Istruzione, in Italia aumenta il divario Nord-Sud. E in Europa solo Malta, Portogallo e Spagna peggio

Mercoledì 22 Luglio 2020
Istruzione, Italia bocciati: in Europa solo Malta, Portogallo e Spagna peggio
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Gli italiani e il livello di istruzione in Europa, dati molto severi giungono dall'ultimo rapporto Istat. Il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni in Italia ha almeno il diploma, nell'Ue il 78,7% (nell'Ue a 28) dato che in alcuni tra i più grandi paesi dell'Unione sale ancora: 86,6% in Germania, 80,4% in Francia e 81,1% nel Regno Unito. Gli italiani, quindi, sono tra fra gli ultimi in Europa per livello di istruzione. Solo Spagna, Malta e Portogallo hanno valori inferiori all'Italia.  

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Non meno ampio è il divario rispetto alla quota di popolazione di 25-64enni con un titolo di studio terziario: in Italia, si tratta del 19,6%, contro un valore medio europeo pari a un terzo (33,2%). Anche la crescita della popolazione laureata è più lenta rispetto agli altri paesi dell'Unione, con un incremento di soli +0,3 punti nell'ultimo anno (+0,9 punti in media Ue) e di +2,7 punti nell'ultimo quinquennio (+3,9 punti). I livelli e la velocità di cambiamento di questi indicatori - spiega l'Istituto di statistica - risentono anche della struttura demografica della popolazione e della sua evoluzione. Per questo sono stati identificati più indicatori in grado di dar conto in modo compiuto del posizionamento dei diversi paesi e soprattutto dei sentieri di sviluppo del grado di istruzione della popolazione e delle sue relazioni con il successo sul mercato del lavoro.

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Non crescono i laureati. I giovani in Italia sono più istruiti del resto della popolazione: nel 2019, oltre i tre quarti (76,2%) dei 25-34enni ha almeno il diploma di scuola secondaria superiore, a fronte di appena la metà (50,3%) dei 55-64enni, del 57,7% dei 45-54enni e del 68,3% dei 35-44enni. Lo svantaggio dell'Italia rispetto al resto dell'Europa nei livelli di istruzione della popolazione, pur riducendosi nelle classi di età più giovani, resta comunque marcato. La strategia Europa2020 aveva tra i target per l'istruzione l'innalzamento della quota di 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario, considerato un obiettivo fondamentale per una «società della conoscenza». È quanto emerge nel Report dell'Istat sui livelli di istruzione. Nel 2019, in Italia, la quota di giovani laureati non cresce (27,6%; -0,2 punti rispetto al 2018) mentre l'Unione europea, la Francia, la Spagna e il Regno Unito (pur avendo già superato l'obiettivo strategico del 40%) registrano, nel 2019, un ulteriore aumento (+0,9, +1,3, +2,3 e +1,2 punti). L'Italia resta dunque al penultimo posto nell'Ue, in posizione davvero isolata, seconda solo alla Romania. La bassa quota di giovani con un titolo terziario risente anche della molto limitata disponibilità di corsi terziari di ciclo breve professionalizzanti , in Italia erogati dagli Istituti Tecnici Superiori. Nonostante questi corsi siano diffusi solo in alcuni Paesi europei, in Spagna e in Francia danno origine a circa un terzo dei titoli terziari conseguiti . Il divario con la media europea è ancora più marcato se si considerano i giovani stranieri: nel 2019, in Italia, solo il 12,8% dei 30-34enni stranieri ha un titolo terziario, a fronte del 38,7% nell'Ue (34,3% in Germania, 31,3% in Spagna, 42,8% in Francia e 55,7% nel Regno Unito). Nell'ultimo anno resta invariato il differenziale, molto marcato, a favore delle donne: una giovane su tre è laureata, mentre lo è solo un giovane su cinque, un vantaggio peraltro superiore a quello medio europeo.

Molto marcato e in considerevole aumento negli anni il divario territoriale a sfavore del Mezzogiorno, dove si laurea circa un quinto dei giovani (21,2%, stabile rispetto al 2018), contro l'oltre 30% registrato nel Nord (31,4%, -1,1 punti rispetto al 2018) e nel Centro (31,3%, +1,4 punti).
Permane dunque una forte criticità nel perseguire gli obiettivi di equità nel raggiungimento di adeguati livelli di istruzione, fondamentali a garantire cittadinanza attiva e congrue opportunità di accesso al lavoro.

Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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