L'anno della pandemia ha fatto registrare una forte crescita dell'attività di ricerca condotta: nel 2020, infatti, si registra un +55% in termini di numero assoluto di pubblicazioni su riviste scientifiche, passate da 264 a 408 presso gli Istituti clinici scientifici Maugeri, rispetto al 2019. Dalla fisioterapia alla riabilitazione del respiro, fino al Long Covid.
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A portare avanti questa mole di lavoro, sono stati 371 ricercatori, di cui 163 ricercatori 'puri' cioè afferenti direttamente a uno dei 48 laboratori di ricerca, coordinati dal direttore scientifico Walter Ricciardi. Anche gli istituti riabilitativi durante l'anno dell'emergenza, spiega all'ANSA Chiara Maugeri, a capo della direzione impatto sociale, qualità e accreditamento, «sono stati chiamati a farsi carico dei pazienti Covid nella immediata fase post-acuta. L'incremento di dati disponibili hanno determinato una revisione delle attività di ricerca clinica e traslazionale.
Ad esempio, nell'ambito della Cardiologia Riabilitativa, sono stati pubblicati studi relativi al danno miocardico acuto nel corso dell'infezione virale». Inoltre, «sono stati inoltre avviati nuovi studi focalizzati sulla valutazione delle possibili implicazioni dell'infezione sulla funzionalità del sistema nervoso autonomo e sul ruolo dei fattori epigenetici, che possono influenzare il decorso della malattia e favorire l'insorgenza di conseguenze a lungo termine, o sindrome post-Covid».
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L'incremento nelle pubblicazioni scientifiche è in buona parte attribuibile a studi sul Covid-19, ma l'emergenza sanitaria non ha pesato negativamente su altre linee di ricerca non legate al coronavirus. L'aumento maggiore è registrato da pubblicazioni nell'area della Medicina Clinico-Specialistica (+92%), seguita da Cardioangiologia Riabilitativa (+47%) e Riabilitazione Neuromotoria (+46%).