Ancora problemi in Emilia-Romagna. Non bastavano le piogge abbondanti, ora è il caldo a prenderesi la scena. Le temperature, soprattutto nel Ravennate, si aggirano sui 30 gradi.
I raggi solari accelerano la marcescenza delle semine che sono state travolte dall’acqua dei torrenti esondati e causa ulteriori danni alle piante che sono sopravvissute. Gli agricoltori raccontano di un fenomeno mai visto: il caldo che brucia e l’umidità rendono quasi bollente l’acqua dei ristagni.
Dopo l'alluvione l'emergenza caldo
I segni dell’alluvione si possono notare ancora nelle piante: intere coltivazioni sono nere e stanno marcendo. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, la cooperativa di Bacchilega gestisce 2100 ettari di campi nelle frazioni di Ravenna. Ne sono finiti sott’acqua seicento, la maggior parte dei quali a Piangipane. I danni si aggirano sui 2mila euro circa a ettaro.
La Cab Massari di Conselice, a nemmeno quaranta chilometri da Piangipane, ha invece il problema opposto: gran parte dei suoi 2450 ettari di terreni sono ancora sommersi. Al posto dei campi di barbabietole ci sono dei laghi. La violenza dell’acqua ha spazzato via interi vigneti, dove le piante state ridotte a sottili tralci nerastri. Il direttore della cooperativa Giampietro Sabbatani ha dichiarato di aver perso 7 milioni di euro. La Cab dà lavoro a novanta famiglie, che ora sperano nella possibilità di accedere alla cassa d’integrazione straordinaria perché la prospettiva è di pensare già alla prossima annata.
Alluvione in Emilia Romagna, #conselice si trasforma in una palude. «Via dalle case allagate per motivi sanitari». Allarme tetano https://t.co/DSqO0i6OjC
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) May 26, 2023
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