Concorso Polizia, essere gender fluid è come la schizofrenia: requisito di inidoneità

Martedì 12 Luglio 2022
Concorso Polizia, essere gender fluid è come la schizofrenia: requisito di inidoneità
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Un poliziotto non può soffrire di disforia di genere, non può essere "fluido", non può dirsi "non binario". Nel bando del Ministero dell'Interno per l'assunzione di 1.381 nuovi agenti si specifica che chi soffre di disturbi mentali non può aspirare a far parte della Polizia di Stato.

Il punto che sta facendo molto discutere è prorio questo: tra i disturbi mentali viene ricondotta anche la ricerca della propria identità di genere. Il fatto di avere dubbi o di considerarsi non binari o queer è annoverato come una patologia mentale e quindi una condizione di inidoneità. La schizofrenia come i dubbi sull'identità di genere, insomma. Essere o essere stati gender fluid è visto come una patologia: il disturbo, si legge, può essere attuale ma anche pregresso. Tra le cause d'esclusione troviamo inoltre i disturbi alimentari e tatuaggi sulle parti del corpo non coperte dall'uniforme.

Ecco il passaggio più dibattuto che si legge nel documento allegato al bando pubblicato in Gazzetta ufficiale. Alcuni disturbi che trasformano l'aspirante poliziotto in un candidato giudicato non idoneo secondo il Ministero sono: «disturbi d'ansia attuali o pregressi; disturbi somatoformi e da conversione attuali o pregressi; disturbi fittizi e da simulazione attuali o pregressi; schizofrenia ed altri disturbi psicotici attuali o pregressi; disturbi dell'umore attuali o pregressi; disturbi dissociativi attuali o pregressi; disturbi sessuali e disturbi dell'identità di genere attuali o pregressi; disturbi del sonno attuali o pregressi; ritardo mentale; disturbi da tic; disturbi dell'adattamento; problemi relazionali a rilevanza clinica; disturbi di personalità; disturbi del controllo degli impulsi attuali o pregressi; disturbi della condotta alimentare attuali o pregressi».  

Sono requisiti ingiusti, ha pensato un aspirante poliziotto che si è rivolto a un avvocato. La notizia è apparsa sul quotidiano La Stampa che ha riportato le dichiarazioni del legale Gian Maria Mosca. Mosca ha promosso un'istanza alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e al capo della Polizia Lamberto Giannini. L'obiettivo è cancellare questo requisito e permettere anche a chi non ha un'identità di genere definita di servire lo Stato, occuparsi di sicurezza e far parte della Polizia. L'avvocato Mosca ha scritto al Ministero per chiedere la revoca del bando e la sua riemissione «eliminando ogni riferimento anche indiretto all'identità di genere intesa come disturbo psichico». 

Il problema si pone anche per chi lavora già come poliziotto (il concorso è rivolto anche a chi lavora già come agente e i requisiti psico fisici sono impostati così dal 2003) e non ha dichiarato all'epoca dell'assunzione quei «disturbi dell'identità di genere». Nel bando infatti c'è scritto che vengono presi in considerazione i disturbi attuali ma anche quelli pregressi. Significa che se, in passato, sono stato alla ricerca della mia identità di genere può configurarsi come una condizione che mi rende non adatto a lavorare come poliziotto. 

«Non risulta che il diritto all’identità di genere – espressione di libertà fondamentale – possa essere contemplato come disturbo mentale, alla stregua di schizofrenia, ritardo mentale o disturbi da tic», scrive il legale. Nel bando c'è scritto che il "disturbo sull'identità di genere" rappresenta un problema anche se si è verificato in passato. 

«La retroattività dell’effetto preclusivo di tale ipotizzato “disturbo mentale” marchia così anche coloro che ne siano “guariti” (per utilizzare una terminologia non appartenente all’instante ma che risulta senz’altro allineata alla fonte normativa di cui si discute) - scrive Mosca -  Non solo.  È impossibile, o quantomeno intuibilmente pericoloso, un contraddittorio aperto sul tema per tutti coloro che, pur trovandosi nella situazione contemplata dal D.M. 198/2003, siano riusciti prima d’ora ad eludere la “causa di non idoneità” astenendosi dall’esercitare il diritto all’identità di genere: il concorso in oggetto, infatti, come altri è riservato a individui che già appartengono alla Pubblica Amministrazione (art. 1 bando di concorso citato) alla quale, in verità, non potrebbero appartenere stante il ritenuto “disturbo mentale” di cui di discute».

Il documento integrale è consultabile qui in basso: sono elencate tutte le cause di inidoneità.

Ultimo aggiornamento: 15:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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