Balneari, stop del Consiglio di Stato: «No alla proroga, violate le norme Ue». Categorie in rivolta

Le associazioni: «Scelta scioccante. Ora una riforma organica per tutelarci»

Venerdì 10 Marzo 2023
Balneari, il Consiglio di Stato boccia la proroga delle concessioni: no al rinnovo automatico

La norme che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni balneari «sono in contrasto» con l’articolo 12 della direttiva europea e, dunque, «non devono essere applicate». Lo ribadisce il Consiglio di Stato nella sentenza in cui accoglie il ricorso contro la decisione del comune di Manduria di prorogare fino al 31 dicembre 2033 le «concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative».

La decisione della VI sezione dei giudici amministrativi di secondo grado è del primo marzo ed è relativa ad un ricorso presentato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato contro l’ente locale pugliese.

L’ITER DEL RICORSO

Ritenendo le delibere in contrasto con la normativa europea 2006/123, la cosiddetta Bolkestein, l’Autorità ha notificato un parere al Comune con il quale si ribadiva la necessità di assegnare le concessioni con le gare, in modo da rispettare i principi di concorrenza. Nello stesso parere sottolineava inoltre che, essendo la normativa italiana di proroga delle concessioni in contrasto con quella europea, doveva scattare «l’obbligo di disapplicazione da parte di tutti gli organi dello Stato, sia giurisdizionali che amministrativi». Il Comune di Manduria non ha però mai ottemperato al parere dell’Autorità, che ha presentato ricorso al Tar della Puglia. Quest’ultimo, a giugno del 2021, «lo ha dichiarato, per un verso, inammissibile e, per altro verso, ritenuto di doverlo, comunque, esaminare nel merito, lo ha respinto». Di qui l’appello al Consiglio di Stato: l’udienza è stata il 16 febbraio.

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I MOTIVI DELLA DECISIONE

Nelle motivazioni depositate giovedì, i giudici di secondo grado ricordano che già con le precedenti sentenze del 2021 era stato sottolineato come «le concessioni di beni demaniali per finalità turistico ricreative rappresentano autorizzazioni di servizi ai sensi dell’articolo 12 della direttiva» europea e «come tali sottoposte all’obbligo di gara». Il Consiglio di Stato ricorda inoltre che, in caso di contrasto tra la normativa nazionale e quella europea, «deve darsi precedenza alla seconda, con conseguente necessità che tutte le autorità dello Stato membro, siano essi organi giurisdizionali o pubbliche amministrazioni, disapplichino la norma interna a favore di quella sovranazionale». E questo vale sia per le norme passate sia per le ultime, quelle inserite dal governo Meloni nel Milleproroghe che hanno prorogato automaticamente le concessioni fino al 31 dicembre 2024. «La proroga di un anno stabilita dal Parlamento nel Milleproroghe è funzionale ad effettuare la mappatura delle nostre coste per rilevare il grado di disponibilità della risorsa», ricorda Cristiano Tomei, coordinatore nazionale Cna Balneari.

CATEGORIA IN RIVOLTA

«Questa seconda sentenza del Consiglio di Stato a mio avviso va al di là della questione balneare, che comunque per le aziende del settore significa il lavoro di una vita. Infatti - è il commento di Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia - ritengo che sia discutibile e scioccante per quel che riguarda proprio i più elementari principi costituzionali e gli equilibri tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario». «Il Consiglio di Stato, radunandosi in camera di consiglio il 16 febbraio, cioè otto giorni prima dell’approvazione del Milleproroghe, ne preannuncia la sua disapplicazione da parte di tutti gli organi dello Stato», conclude Licordari invocando un ricorso alla Corte Costituzionale.
«In questo Paese chi legifera sulle concessioni demaniali, il Parlamento o il Consiglio di Stato? - è la domanda retorica posta da Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari di Confcommercio - E, a questo proposito, si conferma quanto da noi chiesto: è urgente una legge di riforma organica della materia che effettui un corretto bilanciamento fra l’esigenza di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti dei concessionari attualmente operanti». 

 

Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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