Giglio, mamma veneziana salva i figli
e porta a riva il marito che non sa nuotare

Domenica 15 Gennaio 2012 di Giuseppe Pietrobelli
Eva Gervaso e la sua famiglia di San Michele al Tagliamento (foto Vinicio)
VENEZIA - La famiglia di Ca’ Savio drammaticamente divisa in tre scialuppe, sei persone che raggiungono la salvezza nella notte. La mamma di San Michele al Tagliamento che urla sul ponte quando le dicono che non c’è più posto e pretende che l’ultimo fragile scafo accolga almeno i suoi figli, a cui consegna un cellulare. La stessa donna che si getta in acqua assieme al marito (che non sa nuotare) e raggiunge la riva, finché dopo molte ore si ricongiungerà ai ragazzini, in un abbraccio liberatorio. Il parrucchiere vicentino che denuncia caos totale e inefficienze dei soccorsi. L’attrice che ha perso tutto, «salvo il cellulare e i tacchi a spillo».



Ci sono tante storie da raccontare, tra i 69 veneti e i due friulani che si trovavano sulla nave del naufragio. Per qualcuno era la prima vacanza dopo una vita di lavoro. Per altri il premio regalato alla famiglia per la pensione o una semplice occasione di svago. Ma ci sono anche le storie di chi a bordo non ci è mai salito, perché ieri la Concordia non è più arrivata nel porto di Savona. E così hanno dovuto rinunciare al sogno della notorietà, come il reality-show dei parrucchieri. O hanno dovuto riprendere la strada di casa come i veneti saliti sul pullman partito dal Tronchetto alle 6.30. O hanno dovuto rinviare l’imbarco per lavorare.



Una coperta per sei. La ricorderà a lungo la crociera che per la pensione aveva regalato alla famiglia, Ermenegildo Dei Rossi, postino di Ca’ Savio (Venezia). Aveva portato sulla Costa Concordia la moglie Rita, la figlia Claudia con il marito Marco, e i loro due bimbi di 5 anni e di appena un anno e mezzo. «Eravamo saliti sulla nave a Civitavecchia. Ci siamo sistemati nelle cabine e stavamo cenando quando è mancata la luce. La nave ha cominciato a inclinarsi. Ci siamo precipitati verso le scialuppe con quello che avevamo addosso, vestiti leggeri. Il dramma è che ci hanno divisi». Ermenegildo ha spiegato ai parenti di Murano: «Io e mia moglie siamo saliti su una scialuppa. Mio genero con i due bambini su una seconda. E mia figlia, da sola, su una terza. Non è stato facile calare le scialuppe in mare. Poi ci siamo persi nel buio. Avevamo una grande paura. Per fortuna ci siamo ritrovati a terra». Salvi, infreddoliti, disperati. Con una sola coperta per tutti e sei.



Mamma-coraggio. Quando le hanno detto che la sua famiglia non avrebbe potuto salire sulla scialuppa, Eva Gervaso, 40 anni, commessa, è diventata una belva. «Almeno i miei ragazzi me li dovete prendere!». E ha preteso che il figlio di 14 e la figlia di 12 anni trovassero un posto sull’ultima possibilità di salvezza. Lei, di origine ceca, si è gettata in mare, assieme al marito Maurizio, 53 anni, muratore, che però non sa nuotare. «Tranquillo, ti porto io in salvo». E così ha fatto nel mare gelato. Sono stati i ragazzi a chiamare i parenti a San Michele al Tagliamento (Venezia), con il cellulare ricevuto dai genitori. Ma non hanno potuto riabbracciare mamma e papà che dopo alcune ore. I familiari, in Veneto, sono rimasti in ansia a lungo. Finchè non li hanno visti in televisione, tra i sopravvissuti.



Attrice in trappola. La veronese Francesca Rettondini, attrice e già compagna di Alberto Castagna, era a prua. «Ho sentito forte l'impatto. Si sollevavano i tavoli, volavano i carrelli, sono saltate le luci. Ma ero vicina a un punto di fuga, sono subita corsa fuori. Ero inebetita, non riuscivo a muovermi». Si è salvata e ringrazia «gli abitanti dell'isola che ci hanno accolto in maniera incredibile. È stata la prima e sarà la mia ultima crociera. Ti senti in trappola, non fa per me. E il comandante quando la nave si è raddrizzata ha detto: «"Tranquilli! È tutto a posto, potete rientrare nelle cabine". Capisco mantenere la calma, ma prendere in giro, no!».



Il parrucchiere furioso. «I salvagente non bastavano per tutti, la scialuppa si è rotta al momento di staccarsi. E su tutto regnava la confusione e la mancanza di assistenza da parte del personale. Un’esperienza allucinante». Roberto Bombardieri, parrucchiere di Arzignano, denuncia. «Ci hanno detto che era tutto tranquillo, ma poi sono arrivati sette forti richiami della sirena di bordo, il segnale di pericolo assoluto. È stato il caos. E una volta sbarcati abbiamo passato la notte all'addiaccio, senza assistenza, senza una coperta o un bicchiere di thé».



I miracolati. Gli undici componenti delle famiglie Foresi, Renoffio, Gobbi e Massagrande, veronesi di Nogara, si sono salvati restando uniti. La coppia di parrucchieri padovani Michela Greggio e Michele Saraian, che inseguiva il sogno di un reality-show sulla nave, era partita in treno al mattino per Savona. A Genova sono tornati indietro, con la veronese Achiropita Marchese. Ed Elisa Engrassi, trentenne udinese che sulla nave avrebbe dovuto lavorare per cinque mesi nel settore dell’intrattenimento, era già a Savona. È rimasta sulla banchina, con le valigie in mano. Ha perso il lavoro, ma continuava a ripetere: «Sono stata graziata da Dio!». Una miracolata.
Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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