Covid al banchetto di nozze: sposi contagiati, a rischio 120 invitati

Giovedì 8 Ottobre 2020 di N.Din.
Covid al banchetto di nozze: sposi contagiati, a rischio 120 invitati

L'allarme Covid si sposta nei banchetti nuziali.

La brutta notizia per circa 120 tra amici e invitati a rischio, arriva da Grottaglie (Taranto), dove una giovane coppia appena convolata a nozze è risultata positiva al coronavirus. Il cordone sanitario si è subito stretto attorno ai familiari più prossimi senza trascurare chi ha preso parte alla cerimonia e al banchetto organizzato in una sala ricevimenti di Ginosa.​

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Covid alle nozze

Un'occasione festosa dove i baci e gli abbracci non sono certo mancati (mascherine manco a parlarne vista l'occasione), si è così trasformata in un incubo per decine di grottagliesi che stanno passando momenti d'ansia. La prima a presentare i sintomi del contagio è stata la sposa che l'altro ieri si è presentata con la febbre al pronto soccorso dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto.

Covid, epidemia dopo il ricevimento di nozze negli Usa: sette morti e 175 contagiati

Il in America sembra inarrestabile. Almeno sette persone sono morte in relazione ad un'epidemia di coronavirus scoppiata dopo un ricevimento di nozze nel Maine. Lo riferisce l'agenzia Associated Press. Il Maine Center for Disease Control and Prevention ha riferito che alla festa, che si è svolta in agosto, sono collegati oltre 175 contagi e sei delle persone decedute non hanno nemmeno partecipato al matrimonio .

Tamponi agli invitati

Sottoposta al tampone, quest'ultimo è risultato positivo. Immediatamente sono scattate le misure di contenimento e ricostruzione della catena dei probabili contagiati. Il primo ad essere testato è stato il marito, positivo anche lui. Per tutti gli altri è stato applicato il principio del contact tracing che prevede l'attenzione massima solo sui soggetti che hanno avuto contatti diretti certi nelle 48 ore antecedenti la prima comparsa dei sintomi della persona sicuramente infetta. Nel range di seria pericolosità sono stati quindi identificati una ventina di amici della coppia che avevano partecipato ad una cena fatta un paio di giorni dopo le nozze. Ai commensali, tutte giovani coppie anche loro, il Dipartimento di prevenzione che li ha presi in carico ha imposto un periodo di isolamento fiduciario con il monitoraggio dei parametri e il controllo a distanza. Isolamento e monitoraggio anche per i loro parenti. I circa 100 invitati alla cerimonia, pur avvenuta oltre il periodo di trasmissione del virus, sono stati comunque contattati e a tutti è stato consigliato di contattare il proprio medico curante alla prima comparsa di sintomi influenzali.

Tutti a rischio contagio

Naturalmente la notizia si è diffusa rapidamente nella città delle ceramiche dove si è alla ricerca di chi ha avuto contatti con gli sposini. Non solo i parenti e gli invitati in questo caso, ma anche gli esercenti, imprenditori, musicisti con cui hanno avuto rapporti con la coppia nei giorni precedenti le nozze, senza trascurare il parroco che ha officiato la messa nuziale. Anche per loro, secondo fonti della Asl, non esisterebbero rischi, non rientrando nel range del contact tracing. Un lavoro enorme per gli specialisti degli uffici di prevenzione se si pensa che ad ogni contagio certo corrisponde una rosa di trenta probabili contagiati. Si spiega così l'elevatissimo numero di persone sottoposte ad isolamento fiduciario controllato. In tutta la provincia se ne contano più di duemila, mentre i casi di positività attualmente in atto sono 306. Mai così prima d'ora sulle sponde dello Ionio, nemmeno nel periodo di massima diffusione del virus della prima ondata. Sinora a Taranto e provincia le maggiori fonti di propagazione del virus sono stati gli ambienti sanitari, sia strutture pubbliche sia private ed ora anche le scuole. Si contano invece sulle dita di una mano i casi emersi nella grande industria, praticamente indenne nonostante le preoccupazioni iniziali.

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Al 19esimo tampone, dopo 170 giorni, che le hanno fatto perdere il lavoro e tre ricoveri in ospedale è ancora positiva al Covid-19. È l'assurda storia di Nada Cava, la 49enne, originaria delle Marche, ma che da tempo vive a San Giovanni di Colonnella, in provincia di Teramo.

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 02:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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