Vaccini, Figliuolo: ​«Pass, spetta alle Regioni fornirlo a chi ne ha diritto»

Domenica 16 Maggio 2021 di Massimo Martinelli
Covid, il generale Figliuolo al Messaggero: «Pass, spetta alle Regioni fornirlo a chi ne ha diritto»

Francesco Paolo Figliuolo è abituato a parlare poco.

Per capire il polso della situazione sulla pandemia in Italia, però, basta guardarlo in faccia. E in questi giorni la sua faccia è decisamente serena. Come quella di chi ha (quasi) risolto la sua missione.

Generale Figliuolo, lei ha parlato di una “spallata” di giugno alla pandemia. Ci siamo, mancano due settimane. Che succederà?
«Succederà che per la prima volta gli arrivi di vaccini in un mese supereranno i 20 milioni di dosi e si potrà dare ancora più velocità ad una campagna che ha già superato i 26 milioni di somministrazioni, quando a marzo – prima del piano in corso – eravamo ben al di sotto dei 5 milioni. La questione degli approvvigionamenti è cruciale, ma abbiamo lavorato molto anche per aumentare la potenzialità della macchina, che ha dimostrato di poter fare 500 mila iniezioni al giorno. A giugno, con più vaccini, questa potenzialità potrà essere espressa con maggiore regolarità ed anche incrementata, grazie a nuovi punti vaccinali – già oggi ne abbiamo più di 2500 cioè mille in più rispetto a marzo - e anche al contributo più esteso dei medici di medicina generale, delle farmacie e delle aziende che hanno messo a disposizione delle Regioni i loro spazi e strutture. Giugno sarà anche il mese in cui mi aspetto di vedere protetta la stragrande maggioranza delle persone più vulnerabili ed esposte al Covid. Oggi più dell’88% degli over 80 ha ricevuto almeno una dose di vaccino, quasi tutti gli ospiti delle Rsa sono stati raggiunti e oltre il 96% del personale sanitario ha avuto una somministrazione. Ma occorre continuare lo sforzo sulle fasce over 60, per poi agire in parallelo sui più giovani. È il senso delle ultime indicazioni date alle Regioni dopo aver rilevato il buon andamento della campagna: aprire le prenotazioni agli over 40 senza però lasciare le persone più a rischio indietro. Una buona pratica è quella della Provincia autonoma di Bolzano, che ha vaccinato la quasi totalità dei propri soggetti fragili, raggiungendoli praticamente casa per casa. Anche altre Regioni stanno adottando questa buona pratica, attraverso risorse proprie e con il supporto dei team sanitari mobili della Difesa».

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C’è da dire che le statistiche sulle vaccinazioni raccontano un’Italia a due velocità: Lombardia e Lazio avanti e il meridione con larghe fasce di anziani ancora da immunizzare. Come è potuto accadere? 
«Le statistiche indicano che la campagna vaccinale nazionale sta viaggiando a ritmo elevato: la scorsa settimana sono state fatte più di 3 milioni e 334 mila somministrazioni, un dato positivo che cresce di settimana in settimana e la cui bontà viene riscontrata anche dal calo di ricoveri e di decessi a livello nazionale. La campagna non è una gara tra Regioni o tra nord e sud, ed eviterei generalizzazioni. Una stessa Regione può far registrare ottimi risultati per una fascia di età e aver bisogno di accelerare in un’altra. Esistono certo delle differenze, legate a diversi fattori, e una parte importante del lavoro della struttura commissariale consiste nel fare la sintesi fra le 21 diverse sensibilità e caratteristiche proprie delle Regioni e Province autonome. Peraltro sugli over 80 le maggiori percentuali di somministrazione arrivano da Veneto e Toscana, quest’ultima partita male». 

E quando è previsto, con gli attuali ritmi, il raggiungimento dell’immunità di gregge?
«Secondo il piano elaborato a marzo, che ipotizzava approvvigionamenti regolari in termini di tempo e di quantità e un tasso di adesione costante alla campagna vaccinale, si era stimato che alla fine dell’estate avremmo avuto la copertura dell’80% dell’intera platea da vaccinare. I tagli di alcune forniture e la sospensione temporanea di AstraZeneca e Johnson&Johnson hanno provocato qualche rallentamento, che si conta di recuperare grazie alle maggiori forniture previste nel terzo trimestre. L’obiettivo del piano rimane invariato».

