Coronavirus Italia, dati mortalità per sesso ed età: le donne sono il 30%, solo 6 vittime tra 20 e 29 anni

Venerdì 3 Aprile 2020
Coronavirus, l'Iss: «La curva dei contagi rallenta, ma senza misure restrittive avremmo tante Codogno»

Si conferma il rallentamento, ma l'indice di trasmissibilità del Coronavirus in Italia è attualmente in media intorno a 1 (ossia una persona con l'infezione può trasmetterla a un'altra) e va ulteriormente ridotto. Il Covid-19 circola ovunque anche se con entità diverse tra regione e regione. La mortalità è dell'11,8% ma si basa sui positivi di cui abbiamo certezza e che sono molti meno dei reali. Tra le vittime, le donne sono solo il 30%. Si registrano sei decessi tra i 20 e i 29 anni (lo 0,1%). Questa in sintesi l'analisi sulla situazione del virus in Italia presentata dall'Iss (Istituto Superiore di Sanità).

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L'indice di trasmissibilità varia da regione a regione, ha detto l'epidemiologo Giovanni Rezza.

Per vedere meno casi, ha aggiunto, è necessario abbassarlo al di sotto di 1. Il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa epidemiologica odierna ha spiegato che «non c'è nessuna zona del Paese dove non circoli» il virus. Da qui il messaggio di tenere «molto elevata la soglia delle raccomandazioni e delle restrizioni adottate». 

«Si conferma il trend dell'età media pari a 62 anni dei casi, del 30% di morti fra le donne, anche se con età media più elevata, e della comorbidità» come condizione spesso rilevata fra i deceduti di entrambi i sessi»Il presidente dell'Istituto superiore di sanità ha chiarito anche che «ad oggi non abbiamo evidenze per dire che il virus circoli nell'aria. Il droplet ed il contatto sono le principali vie di trasmissione, ma valuteremo in base alle evidenze scientifiche che arriveranno».

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«Se avessimo mollato sulle misure di contenimento, al Sud oggi avremmo tante piccole Codogno». Lo ha chiarito il professor Giovanni Rezza, dell'Istiuto superiore di sanità sul funzionamento delle misure di contenimento. «Siamo moderatamente ottimisti e contenti che il Sud fino ad ora sia stato risparmiato, non per la temperatura o altro, ma perchè il distanziamento sociale ha fatto sì che dove il numero di infezioni che era basso rimanesse tale», ha concluso. 
«Senza misure in 6 mesi avremmo avuto immunità di gregge con un grande numero di morti e feriti: se ci sarà una fase 2, questa dovrà essere graduale per minimizzare il rischio di una ripresa del numero dei casi», ha detto sempre Rezza. «Abbiamo dei segnali cautamente positivi - ha spiegato Rezza -  l'infezione sta diminuendo nelle aree più colpite e la curva dei casi sta appiattendosi o forse probabilmente questo è il preludio a una iniziale e graduale diminuzione del numero di nuovi casi. Ma dobbiamo essere cauti, questo virus non ci mette niente a riprendere la sua circolazione anche molto attiva».
 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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