Dj Fabo, la Procura chiede l'archiviazione per Cappato che lo accompagnò nella clinica Svizzera

Martedì 2 Maggio 2017 di Claudia Guasco
Dj Fabo, la Procura chiede l'archiviazione per Cappato che lo accompagnò nella clinica Svizzera

MILANO La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per Marco Cappato, indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte avvenuta in Svizzera di dj Fabo a fine febbraio scorso. Ora la richiesta dei pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini dovrà essere valutata dal gip.

"QUESTO CORPO E' UNA PRIGIONE"
L'inchiesta è scattata a seguito dell'autodenuncia di Cappato, che il 28 febbraio si è presentato ai carabinieri e ha raccontato di aver accompagnato Fabiano Antoniani, 39 anni, fino in Svizzera, facendolo salire su una macchina a Milano e guidando fino alla "casetta della morte" di Pfaffikon, a venti chilometri da Zurigo. Dj Fabo si è spento la mattina del 27 febbraio nella clinica "Dignitas", a cui ha deciso di rivolgersi dopo essere rimasto tetraplegico e cieco in seguito a un incidente stradale. Da tre anni era immobilizzato a letto e lanciava appelli, combattendo la sua battaglia: "Questo corpo è una prigione, la mia non è più vita", diceva. Per ricorrere al suicidio assistito ha chiesto l’aiuto dell’esponente radicale Marco Cappato, che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio. Dopo una notte trascorsa in clinica, con accanto la madre, la fidanzata Valeria, il fratello e gli amici più cari, Fabiano ha "morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale".

"AIUTERO' ALTRE PERSONE"
Cappato ha chiarito sin da subito di aver prestato aiuto a Dj Fabo, ma non di averlo istigato al suicidio.

Aggiungendo anche che il viaggio con Fabiano non sarebbe stato l'ultimo: "Intendo continuare a svolgere l’azione che sto svolgendo anche per altre persone", ha affermato, e ciò significa che "porterò altre persone in Svizzera" a morire, ha spiegato dopo due ore e mezza di interrogatorio davanti ai pm. Ai magistrati l'esponente dei Radicali ha confermato "di aver aiutato dj Fabo a ottenere quel che desiderava". E oltre ad ammettere di aver "molto chiaro fin dall’inizio" quel che rischia dal punto di vista penale portando "altre persone" in Svizzera per la pratica del suicidio assistito (dai 5 ai 12 anni di carcere), ha rimarcato: "Spero che per i cittadini italiani possa essere riconosciuto il diritto a non subire come una tortura una condizione di vita che non vogliono". Tra questi, ha detto, c'era anche Fabiano Antoniani: "Ha aiutato dj Fabo a ottenere quel che desiderava, e cioè recarsi all’estero e accedere al suicidio assistito".

Ultimo aggiornamento: 17:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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