Guerra, l’Italia stringe i tempi: militari più addestrati, missile Grifo e subito nuovi blindati

La strategia “combattente” della Difesa. Il comandante: «Maggiore preparazione»

Giovedì 5 Maggio 2022 di Nicola Pinna
Guerra, l’Italia stringe i tempi: militari più addestrati, missile Grifo e subito nuovi blindati
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Grifo arriverà entro tre anni ma già promette bene. E basta un dettaglio per spiegarlo: il nuovo super-missile, di cui l’Esercito italiano attende le prime forniture, assicura protezione efficace su quelle che gli strateghi della Difesa definiscono «minacce della terza dimensione».

Quali siano è presto detto: aerei da combattimento, elicotteri, missili cruise e attacchi pianificati con i droni. I test preliminari sul sistema Grifo sono già stati fatti, la produzione inizia l’anno prossimo e nel 2025 l’Italia avrà i nuovi apparati a corta gittata per rafforzare la contraerea. Alcuni mesi fa, quando i contratti sono stati firmati, non sembrava esserci troppa fretta ma ora l’obiettivo è accelerare il più possibile. C’è bisogno di potenziare l’armamento e la difesa, con l’eco dei bombardamenti che arriva dal versante orientale dell’Europa.

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La minaccia si è fatta pesante e pressante e le nostre forze armate si adeguano. La tranquillità del tempo di pace è un lusso che non ci si può più concedere. Lo Stato maggiore certo non parla di un piano per stravolgere programmi e operatività, ma l’ordine è chiaro: intensificare l’addestramento, non sguarnire i reggimenti che si devono occupare delle attività operative e schierare tutti i mezzi possibili che possono essere necessari per scongiurare gli attacchi. E poi c’è un programma di ammodernamento. Una lista precisa di acquisti già finanziati e segnati nel calendario. L’Esercito cerca di fare in poco tempo una piccola rivoluzione interna. Il capo di Stato maggiore, Pietro Serino, lo dice chiaro nel giorno in cui si festeggiano i 161 anni della forza armata. L’ordine è chiaro: «La capacità professionale si basa sull’addestramento, perché qualsiasi sistema d’arma, moderno o datato, richiede preparazione – sottolinea il generale -. L’addestramento necessita di risorse e aree addestrative. Le risorse sono state nel tempo vittime di tagli di contabilità che hanno sacrificato efficienza ed efficacia dei nostri reparti.

La forza armata ha un solo compito: difendere il popolo da sopruso e prepotenza». 
Pronti alla guerra nessuno lo dice, ma con le minacce della Russia di Vladimir Putin non si può far finta di non sentire. E l’Esercito italiano infatti ha preparato la sua lista della spesa. Il missile Grifo certo non basta. Prima di tutto c’è da potenziare il garage dei blindati e dei carri armati e soprattutto dell’artiglieria. In arrivo ci sono i Lince di seconda generazione, più sicuri e più potenti, e le nuove blindo Centauro, digitalizzate, resistenti alle mine e agli esplosivi improvvisati e dotate di un cannone da 120 millimetri. I primi mezzi sono già stati consegnati alla Scuola di cavalleria, gli altri arriveranno in pochi mesi. A fine anno, in più, saranno consegnati anche i nuovi carri armati Ariete: i mezzi corazzati dell’Esercito che saranno assegnati ai vari reggimenti avranno cingolature più resistenti, un motopropulsore più potente e anche maggiori dotazioni di sicurezza. E visto che il progetto dell’Ariete sembra non essere venuto benissimo, nell’arco di alcuni anni anche l’Esercito italiano avrà un nuovo carro armato: si chiamerà Main Battle Tank e sarà lo stesso in dotazione a diversi paesi della Nato. 

 

DIFESA DALL’ALTO

Il programma per l’Esercito in tempo di “guerra alle porte” è fatto anche di nuovi elicotteri tattici: addio ai vecchi Mangusta, arriva il nuovo Ah-249 Nees, adatto «al combattimento nella terza dimensione» e che sarà affiancato anche dal supertecnologico Luh. Per i reggimenti l’ordine dello Stato maggiore è preciso: addestrarsi a combattere. E per i prossimi mesi è pronto anche un piano di esercitazioni: 59, ovviamente con scenari diversi, tutte adatte alle specificità dei singoli reparti. «Più combattimento e meno pattuglie nelle strade»: l’ha annunciato anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e i generali hanno subito approvato e apprezzato. E anche per questo il generale Pietro Serino sottolinea la necessità di ampliare al più presto gli spazi per l’addestramento. «Le aree si sono ridotte nel tempo: spazi sempre più piccoli e sempre più soggetti a limitazioni che talvolta compromettono l’efficacia delle attività che si svolgono al loro interno. Il rispetto dell’ambiente è un tema che ci sta a cuore e chi è responsabile della preparazione dell’esercito si pone il problema di conciliare le esigenze di efficienza dei reparti con la salvaguardia dell’ambiente. Solo così possiamo dedicare la maggior parte del nostro tempo alla preparazione dei reparti per affrontare i rischi della nostra difficile professione». 

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 20:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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