Coppia dell'acido, Martina Levato separata dal figlio: tornerà in carcere

Venerdì 21 Agosto 2015 di Alessandro Tittozzi
Coppia dell'acido, Martina Levato separata dal figlio: tornerà in carcere
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Il piccolo Achille, figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher, la coppia condannata a 14 anni di reclusione per l’aggressione con l’acido a Pietro Barbini, è stato dimesso dalla clinica Mangiagalli di Milano intorno alle 13. Il neonato (venuto alla luce il giorno di Ferragosto) è stato trasferito presso i servizi sociali del Comune meneghino, che ora dovranno individuare una comunità dove far crescere il bambino. Anche la mamma è stata dimessa dalla clinica e, dopo le terapie post parto, dovrà tornare nel carcere di San Vittore.





Stabilite anche le procedure per vedere il piccolo. Secondo il provvedimento dei giudici minorili anche i nonni, oltre alla madre e al padre, potranno far visita al piccolo Achille, con modalità protette da stabilire da parte dei servizi sociali. Nell'ordinanza i giudici minorili citano la perizia psichiatrica che nel processo penale aveva valutato Martina Levato come «soggetto borderline e pericoloso socialmente», come Boettcher. Riferimenti alla perizia che, secondo l'avvocato Laura Cossar, legale dei genitori di Martina, non sono appropriati perchè la perizia era stata disposta in un altro procedimento, quello penale.



Martina Levato intanto continua a ribadire che vorrebbe essere trasferita assieme al figlio neonato in una delle comunità di don Mazzi o in alternativa all'Icam, l'Istituto per madri detenute con figli. La sua difesa formalizzerà una istanza in tal senso. Don Mazzi ha ribadito la sua disponibilità ad accoglierli in una delle sue strutture: "Siamo pronti ad accoglierli. Eravamo pronti anche prima che Martina partorisse". Don Mazzi ha detto di avere parlato con gli avvocati e con i genitori della ragazza. "Noi siamo pronti" ha spiegato il sacerdote convinto che "Martina deve stare con il bambino. Deve allattarlo perché questa è l'unica via per salvare la mamma e il bambino". Sul centro che potrebbe ospitarli, una della quarantina di strutture della fondazione Exodus sparse per l'Italia, don Mazzi ha preferito non dire molto.
Ultimo aggiornamento: 14:55

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