Quarta ondata, la validità di green pass e tamponi cambia. Cresce il fronte contro i No vax

Martedì 16 Novembre 2021 di Alberto Gentili
Quarta ondata, la validità di green pass e tamponi cambia. Cresce il fronte contro i No vax
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«La validità del Green pass resta a 12 mesi, ma il governo monitora l’andamento dei contagi e sulla base di questi valuteremo la durata futura» del lasciapassare verde. Le parole di Mariastella Gelmini, ministro agli affari regionali e in prima linea nella lotta al Covid, sintetizza così la posizione del governo. Ma la chiave di lettura delle parole dell’esponente forzista è quel... «valuteremo». E ciò non vale solo per la durata del Green pass, ma anche per altre ulteriori strette. Le somme, ha fatto sapere il responsabile della Salute Roberto Speranza, verranno tirate «a inizio dicembre in base all’andamento della pandemia».

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La durata

Se, com’è probabile, la quarta ondata del virus non sarà sufficientemente frenata dalla copertura vaccinale che vede l’Italia tra i Paesi più “protetti” con l’85% delle persone sopra i 12 anni che hanno completato il ciclo vaccinale, a dicembre scatterà il giro di vite. Le ipotesi allo studio sono diverse. Per quanto riguarda la durata del Green pass questa potrebbe essere ridotta a 9 o a 6 mesi. La spiegazione è offerta da Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova: «C’è sicuramente un disallineamento temporale tra la durata del Green pass e la durata della vaccinazione, nel senso che dopo sei mesi la protezione contro l’infezione diminuisce dal 95% a circa il 40%, mentre la protezione contro le complicazioni gravi della malattia diminuisce dal 90% al 65%.

Quindi una persona può infettarsi e trasmettere la malattia e questo è in contraddizione con la durata del Green pass».

Il nodo del test rapido

Altra ipotesi allo studio è concedere il Green pass solo a chi ha fatto due dosi di vaccino, oppure a chi si è vaccinato o ha fatto un test molecolari, escludendo i test rapidi antigenici. La ragione la spiega Walter Riccardi, consulente del ministro Speranza e capo del dipartimento prevenzione del ministero della Salute: «Il punto debole del Green pass sono i tamponi antigenici che danno minimo un 30% di falsi negativi. Un falso negativo infetto entra in un locale e contagia. Alla luce di queste evidenze scientifiche e quello che vediamo accadere nel mondo con la variante delta, c’è necessità di una revisione del Green pass». Ma attenzione: sul tavolo c’è anche la diminuzione della validità del tampone molecolare da 72 a 48 ore.

La stretta No-vax

Cresce anche il fronte favorevole a una stretta contro i No vax, molto più radicale di quella attuale. Vari governatori come il ligure Giovanni Toti propongono che il Green pass per andare al ristorante, al cinema, allo stadio, e in tutte le altre situazioni «non necessarie», sia concesso solo a chi si è vaccinato. Una stretta, però, che non varrebbe per andare al lavoro, in farmacia o a fare la spesa. Un po’ il modello adottato in Austria.

La terza dose e i bimbi

Per contenere la pandemia per ora però il governo punta sulla terza dose e sul vaccino per i bimbi da 5 a 11 anni. Dal 1° dicembre la terza dose (che sarà resa obbligatoria questa settimana per il personale medico e per gli ospiti e gli operatori delle Rsa) potrà essere fatta anche tra i 40 e i 59 anni (gli over 60 sono già autorizzati). E appena l’Ema, l’agenzia del farmaco europea, avrà dato il via libera potranno essere vaccinati con Pfizer anche i bimbi da 5 a 11 anni. L’imperativo di Mario Draghi e di Speranza: scongiurare la chiusura delle scuole.

Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 12:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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