L'Aquila, il terremoto e lo choc per la “colpa delle vittime”. «Sentenza vergognosa»

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Giovedì 13 Ottobre 2022 di Stefano Dascoli
L'Aquila, il terremoto e lo choc per la “colpa delle vittime”. «Sentenza vergognosa»
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L'AQUILA - Il palazzo è stato ricostruito. Mancano le ultime procedure burocratiche per la riassegnazione ai proprietari o ai loro eredi. Via Campo di Fossa 6B: qui, il 6 aprile 2009, c'era un ammasso informe di macerie sotto cui hanno perso la vita 27 persone. La più grande tomba di quella catastrofe. Un simbolo. Angelo Bonura, tra queste mura oggi nuove di zecca - e finalmente antisismiche - non tornerà. «Non ce la faccio, se vuole ci verrà mia figlia». Lui si è salvato per miracolo, ma qui, in quella maledetta notte, è morta sua moglie, Nadia Ciuffini. Che, per il giudice civile del Tribunale dell'Aquila, Monica Croci, è stata incauta nel restare in casa nonostante le due scosse che hanno preceduto quella principale. E, quindi, è colpevole di «concorso di colpa». Come tutte le altre vittime di quella sciagura. Una sentenza-choc che ha provocato, è il caso di dirlo, un altro terremoto.

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NESSUNA ISTANZA
Bonura, ex vice sindaco dell'Aquila, non ha presentato istanza di risarcimento («Come avrei potuto acquistare una casa o un'auto, con i soldi di mia moglie? Ho preferito evitare»), ma è ugualmente tra coloro che quella sera, incautamente per il giudice, avevano scelto di restare in casa. «La commissione Grandi rischi ci aveva rassicurato - dice al Messaggero - e a questo ci siamo affidati, all'informazione, alle notizie. Si parlava di scarico di energia e invece oggi scopriamo che avremmo dovuto badare non alla scienza, non ai modelli matematici che pure c'erano, ma alle nostre paure, ai nostri timori, alle nostre sensazioni. Nel nostro condominio nessuno, quella sera, ha pensato di uscire. Sono sconvolto: sembra di essere tornati all'Età della Pietra».
Come lui una città intera indignata contro il pronunciamento civile che taglia del 30 per cento i risarcimenti ai familiari delle vittime.

A tal punto da sfidare la pioggia battente, ieri sera, per presidiare pacificamente il Parco della Memoria, il luogo che dopo tante peripezie è stato realizzato per commemorare le 309 persone che il sisma non ha risparmiato. Tra gli ombrelli, vessilli neroverdi - i colori della città - e cartelli ironici: «Anche io voglio il 30 per cento di responsabilità».

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LA RABBIA
Non tutti i familiari delle vittime hanno voglia di parlare. In generale prevale il silenzio per evitare, sostengono quasi tutti, «di riaprire la ferita, perché - dicono - è una sentenza che fa male come il sisma». C'è chi, però, la sua indignazione la vuole comunque urlare. È il caso di Americo Sebastiani, il fratello di Lorenzo, un giovane rugbista di appena 21 anni. «L'ultima volta che l'ho sentito quella sera era circa mezzanotte - ricorda Americo -, mi disse che sarebbe andato a tranquillizzare alcuni studenti fuorisede. D'altronde in quel periodo era così, eravamo abituati alle rassicurazioni». La sentenza, dice Sebastiani, «uccide i nostri cari per la seconda volta. Mi piacerebbe sapere - aggiunge in tono amaro - se i giudici erano in città nel 2009, dentro casa o fuori. La rabbia di oggi deriva dalla consapevolezza che forse non ci è resi conto di quello che è successo, probabilmente si è lontani dalla realtà delle cose, dalla situazione di quei giorni. La sentenza ci fa rivivere lo stesso dolore di 13 anni fa. Tutto ci fa pensare che oggi ci si esprima così perché qualcuno ritiene che sia passato molto tempo».
Il dolore dei familiari del cimitero di via Campo di Fossa è lo stesso degli altri. Vincenzo Vittorini, medico, ha perso moglie e figlia poco distante, in via Luigi Sturzo: «La sentenza è sbalorditiva, scandalosa, fa pensare. C'è amarezza perché il tempo passa, ma invece di trovare le responsabilità messe sotto al tappeto, si arriva alle assurdità». E ancora: «Vergognatevi. Oggi, li avete uccisi tutti, un'altra volta», scrive Laura Ciolli, sorella di Danilo, ragazzo di Carovilli, Isernia, morto nel crollo della Casa dello Studente.

 

Ultimo aggiornamento: 12:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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