David Rossi, inquinata la scena del crimine. Santanché: «Chiamai, qualcuno rispose»

Il presunto suicidio del dirigente Mps, un carabiniere: un pm usò il cellulare della vittima. La senatrice: telefonai, risposta muta

Domenica 12 Dicembre 2021 di Michela Allegri
David Rossi, inquinata la scena del crimine. Santanché: «Chiamai, qualcuno rispose»

Del primo sopralluogo effettuato nell'ufficio del responsabile della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena, David Rossi, subito dopo la sua morte, non si è saputo nulla per 8 anni. E adesso sul caso tornerà a indagare la Procura di Genova, dopo le dichiarazioni inedite fatte da Pasquale Aglieco, 59 anni, ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena.

Il militare è stato sentito giovedì sera dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Rossi. Il decesso del manager, avvenuto il 6 marzo del 2013, è stato archiviato per due volte come un suicidio dalla Procura di Siena. Le nuove rivelazioni sono pesanti. Secondo l'ex comandante provinciale, i pm Antonino Nastasi, Nicola Marini e Aldo Nataliani sarebbero entrati prima della Polizia Scientifica nell'ufficio di Rossi e avrebbero toccato il suo pc, rovesciato il contenuto del cestino sulla scrivania, chiuso la finestra e risposto al cellulare del manager.

Tutto senza usare i guanti. Aglieco ha detto di essere «entrato nella stanza, insieme ai tre pm», molte ore prima dell'arrivo della Scientifica. «Nastasi si è seduto sulla sedia di Rossi ha aggiunto l'ufficiale e ha acceso il computer», muovendo il mouse «con una penna». Uno dei tre pm avrebbe «preso il cestino svuotandolo sulla scrivania». All'interno, secondo le parole del carabiniere, c'erano «fazzolettini sporchi di sangue» e «i bigliettini» che sono alla base della tesi del suicidio, alla quale la famiglia di Rossi non ha mai creduto. In quei minuti, sul telefono del manager arrivò una chiamata di Daniela Santanché: rispose uno dei pm, «mi sembra Nastasi», ha detto Aglieco. L'ex comandante era già stato sentito come testimone dai pm di Genova, che aveva aperto sul caso una terza indagine per presunti depistaggi legati a festini. Il 2 dicembre la Commissione parlamentare ha convocato un presunto escort - che aveva parlato ai magistrati dei party - in forma segreta. Ma quel giorno, davanti a Palazzo San Macuto, l'uomo si è trovato davanti Aglieco, che ha ammesso di essersi messo in ferie per scendere a Roma.

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Le reazioni

Le dichiarazioni dell'ex comandante sono considerate «oggettivamente gravi» da Pierantonio Zanettin, presidente della Commissione di inchiesta. Il resoconto della seduta verrà inviato alla Procura di Genova e al Csm, «per ogni competente valutazione sull'operato dei magistrati citati nella audizione», ha aggiunto Zanettin.

 

I familiari di Rossi sono rimasti sconvolti dalle rivelazioni del militare. «Siamo senza parole - ha detto Carolina Orlandi, figlia di Antonella Tognazzi, moglie di Rossi - veniamo a sapere che tutta la scena è stata inquinata dai pm. È gravissimo, non è possibile né che accada né che si scopra dopo 8 anni». La Tognazzi ha invece parlato di «ennesimo colpo, sono sbalordita da atteggiamenti superficiali». Per l'avvocato Carmelo Miceli, legale dei familiari del manager Mps, «le dichiarazioni del colonnello Aglieco sono l'ennesima conferma di quanto non sia possibile per nessuno definire buone indagini quelle eseguite sulla morte di Rossi. Noi lo sosteniamo da tempo». Il legale è pronto a depositare un'istanza per la riapertura dell'inchiesta. «Ricordo bene quella chiamata - ha invece dichiarato la Santanché - Telefonai a David, qualcuno alzò la cornetta, senza però interloquire». Sul caso è intervenuto anche il leader di Iv, Matteo Renzi: «Un pm, o più di uno, entra nella scena del chiamiamolo delitto o crimine, se è un suicidio non è un delitto: è cosa enorme. Siccome quel pm è lo stesso di Open, io non posso attaccare. Ma in un Paese normale direi: vi rendete conto chi è che mi fa l'indagine?».

Ultimo aggiornamento: 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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