Il tema, su cui è in corso una riflessione è come aiutare l’economia che sta vacillando per le conseguenze dell’epidemia del coronavirus partita da Wuhan, ma anche valutare se non sia il caso di riattivare gradualmente i voli diretti Italia-Cina, potenziando semmai altri tipi di controlli. Di questo si parlerà questa mattina, nel vertice a Palazzo Chigi, al quale parteciperanno il premier Giuseppe Conte, i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e della Salute, Roberto Speranza. Ma proprio perché bisogna anche comprendere come tutelare le imprese italiane in questa crisi, magari con aiuti e sgravi, al summit andrà anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Fanno filtrare dalla Presidenza del Consiglio: la riunione del tavolo interministeriale si concentrerà sulle valutazioni dell’impatto economico derivanti dall’eventuale rallentamento dell’economia cinese. Ma effetti sull’economia passano anche dai collegamenti tra Italia e Cina, tenendo sempre conto che ad oggi sono bloccati i voli diretti per i passeggeri, ma non quelli cargo, cioè le merci.
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CONTROLLI
Ripartiamo dagli aeroporti e dalla rete di controlli su cui lavora la Protezione civile in realtà al di fuori dall’ordine del giorno del vertice di questa mattina. La novità: termoscanner, vale a dire la misurazione automatica di tutti i passeggeri che arrivano negli aeroporti, anche per i voli nazionali. Oggi succede solo per gli internazionali, con l’obiettivo di intercettare viaggiatori provenienti da aeree a rischio o semplicemente contagiati in giro per il mondo, che hanno utilizzato voli in connessione. Bene, il ragionamento che stanno facendo alla Protezione civile, il cui responsabile Angelo Borrelli è anche commissario per l’emergenza coronavirus, è semplice: visto che la macchina negli aeroporti italiani è già operativa per i voli internazionali, si può aumentare la copertura dei controlli anche sui nazionali senza grande sforzi.
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La decisione sarà presa solo in queste ore e in alcuni scali, in realtà, poiché c’è un unico flusso di uscita già si controllano i voli nazionali, ma l’obiettivo è rendere sistematica la misurazione della febbre ovunque. A livello internazionale si amplia, giorno per giorno, la platea dei contagiati e dei paesi coinvolti, ma bisogna dosare con oculatezza tutte le misure, perché si rischia un danno per l’economia enorme, che va a incidere sulle vite di tutti noi. Ci sono aziende italiane la cui esistenza dipende dai rapporti commerciali con la Cina. Quindi non è solo un problema del turismo, che comunque è in enorme sofferenza visto che solo a Roma s’ipotizza un danno da 500 milioni di euro per il settore alberghiero. L’Italia è l’unico paese europeo ad avere bloccato i voli diretti con la Cina (ma anche con Taiwan) tanto che i rappresentanti diplomatici del colosso asiatico hanno già espresso il loro dispiacere e chiesto di fare marcia indietro.
Il risultato ottenuto è stato quello di complicare la vita ai 600 italiani che si trovano ancora in Cina (ovviamente nelle zone non isolate) che devono affrontare strane triangolazioni se vogliono tornare in Patria.