Cucchi, nelle intercettazioni i falsi dei carabinieri: «Devi modificare il verbale»

Venerdì 26 Ottobre 2018
Cucchi: «Cambio le relazioni di servizio», nelle intercettazioni i falsi dei carabinieri
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Prima dei consigli "velati", poi una sollecitazione per chiedere di modificare alcuni passaggi, infine un intervento diretto sul documento. Le carte depositate dalla Procura di Roma e legate al nuovo filone sulla morte di Stefano Cucchi restituiscono in modo plastico la catena gerarchica che ha «indirizzato in modo scientifico le prove».

È dalle parole di uno degli indagati principali, il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stazione Tor Sapienza, che emergono dettagli su come furono modificati gli atti relativi allo stato di salute di Cucchi, che era giunto a Tor Sapienza dalla caserma Casilina, teatro del pestaggio. In una intercettazione Colombo non usa giri di parole. «Quelle annotazioni me le mandò cambiate» il tenente colonnello Francesco Cavallo, all'epoca dei fatti numero due del Gruppo carabinieri di Roma, e anch'egli finito nel registro degli indagati. In altri termini, secondo l'impianto accusatorio, Cavallo non si limitò solo a chiedere modifiche ma materialmente intervenne con le variazioni.

Nel corso dell'interrogatorio fiume,durato oltre otto ore, Colombo cita una telefonata ricevuta dal tenente colonnello Luciano Soligo, ex numero uno della compagna Talenti Montesacro e anch'egli indagato, il 18 aprile scorso, a poche ore dall'udienza in cui i carabinieri Francesco Di Sano e Gianluca Colicchio, avevano raccontato delle modifiche alle annotazioni di servizio. «Soligo ce l'aveva con Colicchio - ha detto al pm - perché aveva fatto fare una brutta figura all'Arma e ribadito quanto detto il 27 ottobre 2009 e cioè che le annotazioni di servizio erano state modificate perchè Colicchio e Di Sano avevano scritto cose inopportune e non di loro competenza».

L'indagato torna proprio a quel giorno di ottobre: «Soligo arrivò in caserma verso le 9.30 ed entrò nel merito di ciascuna annotazione, parlando prima con me e poi con i due militari, contestandone il contenuto. Soligo disse che non aveva senso essere così particolareggiati sulle condizioni di salute di Cucchi, come se si trattasse di 'una ostentazione di estraneità ai fattì, cioè di una sorta di 'excusatio non petità. Esternai la mia perplessità...ma il tenente colonnello chiamò i due e disse che le due annotazioni non andavano bene perchè troppo dettagliate». Colombo fa poi riferimento ad alcune telefonate che Soligo «ricevette telefonate dai superiori».

«Rispondeva dicendo "Comandi, signor Colonnello" e mi faceva segno di uscire -spiega Colombo- In mia presenza avrà ricevuto tre/quattro telefonate di questo tipo.

Non so chi fosse il signor Colonnello con cui parlava, all'epoca i suoi superiori diretti erano Casarsa e il tenente colonnello Francesco Cavallo». E oggi il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri ha sottolineato che sono «pochi i carabinieri che dimenticano la strada della virtù». Militari infedeli che, per il ministro della Difesa Elisabetta Trenta «vanno isolati».

Ultimo aggiornamento: 21:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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