Gli 007: in Italia 11 foreign fighters. Nel mirino i jihadisti reduci del conlitto siriano

Sabato 30 Dicembre 2017 di Valentina Errante
Meriem Rehally la studentessa 20enne di Arzegrande di origini marocchine sparita da casa il 14 luglio 2015 per unirsi all'Isis
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Sono in tutto undici. Foreign fighters rientrati in Italia dai territori di guerra e attualmente monitorati dall'intelligence. Combattenti della jihad, come la trentaseienne naturalizzata italiana arrestata a Malpensa sulla base di un mandato di cattura europeo alla vigilia di Natale, che si trovano attualmente sul nostro territorio, per alcuni l'espulsione non è possibile, proprio perché si tratta di cittadini italiani. Una rete che le forze di polizia controllano e considerano preziosa per ottenere informazioni sui contatti del terrore in tutta Europa.
Ma il conto dei soldati legati all'Italia, partiti per ingrossare le fila dell'esercito dell'Isis è molto più alto, sono in tutto 129. Persone collegate al nostro Paese o addirittura con cittadinanza italiana.

LE CIFRE
Secondo fonti di intelligence sono 129 i soggetti collegati all'Italia che sono stati coinvolti, a vario titolo, nel conflitto siriano-iracheno. Di questi, otto sono italiani e hanno lasciato le nostre città per le zone calde della jihad. Sedici, invece, hanno doppia nazionalità ma non sono partiti dall'Italia per andare a combattere.
Altri 36 jihadisti non sono italiani, ma hanno raggiunto i territori di guerriglia partendo proprio dall'Italia. Nel numero rientrano anche 57 jihadisti combattenti in Siria che hanno avuto rapporti con l'Italia o sono passati dalle nostre città. Infine 12 sono i siriani arrivati nel nostro Paese e poi ritornati in patria per combattere nell'esercito dell'Isis.
Dei 129 arruolati 42 sono morti combattendo, mentre 23 sono rientrati in Europa. Solo undici si trovano attualmente sul territorio italiano e vengono monitorati dall'intelligence e dalle forze di polizia. Una scelta strategica, che consente di sottoporre all'attività investigativa eventuali cellule e individuare possibili contatti con altri soggetti pericolosi.

L'ARRESTO
Nel monitoraggio dell'intelligence rientra anche Raja, la foreign fighter marocchina naturalizzata italiana arrestata a Malpensa il 23 dicembre in esecuzione di un mandato di cattura europeo firmato dalla Francia. Sarà estradata già oggi, lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano, che ieri ha accolto la richiesta di consegna delle autorità parigine.
Richiesta alla quale la 35enne, presente ieri in udienza in abiti occidentali ma con il capo coperto, ha prestato il suo consenso esprimendosi in un fluente italiano. La donna viveva in Costa Azzurra insieme al marito di origini napoletane e ai suoi tre figli, prima di fuggire in Siria per raggiungere un soldato dell'Isis conosciuto via internet del quale si era invaghita. Circa nove mesi fa è arrivata a Termanin, vicino ad Aleppo, insieme ai piccoli di 6, 8 e 10 anni. Avrebbe poi deciso di ritornare in Europa poiché nel Paese islamico non ha trovato la vita che aveva immaginato. La Procura milanese ha comunque aperto un fascicolo e procederà con gli esami sul telefono e sul computer sequestrati, dai quali la donna ha cancellato tutti i dati.

LE ESPULSIONI
Sono salite a 105, nel 2017, rispetto alle 66 del 2016, le espulsioni disposte con decreto del ministro dell'Interno Marco Minniti per motivi di sicurezza. Tutti i soggetti, per la maggior parte di nazionalità tunisina, marocchina ed egiziana, sono stati accompagnati nel paese di provenienza. Tra i 237 espulsi dal 2015 si contano anche quattordici imam e due esponenti di centri culturali islamici, considerati responsabili di iniziative estremiste e di incitamento alla violenza interreligiosa e interrazziale.
 
Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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