Strage di Valle Aurina, i morti salgono a 7. L'investitore: vorrei essere al loro posto

Lunedì 6 Gennaio 2020
Incidente Alto Adige, la dottoressa, il calciatore, l architetto: chi sono i 6 ragazzi morti
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INNSBRUCK - Vite stroncate, sogni infranti. C’era chi voleva diventare un calciatore, chi stava studiando per diventare architetto, chi invece sognava di salvare vite facendo il medico. Sogni brutalmente spazzati via nella notte tra il 4 e il 5 gennaio dall’impatto con l’Audi TT di Stefan Lechner, che guidava con tasso alcolico quattro volte il consentito . Il terrificante incidente avvenuto in valle Aurina, a Lutago, in Alto Adige, ha fatto sul colpo sei vittime.

Erano tutti molto giovani, tutti di nazionalità tedesca. Insieme a Rita Felicitas Vetter sono morti Julius Valentiin Uhlig di Colonia, Katarina Majic, Julian Vlam di Siegen, Rita Bennecke di Remschied e Philipp Schulte che 23 anni li avrebbe compiuti solo tra pochi giorni. «Le notizie che giungono dall' Alto Adige sono sconvolgenti. Una serata allegra è finita in una catastrofe. Sono in lutto con coloro che la scorsa notte hanno perso figli, fratelli e amici», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in un tweet diffuso dal portavoce del governo poche ore dopo la strage. 

Le vittime salgono a 7. È deceduta alla clinica universitaria di Innsbruck, J.S.H. di 21 anni, investita sabato notte da un'auto a Lutago, in valle Aurina. Sale così a sette il bilancio delle vittime. La ragazza era stata portata ancora di notte in gravissime condizioni con l'elisoccorso Aiut Alpin in Austria, oggi è deceduta per le ferite riportate nell'incidente. 

Il fermato: «Vorrei essere al loro posto». «Vorrei essere io al posto di quei ragazzi». Lo ha detto Stefan Lechner, l'automobilista 27enne che ha provocato sabato sera l'incidente con sei morti a Lutago in valle Aurina, come riferisce all'ANSA il suo legale, Alessandro Tonon. Voleva uccidersi. Il giovane ha anche raccontato di non essersi allontanato dal luogo dell'incidente. «È sceso dalla macchina e ha tentato di rianimare uno dei ragazzi e quando sono arrivati i carabinieri e andato da loro dicendo: Sono stato io», afferma Tonon.





Rita era una studentessa di medicina. Dopo il percorso all’università di Tübingen - cittadina della Germania sud-occidentale -  si era trasferita ad Amburgo per la specializzazione. Sulla pagina della Mitwohnzentrale di Amburgo, un blog su cui ci si presenta per cercare coinquilini, Rita si presentava così: «Sono sportiva e se ti piace fare jogging è un attività che potremo fare insieme. Il mio studio richiede molto impegno e a volte scompaio tra i libri. Ma altrimenti mi piace cucinare insieme, uscire la sera per bere una birra o un buon bicchiere di vino». Katarina invece era originaria dei Balcani, ma la sua casa era lungo il Reno, come la maggior parte delle vittime. Di lei si sa pochissimo se non che fosse di Wuppertal e avesse frequentato una scuola tecnica. E pochissimo si sa anche di Philipp Schulze se non che avrebbe compiuto 23 anni alla fine del mese.
 
 

Julian Vlam, come tanti ragazzi, sognava di fare il calciatore professionista. Centrocampista in forza al Tsv Siegen, Julian era molto stimato dai compagni che ne ricordano le doti dentro e fuori dal campo. «Dava sempre il massimo: anche quando entrava dalla panchina. Una presenza preziosa la sua: quest’anno aveva già segnato due gol» ricordano i compagni del Siegen, formazione che milita nel campionato interregionale germanico. «Adesso che Julian non c’è più, ottenere la promozione sarà molto più difficile». Anche Julius Valentin Uhlig arrivava da Colonia e pure lui era un vero appassionato di calcio. Tifoso del Fortuna Köln, era tesserato al gruppo ultras degli squali. Julius studiava architettura e avrebbe voluto seguire le orme del padre, docente universitario tra i massimi esperti del movimento Bauhaus. Appassionato di montagna, la sua pagina social è piena di foto di vette innevate.



 

Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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