Un milione e 200 mila euro. E' quanto vale - secondo la compagnia di assicurazione della fabbrica tessile di via Garigliano a Montemurlo - la vita di Luana D'Orazio, l'operaia di di 22 anni madre di un bambino che oggi ne ha 6, morta lo scorso 3 maggio a Prato inghiottita da un macchinario tessile.
L'assicurazione ha tenuto conto delle tabelle previste per legge nei casi di infortunio mortale liquidando ai parenti stretti della giovane la somma massima di 336.500 euro ciascuno alla mamma di Luana, al padre e al figlio. Oltre a 100mila euro per il fratello disabile di Luana. Ma il risarcimento non sarebbe tuttavia congruo secondo i familiari. «Tra poco più di un mese sarà un anno che piango Luana. E il 7 aprile si aprirà a Prato il processo con i tre imputati - spiega - E allora se queste persone vogliono preparare strategie di difesa lo facciano in silenzio senza tormentare me e la mia famiglia. Non si può giocare con la vita di una famiglia colpita duramente da una tragedia. Io sto vivendo un calvario infinito ma il mio dolore non viene rispettato». «Ho solo due grandi desideri», conclude la mamma di Luana chiedendo «che sia fatta giustizia e che non ci siano più morti sul lavoro».
Luana D'Orazio, morta stritolata. «Macchinario manomesso per produrre l’8% in più»