Green pass, immunizzati o tamponati e sempre con mascherina: i protocolli per le aziende

Domenica 12 Settembre 2021 di Mauro Evangelisti
Immunizzati o tamponati e sempre con mascherina: i protocolli per le aziende

Lo ha confermato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, parlando alla festa nazionale dell’Unità a Bologna: «Ci sarà un’ulteriore estensione del Green pass, c’è un’ipotesi ormai matura che riguarda il lavoro pubblico». Ma se tutti i dipendenti pubblici dovranno avere la certificazione verde, si potrà rinunciare a distanze e mascherine negli uffici? La risposta è no, secondo quanto emerge sia dal Ministero della Salute sia dal Comitato tecnico scientifico. «Per ora non cambierà nulla, le misure di contenimento del virus nei posti di lavoro resteranno le stesse in vigore oggi».

Un’altra variabile sarà una graduale riduzione del lavoro da remoto se la situazione epidemiologica lo consentirà. Al di là dei singoli protocolli sottoscritti, sia nel pubblico sia nel privato, con le rappresentanze sindacali, i punti chiave sono chiari: dove è possibile, bisogna garantire la distanza di un metro tra i lavoratori, ma comunque la mascherina va sempre indossata.

E bisogna favorire l’aerazione dei locali. Rispetto alla prima fase della pandemia, quando si indicava nelle famose e famigerate goccioline il mezzo di trasmissione di Sars-CoV-2, con il trascorrere dei mesi gli scienziati hanno spiegato che il nemico è molto più insidioso, perché viaggia con l’aerosol, nei luoghi chiusi, e dunque anche le distanze sono utili, ma non risolutive. Di qui la decisione del Cts di chiedere di mantenere l’uso delle mascherine anche se gli impiegati saranno tutti in possesso del Green pass. D’altra parte è quello che già succede sui treni dell’alta velocità e sugli aerei: per viaggiare è indispensabile il Green pass, grazie a impianti di ricambio aria molto avanzati è stato superato il problema del distanziamento, ma comunque le mascherine continuano a essere obbligatorie.

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Strategia

Ha senso tutto questo se gli impiegati di un ufficio avranno tutti il Green pass? Sì, è la tesi del Comitato tecnico scientifico, perché si tende sempre a dimenticare un dato fondamentale: in Italia il Green pass si ottiene anche se non si è vaccinati o non si è superata l’infezione. C’è un terzo metodo, molto utilizzato, che è quello del test antigenico rapido che, se negativo, consente di ottenere un Green pass della validità di 48 ore. Allo stesso tempo, gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità mostrano che il vaccino ha una straordinaria efficacia nel fermare la malattia (al di sopra del 90 per cento), ma nel limitare l’infezione è al 77 per cento.

Dunque, in un ufficio potremmo trovarci con una parte dei dipendenti che ha semplicemente eseguito un test antigenico (e può essere facilmente contagiato ma anche contagioso perché i tamponi non sono infallibili), un’altra parte, probabilmente la maggioranza, che è vaccinata ma che ha comunque una probabilità, sia pure molto bassa, di essere contagiato e dunque allo stesso tempo anche contagiante.

L’obiettivo è limitare la circolazione del virus, il mantenimento delle stesse misure di sicurezza previste prima dell’introduzione del Green pass viene ritenuto al momento utile. In altri termini: il certificato verde è un’arma in più contro la trasmissione del virus, ma deve essere aggiuntiva alle mascherine, al distanziamento e, ove possibile, alle divisioni con il plexiglass.
 

 

Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 11:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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