Era il 4 marzo 2005 quando un’auto del Sismi (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare) viene raggiunta a Baghdad in Iraq, durante un posto di blocco, da una raffica di proiettili.
In quel periodo Calipari lavorava come mediatore per le liberazioni di Fabrizio Quattrocchi, Enzo Baldoni e proprio della giornalista Giuliana Sgrena. Ed è stato proprio lui il primo a essere raggiunto dai colpi esplosi dalla mitragliatrice americana, comandata da Mario Lozano, newyorchese appartenente alla 42° divisione della New York army national group. Oggi ricorre il 16° anniversario anni della morte del poliziotto duro e tenace, con quel sorriso appena accennato e la sigaretta sempre accesa fra le mani.
«Oggi la memoria di tutti gli italiani, ed in modo in particolare delle donne e degli uomini dell’Intelligence, torna a quella drammatica notte - lo ricorda così il direttore del Dis, Gennaro Vecchione -. Una notte nella quale un valoroso servitore dello Stato, Nicola Calipari, appartenente al Sismi, perdeva la vita nel corso dell’operazione volta a liberare la giornalista italiana Giuliana Sgrena. Un pensiero di profonda e sincera vicinanza, va anzitutto a sua moglie Rosa e a tutti i suoi familiari. Il Comparto ricorda i Caduti perché nei valori che li animarono risiede la linfa più genuina dalla quale trarre alimento per intraprendere le sfide da fronteggiare. Come è scolpito nella parete della Memoria di Palazzo Dante, sede unitaria dell’Intelligence italiana: «In memoria del sacrificio di chi alla sua vita antepose la sua Patria».
Oggi come allore - conclude ancora Vecchione - viene reso omaggio a Nicola Calipari per avere anteposto la sua Patria alla sua vita. Oggi come allora, siamo mossi dal dovere di continuare a raccogliere la sua eredità e di indicare il suo esempio all’intera comunità nazionale: di essere degni di lui e della sua straordinaria, e sempre viva, lezione di umanità».