Covid, l'Italia ora teme nuove varianti dalla Cina: a Malpensa e Fiumicino tornano i test (e il governo pensa al tampone obbligatorio)

I numeri sui contagi hanno fatto alzare l'allerta dopo lo stop alle restrizioni di Pechino. A Malpensa sui voli da Pechino era positivo un passeggero su due

Mercoledì 28 Dicembre 2022 di Marco Prestisimone
Covid, l'Italia ora teme nuove varianti dalla Cina (e pensa al tampone obbligatorio)
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La Cina brinda allo stop delle restrizioni, in Italia (ma non solo) si temono le nuove varianti Covid. Perché Pechino ha smesso di comunicare i dati dei positivi che alcune analisi non governative quantificano in 250 milioni di contagi e 5mila morti al giorno. A Milano Malpensa sono richiesti tamponi (ma non obbligatori e utili solo per il sequenziamento, ha tenuto a specificare la regione Lombardia) ma anche a Fiumicino sono ripartiti i test per i voli provenienti dalla Cina.

Anche perché i numeri fanno spavento: «Dei 120 passeggeri che viaggiavano sul volo Pechino-Malpensa atterrato nello scalo milanese alle 18.55 del 26 dicembre, 62 sono risultati positivi al covid, pari al 52%. Sull'altro volo arrivato a Milano da Pechino nel giorno di Santo Stefano, la percentuale di positivi è stata del 38% (35 su 92 passeggeri). Per questo anche il governo pensa a delle restrizioni di questo tipo.

«Il problema Cina oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale. I dati, pochi e poco trasparenti, stanno creando timore nella comunità internazionale, anche quella scientifica», spiega l'istituto Spallanzani. Il timore «è che, in un Paese con un alta percentuale di non vaccinati in cui sono stati utilizzati vaccini poco efficaci che danno una bassa protezione di popolazione, una così forte crescita esponenziale dei contagi possa generare la selezione di una nuova variante, molto più immuno-evasiva e trasmissibile».

Il governo pensa al tampone obbligatorio per i voli dalla Cina

Il ministro della Salute Orazio Schillaci, che oggi ne parlerà nel Cdm, sta valutando la possibilità di disporre il tampone obbligatorio per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina. «La sorveglianza e la prevenzione, attraverso il sequenziamento, sono fondamentali per individuare con tempestività eventuali nuove varianti che possano destare preoccupazione e che, al momento, non risultano in circolazione in Italia», spiega la nota. «Già dalle prime notizie, sta seguendo con la massima attenzione gli sviluppi della nuova ondata Covid-19 in Cina - spiega -. Da venerdì scorso si è confrontato con la cabina di regia dell'Istituto superiore di sanità per il monitoraggio sull'andamento dei contagi». Da sabato 24 dicembre a oggi, il ministro «ha seguito con attenzione l'esito dell'esecuzione dei tamponi sui passeggeri in arrivo a Malpensa provenienti dalla Cina e ha raccomandato il sequenziamento di tutte le varianti che possono emergere dai tamponi». Schillaci è in contatto in queste ore con gli altri stati dell'Ue per definire una strategia condivisa dopo che ieri in una nota non era emersa ancora l'esigenza di nuove restrizioni ai voli provenienti dalla Cina. Intanto, come detto, sono ripresi all'aeroporto di Fiumicino i test per i voli provenienti dalla Cina. Lo ha comunicato l'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato. «In attesa delle disposizioni nazionali riprendono i test all'aeroporto internazionale di Fiumicino per i voli che provengono dalla Cina - precisa D'Amato -. I test si svolgeranno con le consuete modalità, sotto la supervisione dell'Istituto Spallanzani e con il supporto delle USCAR regionali. Non dobbiamo abbassare la guardia, le ultime notizie sul Covid ci spingono a tenere alta l'attenzione». L'area test Covid nello scalo romano doveva essere chiusa a fine anno. Visto l'evolversi della situazione in Cina e le nuove disposizioni regionali nell'area, che si trova agli arrivi del Terminal 3, rimarrà attivo un presidio per controlli su specifiche destinazioni. Chi risulterà positivo verrà poi isolato in apposite strutture. Attualmente non ci sono più i Covid hotel, smantellati col rientrare dell'emergenza, ma chi sarà trovato positivo al test verrà ospitato in strutture sanitarie ad hoc ancora attive. Il test è facoltativo ma particolare attenzione, si apprende da fonti regionali, sarà riservata ai sintomatici.

Ma c'è davvero il rischio di nuove varianti?

A preoccupare è la possibilità che nuove varianti possano diffondersi in Europa e nel resto del mondo. Ad allarmare i governi sono i numeri (come successo anche in passato, non ufficializzati dal rigido governo cinese) delle previsioni dei prossimi mesi: a gennaio potrebbero essere 3,7 i milioni di contagi al giorno e a marzo addirittura 4,2 milioni. E gli epidemiologi avvisano: «Nonostante il calo dei ricoveri Covid registrato anche questa settimana in Italia, non va sottostimato il rischio dovuto a una nuova circolazione virale proveniente da Paesi stranieri che stanno registrando un preoccupante incremento del numero dei contagi, come la Cina, che potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuove varianti virali magari potenzialmente più pericolose», ha detto Giovanni Migliore, presidente della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), nell'ultimo report degli ospedali sentinella della Federazione. Secondo Walter Ricciardi «il rischio che i milioni di contagi Covid registrati dalla Cina favoriscano lo sviluppo di nuove varianti del coronavirus pandemico esiste. Una variante più contagiosa di Omicron è difficile, siamo già a livelli record. Il pericolo è che ne nasca una più patogenica, uno scenario possibile», ha spiegato a La Stampa. E ancora, Bassetti: «Una misura a costo zero per l'Italia è obbligare dal primo gennaio 2023 i passeggeri in partenza dalla Cina a farsi un tampone molecolare prima della partenza e all'arrivo, sempre obbligatorio ed entro 48 ore, fare un altro test molecolare. Si metteranno una mascherina Ffp2, andranno in un laboratorio e si sottoporranno ad un secondo test. Finché non hanno un molecolare negativo non possono circolare in Italia. Questo intervento va fatto il prima possibile».

Come sta reagendo il resto del mondo: anche gli Usa pensano a restrizioni

Anche gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di imporre nuove restrizioni Covid agli arrivi cinesi, dopo che Pechino ha annunciato che riaprirà i suoi confini il mese prossimo. I funzionari americani spiegano che la preoccupazione è dovuta alla mancanza di trasparenza che circonda il virus in Cina. Giappone, Malesia e Taiwan - preoccupati di importare casi di Covid - hanno già delineato misure più stringenti per i viaggiatori cinesi, compresi i test negativi. Pechino non ha accolto con serenità la notizia e ha risposto che le regole Covid dovrebbero essere introdotte su base «scientifica». Wang Wenbin, portavoce del ministro degli Esteri cinese, ha accusato i Paesi e i media occidentali di «esaltare» e «distorcere gli aggiustamenti della politica anti-Covid della Cina». Sia il Regno Unito che la Germania hanno detto di monitorare attentamente la situazione, ma al momento non stanno prendendo in considerazione nuove restrizioni per i viaggiatori cinesi. 

Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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