La Corte dei conti ha bloccato la procedura di finanziamento deciso dal governo per la ricerca e la produzione del vaccino Reithera. Gli italiani si chiedono: può un cavillo giuridico fermare una procedura che è volta a mettere in sicurezza la popolazione?
«Si tratta di una questione amministrativa che non rientra direttamente nell’attuazione della campagna vaccinale, che attualmente si avvale già di quattro prodotti e in futuro potrebbe contare su un quinto vaccino, Curevac, attualmente in valutazione da parte dall’Ema. Più strumenti a disposizione si hanno per la campagna e meglio è, naturalmente, fermo restando che Reithera non sarebbe entrato in campo a breve».

A proposito, per quanti mesi (o anni) lei pensa che sarà necessario fare richiami del vaccino anti covid?
«Si tratta di valutazioni che spettano alle autorità sanitarie. Certo si dovrà iniziare a pensare collettivamente anche a come gestire una futura fase post-emergenziale, e rendere strutturale questo tipo di attività».

Il pass vaccinale è ancora un oggetto sconosciuto. Non sarebbe il caso di “crearlo” e renderlo fruibile nella stessa forma fisica su tutto il territorio nazionale? Ad esempio, in Campania il governatore De Luca ne ha stampato uno regionale, delle dimensioni di una patente. Perchè non ce n’è uno nazionale?
«Il decreto-legge 52 del 22 aprile 2021 prevede la possibilità di spostamento in entrata e in uscita dai territori collocati in zona rossa o arancione, anche ai soggetti muniti di certificazione verde (oltre che per comprovate esigenze lavorative o per situazioni di necessità o per motivi di salute). Si tratta di una certificazione a cura delle Regioni e Province autonome con validità nazionale, che comprova uno dei seguenti stati: il completamento del ciclo vaccinale, oppure la guarigione dall’infezione, ovvero un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus Sars-CoV-2 che riporti un risultato negativo, eseguito nelle 48 ore antecedenti. In ambito europeo si parla di Digital Green Certificate, un certificato, digitale o cartaceo, che riporta indicazioni simili attraverso un QRcode. Il DGC sarà gratuito e in italiano e inglese e, per la Provincia Autonoma di Bolzano, anche in tedesco. La finalità è quella di facilitare la circolazione dei cittadini tra i diversi Paesi dell’Unione Europea, attraverso la definizione di criteri comuni tra i 27 Paesi e l’utilizzo di certificati interoperabili, che potrebbero evitare periodi di quarantena o ulteriori test. Un’altra finalità è la riduzione delle falsificazioni dei certificati. Il possesso di uno dei certificati non rappresenta un prerequisito per viaggiare, ma agevola gli spostamenti, senza quarantena».

Le persone si pongono una sola domanda: quando? Quando toglieremo le mascherine, quando riapriranno i locali, quando si potrà fare tardi la sera. E non si accontentano più di risposte generiche del tipo: “quando il contagio scenderà”. Lei ha una risposta diversa?
«Io ritengo sia opportuno sottolineare il fatto che vaccinarsi sia la chiave per far ripartire il Paese. Occorre farlo e nel frattempo non abbassare la guardia, come suggeriscono gli esperti sanitari».

AstraZeneca sembra spaventare una parte degli italiani. E’ vero che al Sud ci sono molte dosi inutilizzate? Secondo lei perchè? E davvero pensate di ridistribuirle nel resto d’Italia come hanno chiesto Lazio e Lombardia?
«Il controllo dei fabbisogni è una delle principali azioni dirette e costanti che svolgo unitamente alla mia Direzione Operativa. Quando serve, si operano dei bilanciamenti che vengono concordati con i Presidenti delle Regioni. Non esiste un “magazzino” di vaccini, sarebbe totalmente illogico. I trasferimenti di dosi hanno carattere provvisorio, perché - quando la situazione degli approvvigionamenti si normalizza - la Regione che ha ceduto temporaneamente i vaccini a sua disposizione ne riceve altrettanti, secondo il principio “una testa – un vaccino”. Voglio poi sfatare la vulgata “Sud-Nord”: la Campania usa AstraZeneca tanto quanto la Lombardia. E’ vero che ci sono Regioni del sud come Sicilia, Calabria e Basilicata – ma anche del Centro come l’Abruzzo - in cui vi è una percezione non adeguata del vaccino anglo-svedese. Ma il primo bilanciamento, pari a 50 mila dosi, è avvenuto - con la regia della Struttura Commissariale - tra Sicilia e Puglia, su esplicita richiesta del Presidente Emiliano che ha incontrato il consenso del Presidente Musumeci. Il piano dev’essere applicato per bene, con il controllo continuo della Struttura commissariale e con la collaborazione dei Presidenti delle Regioni: in tal modo le azioni acquistano valore positivo e si produce un effetto moltiplicatore». 

