Processo Concordia, il legale della Costa: «Schettino disse che lo scoglio non era segnalato»

Martedì 28 Gennaio 2014
Processo Concordia, il legale della Costa: «Schettino disse che lo scoglio non era segnalato»
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GROSSETO - Giungemmo all'isola del Giglio la mattina dopo il naufragio della Concordia e chiedemmo di incontrare il comandante per capire la dinamica dell'incidente e poi per poterlo riportare, anche agli assicuratori, e comunque per avere un quadro più chiaro della situazione. Il comandante Schettino ci disse che a un certo punto sentì un urto laterale a poppa, che lo scoglio non era segnalato sulle mappe nautiche, che diede ordine di mettere il timone tutto a dritta e poi tutto a sinistra» per governare la nave sbilanciata: lo ha ricordato l'avvocato Cristina Porcelli di Costa Crociere spa, sentita come testimone stamani al processo contro Francesco Schettino.



È il primo funzionario della compagnia di navigazione ascoltato stamani al processo, oggi ne seguiranno altri. Questa è la prima udienza in cui compaiono dirigenti di Costa che si occuparono, da terra, della crisi della Concordia dopo il naufragio. Proseguendo il suo racconto l'avvocato Porcelli, che fece parte dell'unità di crisi la sera del naufragio, ha anche detto che «il comandante diceva di aver fatto una manovra che aveva salvato vite umane» ma anche che «non fece nessun cenno alle vittime, nè alla tragedia», «continuava a dire di essere un comandante di grande esperienza».



Poi la testimone accompagnò Schettino alla capitaneria di Porto Santo Stefano da dove il comandante cominciò ad essere assistito dall'avvocato Bruno Leporatti «legale che fu consigliato dall'azienda, in quanto Schettino era un dipendente e ancora non si conosceva l'esatto svolgimento dei fatti».
Ultimo aggiornamento: 17:09

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