Rischiare la vita per un gelato. È successo ad una turista americana a Roma, la 22enne Annika Larson, che lo scorso 28 settembre ha sfiorato la morte a causa di uno shock anafilattico. La giovane ha preso un gelato al gusto cioccolato e limone in una gelateria a Monti, ma pochi minuti dopo averlo mangiato il suo volto ha cominciato a gonfiarsi.
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Rischia la vita per un gelato: il racconto di Annika Larson
La 22enne ha raccontato la sua disavventura a The Mirror: «Sono allergica a tutti i tipi di noci e nocciole e, dopo aver fatto delle ricerche, credo che il gelato contenesse anacardi e pasta di mandorle. Ho chiesto allo staff se il gelato contenesse noci e mi è stato detto di no». Annika Larson ha detto di aver seriamente temuto di morire: «L'ambulanza mi ha trasportato d'urgenza in ospedale in codice rosso, il più alto livello di urgenza. Una volta arrivata, sono svenuta e mi sono svegliata pensando che stavo morendo. Se non avessi avuto la mia EpiPen, sarei morta». Ed ha aggiunto: «Penso che le aziende alimentari dovrebbero etichettare il cibo in modo più chiaro».
Shock anafilattico dopo il gelato: cosa è successo
La ragazza ha ripercorso così quei drammatici momenti: «Ho mangiato il gelato intorno alle 16.48 e ho avuto la prima reazione 10 minuti dopo. Mi era stato detto che il gelato era vegano, il che avrebbe dovuto essere una spia d'allarme per me, poiché i prodotti vegani sono spesso fatti con noci. Sono andato direttamente in farmacia e ho preso un antistaminico, ma la situazione continuava a peggiorare. Così siamo saliti su un taxi per tornare all'Airbnb, dove ho chiamato il mio medico che mi ha detto che dovevo usare la mia EpiPen: avevo paura di farlo perché sapevo che sarei dovuta andare in ospedale». E poi: «Sono tornata in farmacia e lì hanno chiamato un'ambulanza per me. L'EpiPen mi ha aiutato a respirare meglio, ma la reazione allergica era ancora in atto. Sono arrivata in ospedale intorno alle 18.30 e sono stata dimessa a mezzanotte circa».
Woman, 22, almost dies after ice cream on holiday left her struggling to breathhttps://t.co/Rgx7SHCyMY pic.twitter.com/xZxAIFwvor
— The Mirror (@DailyMirror) October 5, 2021
Annika Larson ha concluso: «Sarei morta se non avessi agito in fretta. Sarebbe utile per le persone che soffrono di allergie se gli stabilimenti alimentari etichettassero il loro cibo. Questa cosa mi spaventa e so che succederà di nuovo. Di solito sono brava a informarmi, ma quando qualcosa viene etichettato in modo errato, non c'è molto che possa fare».