega Sergio, «puntano a consentire una ripartenza efficace di tutte le attività aziendali» e poi «nessuna delle persone che ha cambiato ruolo è stata collocata in una posizione che non sia equivalente e coerente». Si accoda la consigliera Agnes: «Le nomine che abbiamo approvato oggi delineano una Rai equilibrata, dinamica e pluralista».

 

Tutti i nomi

Dal Cda di ieri è arrivato il via libera anche al valzer nelle direzioni di genere, la vera plancia di comando della tv pubblica. Ecco la quadra: Paolo Corsini agli Approfondimenti in quota FdI, esulta la Lega per l'approdo di Marcello Ciannamea al Prime Time, la direzione delle prime serate (e di Sanremo), da lì Stefano Coletta si sposterà alla Distribuzione. E ancora: in quota FI, Jacopo Volpi atterra alla direzione di Raisport, Sergio Santo sarà ad di RaiCom. Monica Maggioni avrà l'offerta Informativa e una seconda serata su Rai1 il lunedì. Il Raibaltone, come ogni volta, vede vinti e vincitori.

Tra gli ultimi c'è il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte. Il patto con FdI nel Cda ha retto e ha fruttato: i pentastellati portano a casa Rai Parlamento per Giuseppe Carboni e la direzione Cinema per Adriano De Maio, Radio 2 per Simona Sala e la presidenza Raicom per Claudia Mazzola. Un exploit che tende a fior di pelle i nervi in casa Pd. E ora agita i sospetti. «L'astensione di Alessandro Di Majo, in quota Movimento 5 stelle, nel Cda Rai è un brutto segnale - tuona il dem Sandro Ruotolo - Si è avallato qualcosa di più di una semplice occupazione del servizio pubblico».

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 12:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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