La salute prima di tutto. Nel periodo di pandemia cresce la propensione a proteggersi anche nei confronti dell'influenza stagionale. Tanto che, dato il fatto che la prossima stagione sarà probabilmente caratterizzata ancora dalla circolazione concomitante di virus influenzali e Sars-Cov-2, molti italiani considererebbero un unico appuntamento per i due vaccini, antinfluenzale e contro il Covid, come importante in termini organizzativi e logistici. Quasi 7 su 10, il 69%, si dicono infatti disposti alla co-somministrazione dei due vaccini preferibilmente a novembre (37%) e ad ottobre (30%).
Vaccino unico contro influenza e Covid: il piano per il prossimo autunno
«Il progetto - evidenzia Riccardo Grassi, direttore di ricerca Swg - è nato con l'obiettivo di mettere a confronto periodicamente come possano cambiare ed evolversi le percezioni degli italiani nei confronti della vaccinazione e più in generale sul loro stato di salute». Sul fronte dell'informazione il medico di medicina generale rimane la prima fonte autorevole. Crollano i social network (solo il 24% si fiderebbe delle informazioni che vengono da questa fonte). Più in generale, l'influenza viene considerata come una malattia da non sottovalutare, anche se lo scorso anno il virus non è praticamente circolato: per circa otto persone su dieci questo fatto è legato al maggior numero di persone vaccinate e alle restrizioni con le misure di protezione come le mascherine che ne hanno rallentato la trasmissione. Il 59% degli intervistati è cosciente che esistono diversi tipi di vaccini per l'influenza, da impiegarsi caso per caso in base all'età e alle condizioni di salute. Questo è particolarmente importante secondo gli esperti soprattutto per gli «over-65», che necessitano di un vaccino su misura per il rischio dell'immunosenescenza, ridotta risposta difensiva, che può rendere meno efficace la vaccinazione.