Migranti, mancano operai, camerieri e braccianti: verso la riapertura dei flussi. Alle imprese servono 120 mila addetti

Il governo pensa a un ulteriore decreto

Venerdì 31 Marzo 2023 di Francesco Bisozzi e Carlo Ottaviano
Migranti, mancano operai, camerieri e braccianti: verso la riapertura dei flussi. Alle imprese servono 120 mila addetti

Camerieri di sala, cuochi e aiuto cuochi. Ma anche braccianti, operai edili e collaboratori domestici, come colf, badanti e babysitter. Dopo il boom di domande registrato il 27 marzo in occasione del click day per il decreto flussi, imprese e associazioni di categoria tornano a rivolgere un appello al governo: serve più manodopera, e serve nel più breve tempo possibile.

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Verso la riapertura dei flussi

Perché con i numeri attuali (82mila gli ingressi regolari previsti dall’esecutivo), non si riescono a coprire tutti i posti a disposizione nei vari settori.

Dall’agricoltura, dove a fronte di centomila addetti necessari per garantire le raccolte ortofrutticole le imprese dovranno farsene bastare, per ora, 44mila, fino alle strutture ricettive, costrette in molti casi a respingere una parte delle prenotazioni per Pasqua per mancanza di personale.


LE QUOTE
Ecco perché nel governo non si esclude di varare a breve un nuovo decreto flussi. Anzi, diversi ministeri – a cominciare da Agricoltura, Imprese e Turismo – sarebbero già al lavoro per stimare le quote degli ingressi necessari a colmare la domanda. Alcune ipotesi parlano di 160mila nuovi arrivi regolari, a fronte di una richiesta arrivata dalle imprese per almeno 120mila. Ma dal Viminale smentiscono che esistano già ipotesi in campo. «Nessun pregiudizio a rivedere i numeri», ha chiarito ieri il ministro dell’interno Matteo Piantedosi: «Il tema è capire quanto possa essere assorbita la richiesta di un eventuale ampliamento». L’approccio, insomma, sarà «pragmatico»: prima vanno calcolati bene i fabbisogni, poi si potrà procedere con un nuovo decreto. Una decisione che potrebbe arrivare sulla scia di quanto stabilito dal governo tedesco di Olaf Scholz, che ha portato a 60mila la quota di ingressi annui legali in Germania (il doppio rispetto ai livelli pre-pandemia). 

 


Il bisogno di manodopera, soprattutto straniera, si riscontra in numerosi settori strategici. Al momento, nel settore agricolo, 358 mila lavoratori stranieri coprono il 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie. Per Coldiretti, le regioni dove servono più braccianti sono il Trentino, per la raccolta delle mele; il Veneto (ortaggi e fragole), il Friuli per i nuovi impianti nei vigneti, il Lazio per gli ortaggi, la Campania per tabacco e pomodoro. Le organizzazioni degli agricoltori chiedono anche di abbattere la burocrazia: «Serve un decreto flussi integrativo di almeno 60mila unità che vada a scorrimento con le domande già presentate, ma anche più tempestività sulle richieste. Non è possibile che per il nulla osta passino mesi», sollecita Roberto Caponi, direttore delle Politiche del lavoro di Confagricoltura. 


In sofferenza anche il turismo, che rischia di non arrivare pronto all’estate. Quest’anno sono previsti 127 milioni di arrivi, secondo Demoskopika, con un rialzo dell’11,2% sul 2022. Ma per Assoturismo Confesercenti alberghi e villaggi turistici segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, soprattutto per mancanza di candidati. E per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari tra receptionist, camerieri e addetti alle pulizie, Assoturismo stima una perdita media di fatturato del 5%. 
In allarme Fipe-Confcommercio, la Federazione pubblici esercizi, che parla di 140mila addetti mancanti, di cui circa 30mila potrebbero arrivare con il decreto flussi. Il settore dà lavoro a 800mila persone, 200mila straniere. Forte la richiesta per i camerieri di sala (ne servono almeno 55mila), cuochi e aiuto cuochi (30.000 posti a disposizione), banconieri di bar (oltre 15mila posti). 


LE RICHIESTE NEI CANTIERI
Non va meglio nell’edilizia. Il comparto delle costruzioni, dove è in aumento la richiesta di lavoratori immigrati (assorbono il 18% delle assunzioni), figura tra i settori con maggior difficoltà di reperimento di manodopera. Solo nei cantieri del Pnrr, quantifica l’Ance, servono 64.400 lavoratori, di cui oltre 53mila operai.
Infine, sempre più famiglie sono in difficoltà nel trovare badanti, babysitter e colf. Servono fino a 23 mila lavoratori domestici non comunitari in più all’anno per rispondere ai bisogni della popolazione anziana, ha calcolato Assindatcolf, chiedendo di tenerne conto nella programmazione annuale dei decreti flussi. Una ricerca, realizzata per l’associazione dal centro studi e ricerche Idos, prevede che sempre più persone avranno bisogno, per l’assistenza familiare, di personale di Paesi extra Ue: nel triennio 2023-2025 il fabbisogno di lavoratori aggiuntivi non comunitari si attesta tra circa 57mila e 68mila persone.
 

Ultimo aggiornamento: 12:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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