Formigoni, la Procura contabile chiede 60 milioni all’ex governatore e dagli altri imputati nel processo Maugeri

Mercoledì 22 Maggio 2019
Formigoni, la Procura contabile chiede 60 milioni all ex governatore e dagli altri imputati nel processo Maugeri
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Formigoni e gli altri imputati nel processo sulla vicenda dei finanziamenti erogati dalla Regione Lombardia alla Maugeri fino all'anno 2011 «paghino 60 milioni di euro». La Procura lombarda della Corte dei Conti ha chiesto la condanna al risarcimento del «danno erariale». Vicenda che sul fronte penale ha portato alla condanna definitiva per corruzione a 5 anni e 10 mesi per Formigoni, ora in carcere.

Roberto Formigoni, la sua prima notte in cella: tra i compagni in carcere Alessandro Boettcher e Alberto Stasi

All'ex numero uno del Pirellone, che si trova in carcere dal 22 febbraio scorso dopo la condanna in via definitiva per corruzione, sono stati già sequestrati in via conservativa, lo scorso giugno, dalla Procura regionale della Corte dei Conti, 5 milioni di euro, compresi vitalizi e pensione, e in caso di condanna quella cifra potrebbe essere pignorata. La decisione sulla richiesta di oggi dei pm contabili, guidati dal procuratore Salvatore Pilato, davanti alla prima sezione della Corte dei Conti sarà depositata nelle prossime settimane.

Stamani i sostituti procuratori della Corte dei Conti, Antonino Grasso e Alessandro Napoli, hanno ricostruito che Formigoni e gli altri imputati avrebbero fatto parte di un «sodalizio di persone fisiche» a cui sarebbero stati retrocessi quei circa 60 milioni di euro di finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Lombardia, a titolo di «funzioni non tariffabili», alla Fondazione Maugeri con sede a Pavia. Gli imputati nel procedimento sono, oltre all'ex governatore e alla Fondazione Maugeri, l'ex patron della struttura sanitaria Umberto Maugeri, l'ex direttore finanziario Costantino Passerino, e i 'collettori' delle tangenti a favore del Governatore (tra cui spese per vacanze e anche l'uso di yacht) Pierangelo Daccò e l'ex assessore lombardo Antonio Simone.

«L'impianto accusatorio della Procura della Corte dei Conti - ha detto il pm Grasso nella requisitoria - si basa in buona parte, ma non solo, sulla ricostruzione accusatoria fatta dalla Procura ordinaria.

E riguarda, in particolare, la concessione di finanziamenti pubblici a titolo di 'funzioni non tariffabili' che in parte sono stati utilizzati per remunerare le prestazioni rese dalla struttura sanitaria, e in buona parte, per circa 60 milioni, sono stati retrocessi alle persone fisiche, che fanno parte di un sodalizio».

«Formigoni sta affrontando con molta dignità la carcerazione, è assolutamente convinto della sua innocenza, speriamo che al più presto gli venga riconosciuta la possibilità di scontare la detenzione agli arresti domiciliari», ha detto il difensore dell'ex governatore lombardo, l'avvocato Riccardo Marletta.

Il legale di Formigoni, in aula ha eccepito l'avvenuta prescrizione delle condotte del suo assistito nel procedimento davanti alla Corte dei Conti. «La legge prevede un termine di prescrizione che è 5 anni - ha spiegato il legale - che decorre dal verificarsi dell'evento dannoso e che, in questo caso, è riconducibile alle delibere adottate via via negli anni». Il legale ha spiegato che «la Procura eccepisce invece il contenuto di una norma per cui nel caso di occultamento doloso del danno, il termine decorre dal momento della scoperta del danno. Noi replichiamo - ha aggiunto - che non c'è stato alcun occultamento doloso, dato che il danno lo si fa risalire a queste delibere, diciamo che queste delibere hanno avuto tutta la pubblicità del caso».

E ancora: «Chiunque aveva conoscenza delle delibere, tanto che la stessa procura della Corte dei Conti aveva iniziato a esaminarle nel 2012 e aveva espresso perplessità rispetto al riconoscimento di queste 'funzioni non tariffabili'» erogate dalla Regione alla Fondazione pavese. Nel suo intervento il difensore ha sottolineato anche che «in tutta la documentazione istruttoria, non c'è un solo passaggio in cui si dica che il presidente Formigoni ha fatto pressioni per favorire la Maugeri». Secondo il legale, le delibere di Giunta con cui si è dato il via ai finanziamenti alla Maugeri «sono il frutto di valutazioni collegiali che hanno comportato il coinvolgimento di uffici, quindi non è pensabile che possa essere riconosciuta la responsabilità soltanto del presidente Formigoni, fermo restando che un suo coinvolgimento non è mai stato provato nella maniera più assoluta».

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