Covid, come convivere con una malattia endemica: il ruolo di anticorpi e vaccini

Giovedì 22 Luglio 2021 di Riccardo De Palo
Covid, come convivere con una malattia endemica: il ruolo di anticorpi e vaccini

Quando i conquistadores guidati da Hernan Cortés sbarcarono in Messico, decisi a impadronirsi dell’impero azteco di Montezuma, furono anche i portatori inconsapevoli di una vera e propria “arma batteriologica”. Era il 1519. Tra i seicento uomini armati con dieci cannoni, quattro falconetti leggeri e una scorta infinita di munizioni, si celava anche uno schiavo malato di vaiolo. Fu l’epidemia causata da quest’ultimo, su una popolazione indigena che non era mai entrata in contatto con il virus variola - a cui si aggiusero sistematici massacri da parte delle truppe spagnole - a causare la scomparsa di una civiltà millenaria. In un secolo, da 25 milioni, la popolazione calò a meno di un milione. Nessuno aveva gli anticorpi.

Nel 1846, ricorda il magazine New Yorker, un epidemiologo olandese  di nome Peter Ludwig Panum arrivò nelle isole Faroe, ovvero un arcipelago estremamente isolato, a duecento chilometri dalle coste scozzesi. La regione era territorio danese, e gli abitanti vivevano di media 45 anni, ovvero moltissimo per quell’epoca, poiché la distanza dalle coste e la difficoltà di raggiungere le isole significava essere al riparo dalle malattie infettive che imperversavano in Europa. Panum voleva studiare l’epidemia di morbillo che aveva appena colpito gli abitanti, la prima in 65 anni.

L’esito era prevedibile: nel giro di sei mesi il virus contagiò tre quarti della popolazione, e uccise un centinaio di persone. Ma coloro che erano già stati a contatto con il germe patogeno, nel corso dell’epidemia del 1781, erano immuni. Si trattava di persone anziane, ma che erano protette da questa malattia, perché avevano il sistema immunitario già allenato a riconoscere il nemico.

Oggi, tutti gli epidemiologi danno per scontato che non riusciremo a eradicare dalla faccia della Terra il SarS-CoV-2 che provoca il Covid 19. E che bisognerà imparare a conviverci. Ma la memoria immunitaria sarà una grande arma a nostra disposizione. Lo stesso Tucidide, nel celebre racconto della peste di Atene - forse dovuta a tifo o a febbre emorragica - nessuno “fu attaccato dalla malattie due volte, e nessuno in maniera fatale”.

Tuttavia la memoria immunitaria si comporta diversamente per ogni agente patogeno. Esistono anche altri coronavirus, ormai endemici, che provocano il trenta per cento dei raffreddori comuni e hanno incidenza stagionale: HCoV-229E, HCoV-OC43, HCoV-HKU1, e HCoV-NL63. Causano malattie infantili molto comuni, che hanno preso il posto del morbillo dei tempi di Panum, nota il New Yorker. E gli adulti possono reinfettarsi a distanza di anni. Questo, tuttavia, non deve allarmare. Lo testimonia uno studio britannico compiuto su diciottomila pazienti per 44 anni di seguito, il Common Cold Unit, pubblicato nel 1990. Le persone infettate nuovamente - in alcuni test appositamente - sviluppavano sintomi molto più blandi rispetto al passato. Non solo: sono risultati nel complesso anche molto meno contagiosi. E si tratta di coronavirus simili a quello che causa il Covid.

Come si comporterà la memoria immunitaria nei confronti del Sars-CoV-2? Avrà breve o lunga durata? La ricerca, in proposito, è ancora agli inizi, trattandosi di una malattia da poco conosciuta e studiata. Nell’ottobre scorso, ricorda l’autrice dell’articolo sul giornale americano, Katherine S. Xue, a sua volta epidemiologa, il caso di una epidemia a bordo di un peschereccio ha fornito una cornice ideale per uno studio, poi pubblicato sul Journal of Clinical Microbiology. Alla partenza, tutto l’equipaggio era risultato negativo al tampone, e tre avevano gli anticorpi attestati da un esame specifico. Durante il viaggio per mare, un marinaio si ammalò di Covid, provocando un’epidemia a bordo. Al ritorno, diciotto giorni dopo, 103 persone risultarono positive, ma non le tre che avevano già gli anticorpi. 

Oggi, noi siamo come gli aztechi di Montezuma. Il nostro sistema immunitario non aveva mai incontrato prima il Covid-19. Ma  grazie ai vaccini e alla "memoria" acquisita dalle recenti infezioni, cominciamo a mettere a punto le armi per combattere l'invasione dei coronavirus "conquistadores".

Ultimo aggiornamento: 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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