Bollette, Cingolani: «Operazione urgente così garantiremo la competitività»

Mercoledì 15 Settembre 2021 di Emilio Pucci
Bollette, Cingolani: «Operazione urgente così garantiremo la competitività»

«Il governo è impegnato a mitigare i costi delle bollette».

Lo ha confermato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani intervenendo al webinar del Messaggero Obbligati a crescere condotto da Maria Latella. Il ministro ha spiegato però che i dettagli dell'operazione, comunque urgente, sono ancora in via di definizione. Una decisione dovrà essere presa entro fine mese, perché da ottobre scatterebbero altrimenti i rincari che per quanto riguarda l'elettricità lo stesso Cingolani aveva quantificato nel 40 per cento. Nel corso del webinar è stato precisato che l'incremento tendenziale oscilla tra il 30 e il 40 per cento, in attesa delle cifre definitive che dovranno essere fornite dall'Arera, l'Autorità che vigila sul settore dell'energia.


Restano da precisare nel dettaglio anche le fonti di finanziamento dell'intervento, che si preannuncia analogo a quello allo studio di altri governi europei. Ma quel che è certo, per il ministro, è la volontà di «evitare che aumenti che dipendono dalla situazione internazionale vadano a impattare sulla competitività delle aziende e soprattutto sul reddito delle fasce più deboli».

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Per Cingolani ieri c'è stato anche un confronto politico con Giuseppe Conte e i ministri pentastellati, al termine del quale - ha spiegato l'ex premier - «abbiamo avuto la garanzia che l'Italia non abbraccerà l'energia atomica, quindi no al nucleare». Per Conte «È una scelta fatta dagli italiani con il referendum ed è nella sensibilità del M5s». È un vero e proprio assedio quello portato dal Movimento 5 stelle al responsabile della Transizione ecologica, reo di aver aperto nei giorni scorsi, «alle tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante». Il presidente pentastellato si è presentato all'appuntamento insieme a tutti i ministri M5s. In un primo momento era prevista solo una conference call a due, ma l'ex premier ha insistito per una riunione allargata. Puntando su una task force con la quale ha voluto rendere plastica la coesione del suo partito su temi bandiera dei 5 Stelle come l'ambiente e la lotta al cambiamento climatico. La riunione che ieri si è tenuta al Mite ha lasciato soddisfatto l'ex presidente del Consiglio. «Come sistema italiano - ha sottolineato il giurista pugliese - stiamo puntando a incrementare le ecotecnologie, è questo il nostro orizzonte. Cingolani condivide questa posizione».

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Nessun comunicato

In realtà, spiegano altre fonti, non ci sarebbe stata alcuna chiusura netta al nucleare da parte del ministro che alla festa di Italia viva a Ponte di Legno aveva bacchettato «gli ambientalisti radical chic» che «sono parte del problema» e si era lanciato in alcune considerazioni osteggiate dai pentastellati. «Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia», aveva detto riscuotendo il plauso di Renzi e soprattutto di Salvini. E' proprio contro quest'ultimo che l'avvocato si è scagliato duramente: «E' per il ritorno al nucleare? Può trasferirsi in Francia dove hanno fatto la scelta nucleare e probabilmente continueranno anche ad assecondare anche il nucleare delle nuove generazioni». La tesi espressa ai cronisti è quella esplicitata anche al suo interlocutore al dicastero. «Dobbiamo incrementare le energie rinnovabili e discutere di nucleare significa distrarsi dall'obiettivo fondamentale che è quello di incrementare l'energia pulita».

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Al termine dell'incontro nessun comunicato congiunto che pure era stato previsto. Cingolani avrebbe argomentato e difeso le sue riflessioni, spiegando che in ogni caso non è all'orizzonte alcun intervento. Conte e i ministri hanno chiesto di essere preventivamente informati di ogni mossa portata avanti sul tema. Ma nell'incontro con Cingolani al quale hanno preso parte Fabiana Dadone, Stefano Patuanelli, Federico D'Incà e Luigi Di Maio non sarebbe stato siglato alcun patto. Sarebbe insomma arrivata solo la promessa che ogni dossier sarà affrontato in maniera approfondita. Conte si è intestato in ogni caso una battaglia cara a tutti i parlamentari e agli attivisti del Movimento e ha chiesto un impegno chiaro da parte del governo. Si gioca le amministrative e l'apertura di Cingolani sul nucleare è stata considerata da M5s un dito nell'occhio arrivato proprio in campagna elettorale. Insomma un assist a chi ritiene che il Movimento 5 stelle non è capace di indirizzare l'azione dell'esecutivo. Il sostegno a Draghi non è per ora in discussione ma «la linea deve essere concordata», il ragionamento di un big M5s. .
 

Ultimo aggiornamento: 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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