Governo, i paletti del Colle: servono numeri e programma

Martedì 13 Agosto 2019 di Alberto Gentili
Governo, i paletti del Colle: servono numeri e programma
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«La vedo grigia, con l'aria inciucista che tira finiremo senza governo e senza elezioni», confida a metà pomeriggio Gian Marco Centinaio. A dare sostanza al pessimismo del ministro leghista è ciò che è successo ieri in Senato e ciò che accadrà oggi quando, per respingere la richiesta di Lega, Forza Italia e Fdi di celebrare domani e non martedì prossimo il dibattito sulla sfiducia al premier Giuseppe Conte, si materializzerà una maggioranza formata da 5Stelle, Pd, Leu, +Europa, Autonomisti e peones di ogni colore, capace per ora di ritardare e frenare la corsa di Matteo Salvini verso le elezioni. Ma, al momento, incapace di dare vita a un governo alternativo.
Dopo anni di insulti e con i parlamentari grillini che nella lunga assemblea-sfogatoio hanno invocato (ad esempio) lo stop alla Tav, non è facile mettere insieme i cocci. E provare anche solo a immaginare un programma comune. In più, sia Beppe Grillo che Luigi Di Maio sono tornati a scandire i vecchi slogan contro Matteo Renzi, diventato a sorpresa il più convinto tifoso di un governo con i 5Stelle.

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L'ultima novità però è che il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, per evitare la scissione minacciata dall'ex premier e per prendere in mano il timone della crisi, ha deciso di giocare la carta del governo politico di legislatura. Con poca convinzione: «Non credo andrà in porto, trovare un'intesa con quei pazzi dei grillini è praticamente impossibile», ha confidato. Ma con l'«onestà intellettuale» di «provarci fino in fondo». Spiega Roberto Morassut: «Potremmo dire sì a un governo di legislatura solo se fondato sulla serietà, un respiro ampio, una base parlamentare molto larga e se guidato da una personalità di alto livello istituzionale. Se il presidente Mattarella lo accetterà, lo sosterremo».
 



ALLA CORTE DEL COLLE
Già, il capo dello Stato. Tutti, inclusi Di Maio e Zingaretti, sperano che sia Sergio Mattarella a tirarli fuori dai guai, a spazzare via le ambiguità, i giochini interni e a togliergli l'imbarazzo di annunciare urbi et orbi di essere pronti a governare assieme a chi, fino a ieri, era il nemico giurato.
Mattarella però non è né Giorgio Napolitano, né Oscar Luigi Scalfaro. Ha dato al suo settennato un'impronta di neutralità, ha scelto un ruolo di arbitro e notaio, e non intende rinnegare questa linea. Chi ha avuto modo di parlare con il capo dello Stato, lo descrive attestato perciò su una posizione molto lontana da quella auspicata da 5Stelle e Pd. Tanto più che Salvini continua a pressare il Quirinale: «Mi affido alla saggezza del Presidente, è evidente che non c'è altra maggioranza. Si vada a elezioni, subito!».
Mattarella, ancora in vacanza alla Maddalena, attenderà martedì il concretizzarsi della crisi con le probabili dimissioni del premier Giuseppe Conte, e poi aspetterà che siano i gruppi parlamentari durante le brevi consultazioni a fornire le indicazioni sul dopo. Il capo dello Stato non ha intenzione di lavorare a un governo del Presidente. Non fornirà soluzioni o costruirà ipotesi. Attenderà, appunto, che siano i 5Stelle, il Pd e le altre forze politiche a dire cosa vogliono fare. E a certificare quali numeri hanno in Parlamento. «I partiti devono essere protagonisti, non spettatori. Se si aspettano indicazioni da Mattarella, attenderanno inutilmente», dice chi ha avuto un colloquio con il Presidente. E aggiunge: «Chi pensa a un governo di legislatura deve dimostrare di avere una maggioranza politica e la possibilità di stringere un accordo programmatico serio che riguardi anche l'economica e la politica estera».
Niente governicchi, insomma, per Mattarella. Niente pasticci. Nessun presidente del Consiglio incaricato che vada a caccia di voti in Parlamento. Così, se non ci sarà «l'accordo alto» per il governo di legislatura (c'è chi fa il nome di Raffaele Cantone), la strada appare già segnata: un esecutivo di garanzia elettorale, con un premier tecnico, che porti al voto a fine ottobre.
In questo quadro, però c'è chi tra i renziani si dice convinto che Mattarella un «aiutino» lo darà. Perché non «si può consegnare l'Italia a Salvini, che la porterebbe fuori dall'Unione europea». E «perché tra il governo breve proposto da Renzi e un esecutivo di legislatura, il Presidente in nome della stabilità opterebbe per il secondo».

ADDIO GOVERNO BREVE
Di certo c'è che ieri, dopo lo strappo di Renzi, è stata archiviata l'ipotesi del governo breve. E se mai un esecutivo diverso da quello di garanzia elettorale dovesse nascere, questo durerà fino al 2023, termine naturale della legislatura. Con due problemi. Il primo, il più importante: la tenuta dei 5Stelle, che è più o meno come fare sei al Superenalotto e le divisioni nel Pd. Il secondo: il restringimento della base parlamentare di questa iniziativa come conseguenza della sortita renziana, come dimostra la sponda di Forza Italia a Lega e Fdi nelle battaglia per il calendario del Senato. Silvio Berlusconi oggi vedrà Salvini e spera di siglarci un patto elettorale per la rinascita del centrodestra: «Matteo però dovrà mettermelo per iscritto davanti a un notaio, delle parole non mi fido».
In tutto questo, si innesca il probabile nuovo strappo di Salvini. Questa mattina il capo del Carroccio deciderà se far dimettere i suoi ministri per accelerare lo show-down e provare a evitare il dibattito in Parlamento. Ma Conte già fa sapere che «nulla cambierebbe»: per rendere efficaci le dimissioni servirebbe un decreto del presidente della Repubblica. Il premier è determinato a non rinunciare alla «parlamentarizzazione della crisi» (cosa gradita anche al Quirinale). Conclusione: «Martedì 20 parlerò in Senato e farò la mia operazione verità sulle bugie di Salvini». Poi, prendendo atto di non avere più la maggioranza, salirà sul Colle per dimettersi. Di Maio spera e tenta un altro epilogo: il via libera di palazzo Madama a una risoluzione 5Stelle a sostegno del premier. Ma è difficile che, anche se determinati a non andare a elezioni, i renziani, Leu, +Europa etc. accettino di tenersi «l'avvocato del popolo».
 

Ultimo aggiornamento: 14:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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