«Green Pass obbligatorio per entrare nella mia enoteca». Proprietaria minacciata sui social: «Non cambio idea»

Mercoledì 21 Luglio 2021 di Francesco Malfetano
Green Pass obbligatorio per entrare in enoteca, proprietaria minacciata sui social: «Ma non ci ripenso»

«Io mi sono stancata. Ho rivisto il buio alla fine del tunnel anziché la luce e allora mi sono detta stavolta decido io, nel mio locale si entra solo con il Green Pass. Poi sono arrivati gli insulti e le minacce, ma non mi toccano per nulla. I miei clienti sono tutti qui, c'è il pienone». Cinzia Orabona risponde all'ora dell'aperitivo. Al telefono si sente in sottofondo il chiacchiericcio dei clienti di Prospero, l'enoteca letteraria («È anche boutique erotica! Lo scriva» rivendica), che gestisce a Palermo, a una decina di minuti a piedi dallo stadio Renzo Barbera.
«Scusi ma sento poco» dice, «intanto continuo a preparare i cocktail abbia pazienza, ma le dico subito che tutta la bufera che mi ha colpito arriva da gente che non conosco.

Sono leoni da tastiera. I palermitani sono qui, ora, mi hanno dato la loro solidarietà».

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Signora Orabona è stata praticamente la prima in Italia ad imporre l'uso del Green Pass per accedere nel suo locale. Com'è arrivata a questa decisione?
«Qualche giorno fa ho rivisto i contagi che risalivano per l'ennesima volta e mi sono sentita stanca. Ho detto ora si fa come dico io, se lo Stato non riesce a decidere mi organizzo da me. Alla fine questo locale è casa mia, ci lavoro io, l'affitto l'ho pagato io quando sono stata costretta a tenere chiuso per le restrizioni anti-Covid. Quindi qui decido io. Vaccinati, tamponati e guariti sono sempre i benvenuti. Mi mostrano il pass, lo scannerizzo con l'app e li faccio entrare. Gli altri sono persone non gradite. Al limite possono prendere qualcosa d'asporto, ma non li lascio sedere. Per loro a Palermo ci sono milioni di locali bellissimi, sono certa che troveranno dove prendersi qualcosa da bere».

La sua è stata disperazione?
«Non lo so. Decisionismo più che altro. Così domenica sono andata in un negozio, ho comprato gli adesivi con il divieto di accesso e ci ho scritto sopra no vax. Poi ho motivato la mia decisione con una lettera sotto al cartello. L'ho appeso e ho fatto una foto da postare sui canali social di Prospero. A quel punto è scoppiata la bufera».

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La foto in questo momento ha oltre 4mila commenti, il più delle volte insulti e anche qualche minaccia.
«Sente? (smette di parlare qualche istante, in sottofondo si distinguono dei trilli ndr) Sente le notifiche che continuano ad arrivarmi? Sono ancora decine e decine di messaggi. E c'è anche gente che chiama il locale per darmi della nazista e chiedere se prenotando un tavolo gli cucirei una stella di David sul petto o anche per dirmi che spera che qualcuno dia fuoco al'enoteca».

Ha denunciato? Le fanno paura queste minacce?
«Certo, ho denunciato immediatamente. Anche oggi ho passato l'intera mia mattinata in commissariato ad aggiornare il fascicolo che avevo aperto il giorno prima. Sa è anche un impegno, devo stampare tutto e prendere nota degli indirizzi. Ma importa poco, va fatto. Intanto ho preso una persona che si occupi della sicurezza mia e del locale. Sinceramente però non ho paura. Sono più quelli che mi hanno espresso la loro solidarietà, compreso il sindaco e diverse associazioni, che quelli che mi attaccano. Tra la gente c'è voglia di sicurezza».

 

Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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