Covid come l’influenza, senza sintomi si torna al lavoro dopo 5 giorni (e niente tempone)

Il ministro Schillaci: "Chi ha sintomi lievi tornerà alla normalità dopo 24 ore senza febbre". Asintomatici a casa per 4-5 giorni: un’ordinanza per cambiare le regole

Giovedì 17 Novembre 2022 di Valentina Errante
Covid, al lavoro senza tampone. Il ministro Schillaci: «Come l influenza»

Il Covid come un’influenza, qualche precauzione per i più fragili, ma nessun isolamento. Nuove regole sono in arrivo dal ministero della Salute e ad annunciarle, ieri sera dallo studio di “Porta a Porta”, è stato il ministro Orazio Schillaci.

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Dopo quattro o cinque giorni dal tampone positivo - ha spiegato Schillaci - i pazienti potranno tornare al lavoro e riprendere una vita normale, a patto che siano asintomatici.

Schillaci anticipa così un’ordinanza, che gli uffici del ministero stanno già preparando. «Anche chi ha una sintomatologia lieve può anticipare il ritorno dopo almeno 24 ore di assenza di febbre - aggiunge il ministro - magari con qualche precauzione come la mascherina, per proteggere i più fragili». 


FASE ENDEMICA
La curva dei contagi segna ancora una lieve flessione e in una settimana cala del 2,4%. Dati che incoraggiano il ministro che fa riferimento a una «fase endemica». Se dunque la diffusione si è trasformata, anche le misure per fronteggiarla deve mutare. «Siamo in una fase endemica del Covid - dice il ministro - dobbiamo avere le stesse accortezze che avevamo prima per l’influenza» per tornare alla normalità. «Quando si stava male, con l’influenza, si restava a casa. Appena i sintomi finivano, si rientrava a lavoro. Oggi siamo ancora più responsabilizzati in questo - sottolinea - con l’uso della mascherina quando siamo con le persone più fragili. In questo modo possiamo tornare alla tanto auspicata normalità. E così il ministro, rispondendo ad una domanda sull’addio ai tamponi di fine quarantena, ha annunciato che i pazienti asintomatici positivi al Covid dopo 4 o 5 giorni, «potranno tornare all’attività normale». 

 


PANDEMIA CAMBIATA
In linea con il ministro anche Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani, che aveva inviato a Schillaci un documento con una proposta di modifica delle norme sulla quarantena. «La pandemia è completamente cambiata - dice - siamo in presenza di una immunità ibrida, determinata dal grande contagio e, soprattutto, dalla grande campagna vaccinale, che ha visto l’Italia tra i Paesi più performanti del mondo. Questa immunità ibrida - ha detto Vaia sempre dagli studi di Porta a Porta - ci rende più forti. Il virus non è meno cattivo, ma è cambiato nel senso che le nostre azioni lo hanno reso più contagioso ma meno patogeno». Quindi «possiamo guardare al futuro con ottimismo, siamo quasi alla fine di questo percorso». 


I DATI
E se i casi Covid sembrano flettere, tocca invece il 25% la quota di ricoverati non vaccinati secondo la consueta indagine Fiaso. Cauto il matematico Giovanni Sebastiani del Cnr. «I casi di Covid sono in aumento in 36 delle 107 province italiane che formano quattro cluster confermati; in altre 67 province la situazione è di stasi che, conclude, in molti casi prelude a una fase di aumento». 


Una curva anomala si registra invece nei contagi da influenza. «L’influenza sta tornando a valori 5 volte superiori all’epoca pre Covid: ce lo mostrano i dati del bollettino Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità - spiega il segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) - in particolare, la popolazione giovane e i bambini, che per due anni non si sono contagiati grazie all’utilizzo di mascherine a scuola, sono “vergini” sul piano immunitario e più suscettibili al virus dell’influenza». 
 

Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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