Alla Campania, come sostiene il governatore De Luca, mancano 200 mila vaccini. Entro quando verrà colmato questo divario?
«Tutte le Regioni hanno condiviso l’attuale criterio di suddivisione delle dosi, che segue il principio “una testa – un vaccino”, mentre all’inizio della campagna vaccinale si tenne conto – oltre che del numero di abitanti – anche dell’età della popolazione e di fattori sanitari. Per alcune Regioni, come la Campania, comparando il vecchio criterio con il nuovo basato solo sulla popolazione, si è reso necessario un riequilibrio. Chiaramente la Struttura Commissariale non dispone di dosi aggiuntive per ripianare in un’unica soluzione le necessità di otto Regioni in credito, per cui il recupero è graduale, attingendo ai nuovi approvvigionamenti e alla riserva che ho creato. Il piano di recupero Per le dosi della Campania siamo in piena fase di recupero, secondo un piano di bilanciamento che si concluderà entro la prima settimana di giugno». 

Il governatore De Luca ha dichiarato che la Campania arriva sempre prima: sulle isole covid free, sui vaccini ai quarantenni. Davvero il governo è arrivato dopo?
«Già il 19 marzo avevo chiesto ufficialmente alla Protezione Civile e alla Difesa un piano per vaccinare gli abitanti delle isole minori. Il criterio ispiratore è quello di mettere in sicurezza i nostri connazionali che vivono in aree sprovviste di adeguati presidi sanitari e che in caso di cluster epidemiologici si troverebbero assai esposti al Covid, senza contare le difficoltà di raggiungerli per effetto di condizioni meteo avverse. Aggiungo che gli stessi criteri vengono usati per le aree montane degli Appennini e delle Alpi che sono più isolate e non facili da raggiungere. Chiaramente questa pianificazione è stata poi attuata quando ci sono stati più vaccini a disposizione, in particolare il monodose Johnson & Johnson che permette un’azione rapida, risolutiva e logisticamente sostenibile. Occorre precisare che per quanto riguarda le isole si sta parlando di isole come le Eolie, le Tremiti, Salina o Capraia e non di quelle comunque dotate di capacità sanitarie e di maggior continuità territoriale. La facoltà di aprire le prenotazioni agli over 40 è stata data per far sì che le Regioni abbiano la possibilità di programmare ad ampio spettro, sfruttando bene i tempi quando a giugno arriveranno più dosi di vaccino. Da questo punto di vista le Regioni devono avere pazienza ed evitare fughe in avanti. Seguire il piano in modo coordinato e armonico - senza cadere magari in competizioni insensate - significa raggiungere il bene comune, assicurando a tutti, a partire dai più fragili, la salvezza da questa pandemia. In questa fase della campagna, le aperture libere da criteri penalizzano gli over 60 e a questo proposito voglio rivolgere un appello alle Regioni: bisogna tenere la barra dritta perché abbiamo il dovere morale di proteggere i più vulnerabili. Se la curva dei contagi si è abbassata, così come le ospedalizzazioni i ricoveri in terapia intensiva e i decessi, lo dobbiamo ai comportamenti responsabili e all’applicazione dell’ordinanza n. 6 del 9 aprile che ha fatto registrare un’impennata del 20% delle somministrazioni agli over 80, un incremento del 35% per gli over 70 e una forte attenzione ai soggetti fragili e agli ospiti delle Rsa. Bisogna continuare su questa strada, se si vuol davvero rendere un servizio al Paese e alle proprie comunità». 
 

Ultimo aggiornamento: 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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