Coronavirus, Roma trema: stop alle piazze della movida, super-quarantena per migliaia

Lunedì 9 Marzo 2020 di Camilla Mozzetti e Marco Pasqua
Coronavirus, Roma trema: stop alle piazze della movida, super-quarantena per migliaia

Coronavirus, tutti coloro che provengono dalle zone rosse e anche da quelle arancioni devono comunicare la loro presenza e i loro spostamenti, mettersi in contatto con le Asl e porsi in auto-isolamento. Per quanto tempo? Ogni caso verrà valutato a seconda delle circostanze. È questa una delle modifiche introdotte con l’ultima ordinanza della Regione Lazio firmata dall’assessore alla Sanità Alessio D’Amato e dal vicepresidente Daniele Leodori, dopo quanto accaduto sabato sera quando le stazioni di Milano sono state prese d’assalto da cittadini di altre Regioni che volevano tornare a casa.

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Ma il passaggio che «non vieta alle persone fisiche gli spostamenti su tutto il territorio nazionale per motivi di lavoro, di necessità e di salute», desta parecchie perplessità per l’ampiezza della platea dei possibili fruitori che - con una semplice autocertificazione - possono aggirare controlli e divieti. 
 



Nel dispositivo che impone le misure per chi negli ultimi 14 giorni ha viaggiato tra Roma e il Nord Italia rientravano alcune categorie che inizialmente avevano sollevato qualche protesta. Ad esempio i parlamentari e i piloti di aerei, che per motivi diversi sono costretti a spostarsi frequentemente tra Nord e Sud Italia per svolgere le loro attività. Tra i deputati e i senatori, molti sono quelli che hanno fatto ritorno a casa e poi sono risultati presenti nei giorni scorsi a Montecitorio e Palazzo Madama.

Se tutti avessero seguito scrupolosamente i divieti della prima ordinanza, «il rischio di arrivare a ridurre significativamente i numeri in Aula - spiega Walter Rizzetto, deputato Fdi originario di San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone ed eletto in Friuli-Venezia Giulia - sarebbe stato certo». Stesso scenario anche per i piloti di aerei che ovviamente in questi giorni hanno viaggiato da Nord a Sud del Paese. 

Intanto sempre la Regione Lazio ha inviato i Comuni ad adottare una misura di contenimento per gli assembramenti nei locali e nei luoghi di ritrovo dei giovani. Ieri l’assessore D’Amato postando su Facebook l’immagine di Ponte Milvio - nota zona di ritrovo dei giovani di Roma - ha lanciato l’hashtag #Nunsepofà sottolineando come gli assembramenti di persone sono i canali principali per la trasmissione del virus. Ma nell’ultimo Dpcm del governo ai ristoranti, ad esempio, non è stata imposta la chiusura alle ore 18, ma solo l’adozione di regole sul posizionamento dei tavoli al fine di mantenere i limiti di distanza. 

LE REGOLE DISATTESE
Il Campidoglio non ha ancora emanato nessun provvedimento in questa direzione ma intanto solo nello scorso weekend le stesse prescrizioni del governo proprio in merito ai locali sono state ampiamente disattese. Ed è nella Capitale che si registrano “violazioni”, talvolta eclatanti, alle prescrizioni governative circa la distanza minima da mantenere tra una persona e l’altra. Se, infatti, le discoteche tradizionali (da quelle cult come il Piper e Spazio 900, fino alle più piccole) hanno chiuso i battenti (il Room 26, sabato notte, si è inventato un dj-set in streaming sul proprio canale Facebook), altri locali hanno trovato un pericoloso escamotage per richiamare il pubblico di giovanissimi che si è trovato senza piste su cui poter ballare.

Ecco, infatti, le cosiddette “cene spettacolo”: cibo, musica, e fiumi di alcol. Ma, soprattutto, tutti insieme, vicini-vicini, in locali (chiusi), saturi di persone. È successo in pieno Centro, in via della Conciliazione, dove – al Chorus Cafè - l’altra notte, il pubblico si è lasciato trasportare dalla musica. Ma anche alle Palmerie, ai Parioli, dai tavoli alla “pista” improvvisata il passo è stato breve e su Instagram era un rincorrersi di storie “danzate”. Le stesse del ristorante fusion Me Geisha, a Monteverde, dove la voglia di far festa ha avuto la meglio sul buon senso. Alla Villa, popolare luogo di ritrovo al Fleming, la distanza tra i tavoli ma, soprattutto, il numero di persone presenti, trasformava il locale in una sorta di disco-pub improvvisato. E anche se in riva al mare, si è ballato a Maccarese, alla Rambla, con dj-set in spiaggia. Ma anche la movida all’aperto non si è adeguata alle nuove norme: da Ponte Milvio a Trastevere, i giovanissimi non hanno evitato gli assembramenti.
 

Ultimo aggiornamento: 12:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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