Morto Gianni Minà, il giornalista e conduttore televisivo aveva 84 anni. Il post: «Non è stato mai solo»

"Non è stato mai lasciato solo", si legge nel post condiviso sulla sua pagina Facebook

Lunedì 27 Marzo 2023
Morto Gianni Minà, il giornalista e conduttore televisivo aveva 84 anni

Chissà se la vita di Gianni Minà sia stata “alla grande”: certamente è stata una vita “tra i Grandi”. Ne ha lasciato documenti e documentari, che hanno trasmesso caratteri ed emozioni ed hanno collezionato premi. Un successo di pubblico e di critica, che sono due mondi che non sempre vanno d’accordo. Una volta parlò per sedici ore con Fidel Castro (ah! Quanto amava Cuba, Gianni Minà!).

Non era di facile colloquio il Lider Maximo, ma di lungo eloquio sì: al suo primo intervento alle Nazioni Unite riuscì a parlare per 4 ore e 29 minuti. Fidel quella volta con Minà parlò anche dell’epopea di Che Guevara, e sulle tracce del Che si mise, anni dopo, Gianni, ripercorrendo quel lungo itinerario dei “Diari della Motocicletta” che un giovane Alberto Granado aveva compiuto con il Che e la “Poderosa”, la moto compagna di quella fantastica (e politica) avventura. Ora Granado era ottantenne o giù di lì, però l’entusiasmo per il mestiere artigiano del raccontatore che aveva Minà, lo contagià come ai tempi del Comandante di “Hasta la victoria, siempre!”. 

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Una vita da giornalista

L’America Latina era il suo habitat: non furono suoi interlocutori solo Fidel e il Che che gran parte del mondo ha letteralmente portato sul cuore, quando non anche nel cuore, almeno in quell’immagine icona della t-shirt più famosa del mondo, più del 1 di Messi o, piuttosto di quello di Maradona. Ci furono Gabriel Garcia Marquez e Jorge Amado, Eduardo Galeano e Luis Sepulveda, scrittori tra i più letti e amati. Già, Maradona: con Diego, Gianni Minà ebbe uno di quei suoi tanti rapporti speciali con i Grandi che hanno affollato il suo Pantheon umano e professionale: non erano mai soltanto intervistati (ottimamente), diventavano amici. “Sono qui per parlare con Minà”, disse Maradona alla muta di cronisti che lo inseguiva fin dentro i sotterranei dell’allora Stadio San Paolo, quello che oggi è di Diego, la sera del 1990 quando l’Argentina eliminò l’Italia dal mondiale in casa e Napoli ebbe il suo gran cuore spezzato in due. E così fece: lo aveva promesso. 

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Gli incontri

E’, disse poi Minà, che io capivo sì il campione ma anche l’uomo. E Diego capiva sì il giornalista ma anche l’uomo. I Grandi, dicevamo. Forse è riduttivo: i Più Grandi. Perché di un altro nome che ancora fa palpitare sportivi e no, Gianni fu raccontatore e amico, e le interviste celebri e celebrate. Parliamo di Mohammed Alì, il più grande di sempre. O del subcomandante Marcos che gli mandò un bambino a proporgli un incontro, un bambino non dava nell’occhio. O di Massimo Troisi. Che poi ad avere il tempo di scorrere i suoi pezzi o i suoi libri si scoprirebbero chissà quant’altri giganti si potrebbero citare tra quelli vissuti dalla macchina da scrivere o dalla telecamera di Minà. Ancora qualche giorno fa, alla celebrazione del decennale della scomparsa di Pietro Mennea, è stato proposto un video di produzione di Minà: due campioni si incontravano, ed erano Mennea e il suo mito di bambino, Tommie Jet Smith. Che meraviglia aver vissuto questi uomini! Rip, Gianni.

 

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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