Bollette, caldaie, condizionatori: come cambiano i consumi con la direttiva Ue sull'energia rinnovabile

Alzato il target: entro il 2030 il 42,5% dell'energia dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili. Ecco l'impatto sull'Italia

Giovedì 30 Marzo 2023 di Giusy Franzese
Bollette, caldaie, condizionatori: come cambiano i consumi con la direttiva Ue sull'energia rinnovabile

Un’Europa green, che utilizza sempre più energia pulita che non inquina l’aria che respiriamo. Dopo lunghe e faticose riunione Bruxelles ha fissato nuovi ambiziosi target: entro il 2030 il 42,5% dell’energia consumata nella Ue dovrà provenire da fonti rinnovabili.

Finora l’obiettivo fissava la quota al 32%.

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Bisognerà correre quindi. Con investimenti ma anche con processi autorizzativi più semplici e veloci. Soprattutto in Italia, che già rischiava di non centrare il target del 32%. Attualmente infatti, a fronte di una media europea del 22%, la quota di rinnovabili in Italia sul totale dell’energia prodotta non arriva al 19%.

L’impatto sui cittadini

Nella direttiva Ue sono stati concordati obiettivi settoriali nei settori dei trasporti (-14, 5% di riduzione di gas effetto serra; 29% di rinnovabili nel settore entro il 2030), dell’industria (+1,6% di energia da rinnovabili ogni anno), degli edifici (+0,8% fino al 2026; successivamente +1,1% fino al 2030). Obiettivi vincolanti anche per teleriscaldamento e teleraffrescamento. Più spazio (poi si capirà anche se più incentivi) a caldaie e condizionatori di ultimissima generazione.

 

Effetti in bolletta

«Il fotovoltaico avrebbe effetto immediato sulla riduzione delle bollette, abbattendo i costi dal 40 al 70%. Stimando una riduzione media dei costi del 50% (nella forbice dal 40 al 70%) si otterrebbe un risparmio totale per le famiglie italiane di circa 24 miliardi di euro»: così l’esperta Veronica Pitea, Presidente di ACEPER (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili), l’associazione che riunisce 10.000 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, pari ad oltre 7.000 associati per una potenza installata complessiva che supera i 2 GWp.

 

I dati italiani

Secondo l’Osservatorio FER realizzato da ANIE Rinnovabili, nonostante l’accelerazione impressa nel 2022 rispetto al 2021 (+109% di impianti di energia rinnovabile) siamo ben lontani dall’obiettivo di 9 GW/anno previsti dallo scenario FitFor55 elaborato da Terna-Snam nel 2022, per il quale è necessario un incremento di nuova potenza pari al 200% di quanto conseguito nel 2022. Adesso poi che i target sono stati innalzari, lo sforzo dovrà essere ancora più incisivo.

Al 31 dicembre 2022 in Italia risultano installati complessivamente 60,7 GW.

Le nuove installazioni nel 2022 hanno registrato nuova potenza per un totale di 2.927 MW (+109% rispetto al 2021, e +255% rispetto al 2020) con andamenti diversificati per i diversi comparti: 2.318 MW per fotovoltaico (+162%), 531 MW per eolico (+25%), 60 MW per idroelettrico (+70%) e 18 MW per bioenergie (-64%).

Più in dettaglio, si evidenzia che nel 2022: il fotovoltaico è in costante crescita rispetto all’anno 2021 per quanto riguarda tutte le taglie; l’eolico è in forte ripresa soprattutto grazie ad impianti di potenza superiore ai 5 MW; il comparto dell’idroelettrico è trainato principalmente dagli investimenti sui piccoli impianti. Effetto siccità Per la prima volta nel 2022 la produzione fotovoltaica ha raggiunto quella idroelettrica: purtroppo la grave siccità che ha colpito l’Italia ha portato un abbassamento notevole dell’apporto dell’idroelettrico nel mix rinnovabile del paese, passando dal 40% del 2021 al 28% del 2022.

 

Nuovi impianti fotovoltaici

Il fotovoltaico ha raggiunto quota 2.318 MW di potenza connessa nell’intero 2022. Tutte le regioni hanno conseguito un risultato positivo nel 2022. Quelle che si sono contraddistinte di meno sono le regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia e Puglia con un incremento inferiore al 100%. La nuova potenza entrata in esercizio è costituita per il 44% da impianti di potenza inferiore ai 10 kW (installati 187.688 impianti), per il 36% da impianti di potenza compresa tra i 10 kW e 1 MW (installati 18.416 impianti) e per il restante 20% da impianti di potenza superiore a 1 MW (installati 63 impianti). Complessivamente sono stati connessi alla rete 206.167 impianti. 

 

Effetti sull’autonomia energetica nazionale

La guerra in Ucraina ha reso evidente a tutti i rischi derivanti dall’eccessiva dipendenza di un Paese dalle fonti energetiche di altri (vedi il gas russo). Accelerare sulle fonti rinnovabili aiuta anche in questo. Soprattutto in paesi come l’Italia che possono sfruttare acqua, vento e sole in abbaondanza. Secondo un report di A2A con il pieno sfruttamento delle rinnovabili l’autonomia energetica dell’Italia può arrivare è al 58%, quasi triplicando gli attuali livelli. L’Italia è oggi quintultima in Europa per autonomia energetica (22,5% contro il 39,5% di media UE al 2019) ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. Un ruolo chiave nello sviluppo delle fonti rinnovabili e quindi nel raggiungimento di quell’autonomia energetica, lo potrebbero giocare le Regioni del Centro Sud che potrebbero generare, sul totale della nazione, il 60% della potenza solare addizionale (105,1 GW totali a livello nazionale) attraverso installazioni su tetti e impianti a terra e il 95% dell’opportunità di sviluppo per l’eolico (21,1 GW totali a livello nazionale) per 1/3 proveniente da attività di revamping e repowering degli impianti già esistenti.

Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 12:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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