Il Cara di Mineo chiude, Salvini esulta: «Bellissima giornata». Protestano i lavoratori

Martedì 9 Luglio 2019
Il Cara di Mineo chiude, Salvini esulta: «Bellissima giornata». Protestano i lavoratori
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Il Cara di Mineo, come da tempo annunciato, chiuderà i battenti e il ministro dell'Interno, Matteo Salvini oggi è andato nella struttura del Catanese parlando di «bellissima giornata». Al suo ingresso una delegazione di dipendenti ed ex lavoratori del Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d'Europa ha protestato utilizzato fischietti ed esposto uno striscione con la scritta 'Lasciati in mutande' contro la perdita del posto di lavoro e per chiedere garanzie al riguardo.

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«Sul Cara siamo passati dalle parole ai fatti. Pensiamo già a cosa verrà al suo posto. Si recupereranno al presidio del territorio uomini e donne, si risparmieranno un sacco di quattrini: lavoriamo per ricollocare lavoratori, ma la Sicilia, Catania e Mineo non possono fondare il loro futuro sull'immigrazione. Oggi è un bel giorno per legalità territorio che dedico ai due anziani massacrati».

Il caso a cui ha riferimento il ministro Salvini, nella sua 'dedicà, è quello del 18enne ivoriano Mamadou Kamara, ospite del Cara di Mineo, condannato, l'8 febbraio del 2019, all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Catania.

I giudici, accogliendo la richiesta del Procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, lo hanno riconosciuto colpevole del duplice omicidio per rapina, commesso il 30 agosto 2015, nella loro villa di Palagonia di Vincenzo Solano, 68 anni, e di sua moglie Mercedes Ibanez, di 70. La donna, è la tesi dell'accusa, sarebbe stata anche violentata. L'ivoriano si è sempre proclamato innocente. Rientrato in bicicletta nel Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo in cui era ospite, il 18enne fu bloccato da militari dell'Esercito e da un Ispettore Capo in servizio nel Cara, insospettiti dai vestiti che indossava, quelli della vittima, troppo grandi per lui. Ad accusarlo ci sono anche le indagini e i filmati visionati dalla Squadra Mobile di Catania e del commissariato di Caltagirone che lo riprendono mentre esce dal Cara e mentre si avvicina alla villa. Ma soprattutto lo accusa una sua polo blu trovata sporca di sangue nell'abitazione dei coniugi, dove furono trovati anche parte di un braccialetto che aveva nello zainetto con la refurtiva, ed i suoi pantaloni sporchi di sangue, i vestiti che indossò per tornare al Cara, che erano di Vincenzo Solano, taglia 56, enormi per lui, e le ciabatte della vittima.

Ultimo aggiornamento: 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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