Coronavirus a Roma, muore donna cardiopatica al San Giovanni. Nel Lazio 44 positivi. Medici e infermieri in quarantena

Giovedì 5 Marzo 2020 di Veronica Cursi
Coronavirus a Roma, paziente positivo al San Filippo Neri: medici in quarantena

Si aggrava la situazione Coronavirus a Roma e nel Lazio. Una donna cardiopatica è morta all'ospedale San Giovanni (l'ospedale precisa che il virus non è la causa del decesso) e si registrano nuovi casi di contagio in altri ospedali, con conseguente quarantena per infermieri e medici. Il totale dei casi positivi nel Lazio è di 44 persone. Venti sono ricoverate e di queste 7 si trovano in terapia intensiva. Sono 14 i pazienti in isolamento domiciliare. Tre i guariti fino ad oggi.

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Anche Roma, dunque, conta il primo morto per coronavirus. È una donna cardiopatica di 87 anni deceduta al San Giovanni dove era ricoverata dal 17 gennaio per una «severa endocardite in quanto portatrice di protesi valvolare seguita da una problematica respiratoria». Un quadro clinico già grave che porta la direzione dell'azienda ospedaliera romana a sottolineare che «è possibile affermare che la donna sia deceduta 'con' il COVID-19 e non a causa dello stesso». Il test che ha rilevato la positività, eseguito allo Spallanzani, è stato effettuato dopo il decesso ed è per questo che è scattata l'indagine epidemiologica: «Sono stati individuati i contatti all'interno dell'ospedale, tutti asintomatici, ed è in corso la verifica da parte della Asl Roma 1 sulle visite e i contatti esterni per il completamento dell'indagine epidemiologica», precisa l'ospedale.

Una seconda persona, un paziente oncologico, è stato ricoverato in isolamento all'ospedale San Filippo Neri, perché risultato positivo al test. L'anziano si è presentato al pronto soccorso con difficoltà respiratorie e dopo diverse ore è stato ricoverato in rianimazione. Sottoposto al test, è risultato positivo al Covid - 19. E adesso potrebbe scattare la quarantena per medici e infermieri. Un altro caso di positività si è registrato al policlinico Casilino: si tratta di una donna. Casi sospetti si registrano anche all'ospedale Sant'Andrea e a quello di Tor Vergata.

Il paziente positivo del San Filippo Neri «nella notte del 3 marzo ha fatto accesso al pronto soccorso per un malore. A seguito degli esami diagnostici, preso contatto con l’INMI Lazzaro Spallanzani, si è provveduto ad eseguire il tampone, risultando positivo al CODIV-19. Attualmente il paziente è trattato in isolamento. Il link epidemiologico sembrerebbe legato ad un familiare in cura presso una struttura ospedaliera del Veneto. All’interno del San Filippo Neri sono state attivate tutte le misure previste per garantire la sicurezza e individuare eventuali altri paziente e operatori con cui può essere entrato in contatto, per adottare le misure conseguenti. In via precauzionale e fino alla fine della valutazione, alcuni operatori non sono in servizio, ma in isolamento domiciliare». A dichiararlo sono l’Assessorato alla sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio e la Asl Roma 1.

Dispenser con disinfettanti, lezioni a 'numero chiuso' e maggiore distanza in sala pesi.

Sono le precauzioni messe in atto da alcune palestre della Capitale all'indomani delle nuove misure per fronteggiare il coronavirus. «Le nostre palestre stamattina sono regolarmente aperte - spiega Elisabetta Canafoglia general manager di una catena fitness che conta sei strutture a Roma tra cui una a Villa Borghese - Cerchiamo di rispettare il più possibile le nuove indicazioni. Già da tempo abbiamo installato distributori di disinfettanti in tutte le sale e gli ambienti di notte vengono sanificati». In più si cerca di «ridurre al minimo il contatto tra i clienti con lezioni fitness a 'numero chiusò, dimezzando il numero dei partecipanti e consentendo così la distanza di circa un metro e mezzo - aggiunge - C'è inoltre l'obbligo dell'asciugamano per i clienti e in sala pesi i macchinari possono essere utilizzati uno sì e l'altro no. Siamo ora in in attesa di capire le indicazioni per gli sport da combattimento. La nostra intenzione - assicura la general manager - è far recuperare le lezioni perse se dovesse chiudere il corso dei bambini». Per le palestre è «economicamente un danno» sottolinea spiegando che nell'ultimo mese si è registrato un calo «del 30 per cento» circa e che oggi c'è «molta meno gente del solito». 

Intanto allo Spallanzani di Roma sono ricoverati 59 pazienti, di cui 25 sono risultati positivi al nuovo coronavirus (in aggiunta alla coppia cinese ormai guarita), 5 sono in condizioni gravi. Lo riporta il bollettino quotidiano dell'Inmi Spallanzani di Roma. «Tutti i ricoverati sono in condizioni cliniche stabili ad eccezione di cinque - precisa il bollettino - che presentano una polmonite interstiziale bilaterale in terapia antivirale e che necessitano di supporto respiratorio. Tutti i casi positivi, al momento, ancora presentano un link epidemiologico con le aree del Nord del Paese o con un caso confermato». 

C'è un primo caso anche a Velletri, comune di circa 53 mila abitanti alle porte di Roma. È un uomo di 44 anni nato in India ma da anni domiciliato in Italia ed è il primo caso di positività al nuovo coronavirus accertato a Velletri. Intanto le condizioni l'agente di Pomezia ora sono gravi. Sono peggiorate e adesso è intubato e sedato nella terapia intensiva dello Spallanzani.

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Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 07:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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