Coprifuoco alle 23. Nuovo decreto: centri commerciali aperti dal 22/5 e ok matrimoni a giugno

Lunedì 10 Maggio 2021
Coprifuoco alle 23, nuovo decreto: centri commerciali aperti dal 22/5 e ok matrimoni a giugno

Al ballo delle riaperture c’è chi si lancia in avanti e chiede di azzerare ogni restrizione (Lega), chi vorrebbe mantenerle ancora per due o tre settimane (Leu e M5S) e chi è più selettivo e difende le ragione dei centri commerciali (Pd) o del wedding (FI).

Ma intanto le categorie fanno i conti. E Confesercenti stima in 30 milioni i consumi in più nei locali, bar e ristoranti, per ogni ora di apertura aggiuntiva, ma un po’ tutti i servizi studi si stanno esercitando sul tema. Il solo prolungamento alle 23 potrebbe valere fino al 10% del fatturato, secondo Fipe. 

In vista della riunione della cabina di regia convocata per oggi e che dovrà decidere anche delle possibili riaperture, Matteo Salvini ha riunito ieri i ministri leghisti indicando «tre priorità: aperture, aperture, aperture», già «da questa settimana» e «senza coprifuoco». L’astensione all’ultimo decreto dei ministri leghisti, e l’entusiasmo mostrato ieri, fanno pensare che è possibile già da lunedì un deciso cambio di marcia che Salvini intende legare anche al varo del decreto sostegni il cui via libera è quindi subordinato all’accordo sulle riaperture. Ma contro «pifferai magici» che provano ad intestarsi la scelte del governo si scaglia il segretario del Pd Enrico Letta che rivendica la posizione cauta del Pd e sostiene la prudenza di Roberto Speranza. Il «rischio ragionato» resta il criterio che Mario Draghi intende seguire anche stavolta. Il principio di «gradualità» - enunciato anche di recente - applicato su ogni singola misura, tenendo conto degli effetti sanitari ma anche delle conseguenze economiche che, con l’avvicinarsi della stagione turistica, rischiano di pesare non poco. 
 

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E’ quindi possibile che il coprifuoco venga spostato alle 24 da lunedì, in vista di una sua abolizione a giugno, anche se al ministero della Salute spingono per le 23 da lunedì e poi dalle 24 tra una settimana. Analogo braccio di ferro sulla possibilità di autorizzare a lavorare all’interno bar, ristoranti e locali pubblici che potrebbero essere autorizzati da lunedì prossimo o dal 1 giugno. I dati per assumere «il rischio ragionato» di nuove aperture li fornisce l’Istituto Superiore di Sanità che ieri si è appositamente riunito anche per valutare la proposta di modifica dell’indice Rt. La vaccinazione degli over settanta e dei “fragili” ha drasticamente diminuito i ricoveri e svuotato le terapie intensive, pur tuttavia i contagi ci sono ma colpiscono fasce più giovani che potrebbero spingere alcune regioni in zona arancione. 

«Tra le ipotesi che si stanno valutando - spiega Andrea Costa, sottosegretario alla Salute - ci sono quella dell’Rt ospedaliero e quella dell’indice legato alla vaccinazione: basandoci sui numeri che stiamo ottenendo con il piano vaccinale, potremmo vincolare certe riaperture al numero di dosi inoculate e alla percentuale di immunizzazione di determinate fasce d’età». L’obiettivo principale è cancellare i criteri attuali per cui si finisce in zona arancione e rossa in modo da dare qualche certezza in più agli operatori turistici. In forte pressing sono i centri commerciali che chiedono di poter riaprire anche nel fine settimana e già dalla prossima. Qualche certezza potrebbe averla il settore del wedding. Gli organizzatori di matrimoni e feste di laurea potrebbero ripartire da metà giugno mentre i centri sportivi e le palestre potrebbero tornare a lavorare al chiuso tra un paio di settimane con i protocolli messi a punto dal Cts. Dalla riunione della cabina di regia di oggi usciranno delle proposte che la ministra degli Affari Regionali Maria Stella Gelmini porterà all’attenzione dei presidenti di regione - la maggior parte di centrodestra - che spingono per riaprire. 

Sessanta milioni di euro di consumi in più al giorno, tanto vale secondo i calcoli di Confesercenti lo spostamento del coprifuoco dalle 22 alle 24. Per gli esercizi pubblici ogni ora di apertura aggiuntiva vale perciò trenta milioni di euro di entrate, o quasi due miliardi di euro al mese complessivi. Insomma, l’eventuale allentamento della misura potrebbe portare nelle casse di ristoranti, bar e non solo circa un miliardo di euro solo nell’ultima decade di maggio. Che non sono pochi visto che dall’inizio dell’emergenza al Sostegni di Draghi, stima invece l’ufficio studi di Fipe Confcommercio, il mondo dei pubblici esercizi ha ricevuto 3,5 miliardi di ristori circa. «Da un lato il coprifuoco light sarebbe di grande aiuto per gli esercizi pubblici, vessati da un anno di chiusure e ora anche dall’obbligo dei dehors, perché consentirebbe di lavorare su più turni. 

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I ristori dell’ultimo Sostegni, stando ai nostri calcoli, hanno coperto mediamente tra il 3 e il 4 per cento delle perdite subite dai ristoranti, anche per questo le due ore in meno di coprifuoco per le attività che rappresentiamo possono fare la differenza. E con il coprifuoco allentato, è il caso di ricordarlo, ci guadagnerà anche lo Stato per effetto del gettito erariale aumentato», spiega il presidente di Fiepet Confesercenti Giancarlo Banchieri. Anche per Fipe Confcommercio tra le priorità, oltre alla revisione del coprifuoco, figura la riapertura al chiuso. In termini di fatturato, spiega sempre la Fipe, lo spostamento del coprifuoco si rifletterà sul fatturato dei ristoranti con un incremento di circa il 17 per cento, così suddiviso: lo spostamento alle 23 vale da solo un aumento del fatturato del 10 per cento e del 7 per cento l’allungamento dalle 23 alle 24. 

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Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 18:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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