Roma, la truffa dell'e-commerce: 18 arresti, nei guai fiscalisti e vecchi nomi della Magliana

Giovedì 6 Luglio 2017 di Alessia Marani
Roma, la truffa dell'e-commerce: 18 arresti, nei guai fiscalisti e vecchi nomi della Magliana
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Ci sono anche tre commercialisti romani e quello che gli inquirenti ritengono essere stato l'autista del boss della Magliana Renatino De Pedis, tra le diciotto persone arrestate dalla Polizia Postale di Roma giovedì nell'ambito di un'inchiesta su una maxi-evasione fiscale da 50 milioni di euro. Avevano architettato un sistema per frodare lo Stato italiano vendendo prodotti elettronici online da due siti (www.glistockisti.com e www.consoleplanet.it in via di oscuramento) con base societaria a Malta. Il loro motto? "Abbiamo i super-prezzi". Prezzi stracciati, ribassati di un buon 20 per cento (l'equivalente dell'Iva), per smartphone, televisori e le più richieste console per videogiochi, tutti prodotti che la gang smerciava con successo dando filo da torcere a colossi mondiali che ne subivano la concorrenza sleale. Un giro d'affari da 250 milioni di euro all'anno che i segugi della polizia da dietro i terminal degli uffici di viale Trastevere sono riusciti a sgominare in due anni di indagini, dopo che le prime segnalazioni erano partite dalla Dogane di Roma. Delle diciotto ordinanze di misura di custodia cautelare (tre in carcere, otto ai domiciliari e sette con obbligo di firma), dieci sono già state eseguite. In carcere è finita una donna, S. R., di 52 anni, esperta tributaria e fiscalista con studio sull'Appia. Un altro suo collega, invece, risiede a Torre Gaia. Con l'aiuto dei commercialisti e della rete di collaboratori romani (residenti prevalentemente sul litorale, tra Ostia e Dragoncello), il general manager, un italiano residente a Malta, aveva escogitato un sistema di scatole cinesi per cui, fin dal 2012, nominando ogni anno una diversa società concessionaria esclusiva per l'Italia, una sorta di "cartiera" per lo smistaggio delle fatturazioni fittizie, riusciva a eludere i controlli fiascali. L'esclusivista, infatti, si rendeva di volta in volta irreperibile, mantenedo occulta la documentazione contabile e amministrativa. Giochetto che però è stato smascherato. Gli "stockisti" dovranno rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, occultamento o distruzione di documenti contabili, flasità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata. Nel corso delle perquisizioni in cui sono stati impegnati 80 uomini della Polizia Postale e delle comunicazioni del Lazio, Abruzzo, Calabria ed Emilia Romagna, e 30 dell'Ufficio Dogane, sono stati sequestrati telefoni cellulari, pc e la somma di 85mila euro in contanti. In particolare, la somma era nella disponibilità di Sergio Virtù, residente ad Ardea, noto alle cronache perché ritenuto essere l'autista di Renato De Pedis, boss defunto della Banda della Magliana.
Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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