Covid a Martinsicuro, chiuso in casa con 4 figli e con i sintomi del virus: «Dopo 10 giorni nessuno viene a farci i tamponi»

Mercoledì 21 Ottobre 2020 di Matteo Bianchini
Chiuso in casa con 4 figli e con i sintomi del Covid: «Dopo 10 giorni nessuno viene a farci i tamponi»

Chiuso in casa da dieci giorni con sintomi del Covid insieme ai quattro figli piccoli e alla moglie, ma ad oggi l'Asl non ancora disposto il tampone. E' l'assurda storia che dall'undici di ottobre sta vivendo Roberto Di Donato, 38 anni, di Martinsicuro, molto conosciuto in città e membro dello staff del Martinburger, nota paninoteca. «Appena mio figlio, nella notte tra sabato e domenica, ha iniziato ad avere febbre e mal di gola la proprietà del locale ha deciso di chiudere immediatamente e mi sono subito isolato in casa con tutti i miei figli e mia moglie - dice al telefono con voce affannata Roberto che parla veramente a fatica, come se stesse facendo una vera e propria corsa - Ho chiamato quindi il pediatra che ha disposto immediatamente di fare il tampone. Avevo già contattato una clinica privata per fissare un appuntamento, ma poi il medico di base mi ha consigliato di sentire l'Asl anche perchè, con ogni probabilità, tutto il nucleo familiare si sarebbe dovuto sottoporre al test. L'Asl mi aveva assicurato che nel giro di 24/48 ore ci avrebbe chiamato per portare intanto il bimbo nel parcheggio del centro commerciale Arcobaleno, a Colonnella, dove si effettuano i tamponi in drive in».

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Ma passano i giorni e quella chiamata sembra non arrivare e, nel frattempo, si ammala anche Roberto. «Ho avuto 4 giorni di febbre altissima - racconta, con fatica, sempre al telefono - La temperatura è arrivata anche a 39.5, e ora che la febbre pare essere passata, faccio fatica a stare in piedi e sopratutto a respirare, avendo anche problemi di asma. Oltre a questo io e mia moglie viviamo in costante stato d'ansia e paura per i nostri figli». Un vero e proprio incubo che va avanti ormai da giorni e che non pare, al momento, destinato a sbloccarsi. «Sono giorni terribili, davvero.

I bambini sono tutti in casa, ovviamente non li abbiamo mandati a scuola, nemmeno i tre che stanno bene, ed è facile immaginare quanto sia difficile tenerli buoni e far indossare loro la mascherina tutto il giorno. Mangiamo a turno, cerchiamo di limitare i contatti ma è praticamente impossibile».

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Una situazione assurda nell'incertezza più totale e con quella orrenda sensazione di sentirsi abbandonati dalle istituzioni. «Ho anche contattato il sindaco di Martinsicuro per provare a sollecitare la questione, ma ancora nulla. Perchè non sono andato direttamente da una clinica privata? Innanzitutto, con l'attività chiusa e con l'incertezza del futuro, dover tirare fuori 60 euro a persona (siamo in sei) per due cicli di tamponi inciderebbe parecchio nel nostro bilancio familiare. Ma io sto male e credo che l'Asl sia in dovere di fare il tampone a me, a mia moglie e ai miei quattro figli. A noi che siamo in commercio ci hanno chiesto di adeguarci per la riapertura a delle normative sempre più scrupolose e chi ci conosce sa che siamo stati tra gli ultimi a rialzare la saracinesca appunto perchè non volevamo lasciare nulla al caso per poter garantire la massima sicurezza ai nostri clienti. Tutto questo ha portato la proprietà a fare a sforzi economici importanti. Ma le istituzioni invece? Se ne parla da mesi di una seconda ondata di contagi e pare che nessuno si sia mosso. Ci sentiamo abbandonati, anche perchè io sono quasi certo di aver preso il covid: non sento odori e sapori, mi affatico anche a stare in piedi. Credo che, non tanto per me, ma per tutelare i miei figli minori, l'Asl si sarebbe dovuta attivare nel 24/48 ore come ci era stato detto. Speriamo di uscirne quanto prima da questa situazione, ma è davvero una cosa assurda che non augurerei di vivere nemmeno al mio peggior nemico».

 

Ultimo aggiornamento: 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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