«Il confronto in parlamento è più che giusto, ma per la legge sullo Ius culturae non c'è fretta: non è una priorità». Dai vertici del M5S arriva la frenata sulla proposta di cittadinanza ai bambini nati in Italia che abbiano frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, uno o più cicli di studio.
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Il timore di Luigi Di Maio è che una legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati possa gonfiare le vele a Matteo Salvini, che non a caso è tornato all'attacco: «La cittadinanza facile non ci piace comunque la chiamino. L'integrazione è un percorso, la cittadinanza non è un biglietto al luna park», dice appunto il leader della Lega.
Di fatto la proposta, a distanza di un anno, è stata di nuovo incardinata nella commissione Affari Costituzionali della Camera, presieduta dal grillino Giuseppe Brescia, area Roberto Fico. All'interno del Movimento su questo tema, come sui diritti in generale, ci sono posizioni divergenti.
L'ala sinistra, che si rivede nel presidente della Camera, spinge sull'acceleratore. Al contrario, però, del mondo che ruota intorno al Capo politico. Timoroso, pieno di dubbi e in parte, concettualmente, contrario. E dunque per il momento la commissione si occuperà di altro. Anche perché in calendario sembrano avere la precedenza altre leggi: dal taglio dei parlamentari (si inizia questa settimana) al conflitto d'interessi (calendarizzato a novembre).
LE REAZIONI
La destra è già sulle barricate. Ecco Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia: «Raccogliamo le firme per chiedere al presidente Mattarella di non promulgare una legge sulla quale gli italiani sono contrari e che incide così tanto sulla nostra società e saremo a Montecitorio giovedì mentre si discute in commissione, per raccogliere le firme».
Il Pd è pronto ad andare avanti, idem Italia Viva di Matteo Renzi, per non parlare della sinistra. Il problema è appunto tutto dentro la maggioranza giallo-rosé. Ma anche nel centrodestra dalle parti di Forza Italia non arriva uno stop netto.
L'APERTURA
Spiega infatti il deputato Osvaldo Napoli: «Lo ius culturae è solo un modo diverso di riproporre il problema irrisolto dell'acquisizione della cittadinanza italiana da parte degli immigrati». Ecco perché l'esponente del partito di Berlusconi conclude con un'affermazione che sembra volta al dialogo: «Ridurre la dialettica parlamentare allo schema per cui l'opposizione si limita a dire solo no a qualsiasi proposta del governo significa avere una visione asfittica della democrazia, sicuramente poco liberale».
Ma il nodo rimane tra i pentastellati.