Cannabis, Cassazione: la coltivazione in casa non è un reato

Giovedì 26 Dicembre 2019
Cannabis, Cassazione: coltivazione in casa non è reato
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Coltivare in minime quantità la cannabis in casa non è più reato: lo ha stabilito la Cassazione con una pronuncia delle sezioni unite penali, ovvero il massimo organo della Corte. La Cassazione ha deliberato per la prima volta che «non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica». E' stato così prosciolto un 23enne originario di Verona e residente a Monza, “colpevole” di avere coltivato in minime quantità la cannabis in casa: una pronuncia epocale quella delle sezioni unite penali della Cassazione, arrivata il 19 dicembre del 2019.

La Corte ha deliberato per la prima volta che «non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica». Attività di coltivazione che - si sottolinea - «per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore». In sostanza chi coltiva per sé non compie più reato. Viene propugnata così la tesi per cui il bene giuridico della «salute pubblica non viene in alcun modo pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore di marijuana che decide di coltivarsi per sé qualche piantina».


 
Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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